Da circa quarant’anni si parla di sick building syndrome, una condizione di cui soffrono molte persone, provocando problemi sanitari ed economici. Ecco cos’è e i possibili rimedi
La sindrome dell’edificio malato colpisce un numero elevato di persone, causando problemi di salute, ma anche ingenti perdite economiche. Negli Stati Uniti, la sick building syndrome (SBS) si ipotizza essere responsabile di una perdita complessiva di produttività, con conseguenti costi fino a 75 miliardi di dollari all’anno. Ma quante persone colpisce? Difficile dirlo anche se – riporta il Ministero della Salute –alcuni studi condotti su uffici e altri edifici a uso pubblico in diversi paesi mettono in luce una frequenza di disturbi tra gli occupanti compresa tra il 15% e il 50%. La SBS è una condizione patologica che si manifesta con sintomi aspecifici, come vedremo, e che ha diverse possibili cause.
Cos’è la sindrome dell’edificio malato
A proposito della sindrome dell’edificio malato, la definizione è stata coniata dalla Organizzazione Mondiale della Sanità negli anni Ottanta del XX secolo. All’epoca stimò che potesse colpire dal 10% al 30% di persone. Si tratta della condizione che sperimentano le persone che stazionano in spazi interni con condizioni ambientali insalubri, caratterizzati dalla presenza del cosiddetto inquinamento indoor.
La lunga permanenza di moltissime persone in ambienti chiusi dove non c’è un ottimale ricambio d’aria e sono invece presenti sostanze inquinanti, è un fattore cruciale nell’insorgenza dei sintomi. La maggior parte di chi ravvisa i sintomi addebitabili alla sick building syndrome riferisce di aver riscontrato sollievo subito dopo aver lasciato l’edificio, sebbene possano verificarsi effetti persistenti delle neurotossine. La causa dei sintomi non è nota. Di certo riduce l’efficienza del lavoro e aumenta l’assenteismo.
I sintomi
Uffici, scuole, abitazioni, residenze per anziani: è facile trovare ambienti nemici della salute e che possono favorire l’insorgenza della sindrome dell’edificio malato. I sintomi sono vari, anche se aspecifici. Si segnalano:
- mal di testa
- vertigini
- nausea
- irritazione agli occhi, al naso o alla gola
- tosse secca
- pelle secca o pruriginosa
- difficoltà di concentrazione e affaticamento
- sensibilità agli odori
- raucedine della voce
- allergie
- raffreddore e sintomi simil-influenzali
- aumento dell’incidenza di attacchi d’asma
- cambiamenti di personalità
Altri sintomi correlati alla permanenza in un edificio “malato” sono tosse, dolore toracico, mancanza di respiro in caso di sforzo lieve, edema, palpitazioni, sangue dal naso, cancro, problemi in gravidanza e aborti spontanei. Sono noti anche casi di alveolite allergica estrinseca, legionellosi (o malattia del legionario), febbre da umidificatore, polmonite e asma professionale.
Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità l’SBS può colpire un terzo circa di lavoratori che soggiornano in edifici nuovi e ristrutturati in tutto il mondo, con conseguenti perdite significative di produttività e di assenza dal lavoro.
Le cause della sindrome dell’edificio malato
Non è chiaro cosa causi la sindrome dell’edificio malato. I vari sintomi a carico dell’apparato respiratorio sono collegabili all’inquinamento indoor e a una cattiva qualità dell’aria interna. Ma non c’è una singola causa scatenante, quanto più si pensa a una combinazione di fattori, riguardanti per esempio l’air quality: la scarsa ventilazione o sistemi di condizionamento d’aria scarsamente mantenuti possono contribuire, al pari della presenza di polvere, fumo, vapori o fibre di tessuto presenti nell’aria. Anche la cattiva qualità dell’illuminazione (luci intense o tremolanti) può entrare nel novero delle cause. La sindrome dell’edificio malato si verifica soprattutto negli uffici open space, ma in diversi altri edifici la questione è aperta.
Come combattere la sindrome dell’edificio malato
Posta la necessità di ripensare e riqualificare gli edifici, ci sono alcune azioni possibili da attuare che possono aiutare ad alleviare i sintomi dell’edificio malato.
Dove possibile, è consigliabile aprire le finestre per migliorare la ventilazione. Inoltre è bene impostare una temperatura costante, che non sia né troppo alta né troppo bassa, e non cambiarla molte volte durante la giornata. È bene anche, specie se si è spesso davanti a un computer, fare pause regolari, staccandosi dallo schermo.
Una buona regola è abituarsi a uscire a prendere una boccata d’aria fresca durante l’ora del pranzo e durante le altre pause: camminare è un esercizio benefico anche in questo caso.
Per tentare quindi di risolvere il problema delle malattie legate all’edificio e ridurre sensibilmente il rischio di incorrere nella sick building syndrome occorre mettere in atto determinate strategie che passano dalla necessità di ridurre l’esposizione, oltre a trattare i sintomi e lavorare per cercare di rimuovere le fonti di inquinamento indoor, puntando anche a migliorare la ventilazione.
Andrea Ballocchi