È partita da qualche settimana la campagna informativa del Ministero della Salute per evitare l'utilizzo improprio dei servizi di emergenza-urgenza, dal Pronto Soccorso all'ambulanza. Lo scopo? Ottimizzare i servizi e salvare più vite
Gli italiani tendono ad andare al Pronto Soccorso anche per motivi futili o malanni non gravi che si risolvono spesso da soli o per per tranquillizarsi facendo esami e accertamenti non sempre utili. Risultato: sale d’attesa piene e tempi d’attesa infiniti. Se per l’efficienza di questi servizi le scelte di buon senso sono importanti, per i servizi di emergenza mobili risultano di importanza vitale. L’ambulanza va chiamata solo in certi casi altrimenti si rischia di occupare tutti i mezzi disponibili a scapito delle emergenze vere.
Dal dolore al petto alla difficoltà o assenza di respiro, dalla perdita di coscienza ai segni di soffocamento: sono queste alcune delle situazioni in cui il cittadino deve assolutamente contattare il servizio di emergenza 118. Ma il divieto di chiamata è tassativo nel caso, invece, di tutte le situazioni considerabili non urgenti.
Per aiutare i cittadini a riconoscerle il Ministero della Salute in collaborazione con l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) ha promosso una Campagna informativa sul corretto uso dei servizi di emergenza. Obiettivo: indicare in modo chiaro ai cittadini quando contattare il 118 e quando recarsi al Pronto soccorso per evitare un utilizzo non appropriato dei servizi di emergenza-urgenza. Il vademecum di consigli è disponibile, sotto forma di schede, in otto diverse lingue. Le indicazioni saranno recepite dalle Regioni, che a loro volta decideranno il modo di veicolarle ai cittadini. La Campagna prevede anche uno spot televisivo che andrà in onda questa settimana sulle reti Rai.