Wise Society : Curare la disbiosi intestinale: un intestino in salute per un corpo in forma

Curare la disbiosi intestinale: un intestino in salute per un corpo in forma

di Lucia Fino
13 Ottobre 2023

Una flora batterica non in equilibrio può dar vita a un quadro sintomatologico molto vario, a volte invalidante. Curare il proprio intestino significa investire nella propria salute, da ogni punto di vista

Se il microbiota intestinale sta bene, anche tutto il nostro organismo è al suo meglio: le difese contro virus, batteri e agenti nocivi sono efficaci e reattive, il cibo viene assimilato senza problemi, perfino l’umore migliora. Quando, però, qualcosa si altera i sintomi non tardano ad apparire. La disbiosi intestinale si manifesta in vari modi, dal gonfiore, alle difficoltà digestive fino a un senso di malessere generale anche psicologico ed emotivo. La cura contro la disbiosi parte dallo stile di vita, ma possono aiutarci anche un’integrazione intelligente (con probiotici e prebiotici) e alcuni metodi di cura naturali. Ecco come capire se qualcosa non va e come agire contro la disbiosi intestinale con dieta, movimento e tutto quello che supporta i “batteri buoni” dentro di noi.

Disbiosi intestinale: donna con mal di pancia

I sintomi della disbiosi intestinale

Cos’è la disbiosi intestinale? Partiamo dalla sua definizione per scoprire con quali sintomi si manifesta. Con questo termine si definisce una condizione di squilibrio sia nella funzione che nella composizione del microbiota. Questa condizione può manifestarsi con un insieme di disturbi spiacevoli che spesso arrivano a compromettere anche la qualità della vita: gonfiori, dolori addominali, senso di pesantezza dopo i pasti, l’alternarsi di diarrea e stitichezza.

Per capire da cosa dipende la “digestione difficile” bisogna portare il focus su quel mondo complesso che è il nostro microbiota, quella preziosa e complessa “flora intestinale” fatta di moltissime specie batteriche che popolano naturalmente il nostro intestino e che vivono in simbiosi con noi. Quando i batteri “cattivi” crescono molto più di quelli buoni e la varietà batterica si impoverisce, l’ambiente intestinale perde armonia. È in questo momento di disequilibrio che si ha la disbiosi intestinale.
I sintomi non si limitano a quelli intestinali: possono essere più nascosti perché la disbiosi porta a un’infiammazione silente ma dannosa, una “low grade inflammation” che causa malessere costante in tutto l’organismo.

La candidosi intestinale

Alla disbiosi intestinale è associata anche la prolificazione di un fungo saprofita, la Candida albicans, normalmente presente nell’organismo. Questo fungo che di solito vive senza causare problemi nel nostro corpo può moltiplicarsi senza controllo in vari distretti del corpo come la vagina o l’intestino, diventando un agente patogeno e causando infezioni micotiche molto fastidiose. Nel caso di candidosi intestinale la causa va cercata soprattutto in una dieta sbagliata, troppo ricca di zuccheri.

Flora batterica intestinale

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Funzione e importanza del microbiota

Il microbiota nel nostro organismo riveste più di una funzione fondamentale. Per prima cosa contribuisce all’assimilazione dei cibi e alla trasformazione dei nutrienti in energia. Se il microbiota è efficiente il cibo viene digerito bene perché la flora batterica intestinale stimola nel modo giusto i movimenti del colon.

Sempre attraverso il microbiota si ha la sintesi di vitamine importanti come la vitamina K, le vitamine del gruppo B, l’acido folico e altre sostanze essenziali. Dal microbiota dipendono anche la reattività contro gli attacchi virali e batterici. Proprio nell’intestino infatti risiede il 70% delle difese immunitarie del corpo.

L’asse intestino cervello: un dialogo che ci cambia la vita

Il nostro microbiota intestinale e il nostro cervello sono in comunicazione costante: non a caso i ricercatori da alcuni anni parlano proprio di asse intestino-cervello. In pratica, fra il sistema nervoso e la flora batterica intestinale c’è un vero scambio bidirezionale di informazioni e di influssi reciproci.

Questo “dialogo” avviene sia direttamente perché il microbiota invia segnali al cervello sia indirettamente perché la flora intestinale stimola la liberazione di neurotrasmettitori come serotonina, triptofano e acido gamma-amino-butirrico che intervengono sul metabolismo e sulle funzioni cerebrali.

Un microbiota che ospita una popolazione di batteri “buoni” ricca e diversificata equivale a un umore migliore (serotonina e triptofano sono le sostanze della felicità per eccellenza), a un riposo tranquillo e regolare, a migliori performance intellettuali e cognitive.

Se il microbiota è efficiente si ha anche una sincronizzazione migliore con i ritmi circadiani della giornata, regolati luce e dal buio, che, per esempio, rende meno soggetti alla depressione stagionale in autunno e al “winter blues”.

Quando c’è disbiosi intestinale, invece, il segnale che arriva che dall’intestino arriva al cervello è negativo. L’umore scende, si hanno irritabilità, ansia e nervosismo. Per alcuni studi la disbiosi intestinale porebbe essere collegata perfino all’insorgere o al peggiorare di fenomeni depressivi. Quando il microbiota si altera e cresce la percentuale di batteri cattivi possono comparire insonnia e difficoltà di memorizzazione.

L’aspetto positivo è che sull’asse intestino-cervello si può comunque intervenire. Il primo passo? Migliorare la situazione intestinale e agire sulla disbiosi con la dieta giusta, probiotici e prebiotici. Anche il lato emotivo e cerebrale migliorerà, insieme al benessere più strettamente fisico.

Asse intestino cervello

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Le cause delle disbiosi intestinale

Ma quali sono le cause della disbiosi intestinale? Una affonda le sue radici nei primissimi istanti di vita, nel momento del parto. È proprio dalla flora batterica del canale vaginale della madre che il neonato “eredita” l’impronta fondamentale del suo microbioma. Diversi studi hanno indagato questo rapporto evidenziando come chi nasce con parto cesareo ha spesso un microbioma più povero. In questa impronta di base conta poi anche la genetica, che può essere più o meno “fortunata”.

Il cambiamento in meglio o in peggio del microbioma dipendono però moltissimo anche dagli stili di vita, come l’alimentazione, e da altri fattori esterni, su cui possiamo intervenire. Anche l’uso prolungato e l’abuso di farmaci come gli antibiotici, lassativi, antiacidi, ormoni possono alterare il microbiota intestinale.

Meno indagato ma non meno importante il ruolo del cervello: stress, ansia, malattie depressive, in un rapporto reciproco di causa-effetto, possono influenzare negativamente il microbioma.

Il test per la disbiosi intestinale

Per accertare se davvero c’è disbiosi, quando si avvertono malesseri, soprattutto digestivi, si può fare un test specifico. Il disbiosi test più semplice è quello che si effettua, presso moltissimi laboratori di analisi, ricercando nelle urine due valori: lo scatolo e l’indicano. Quando questi valori risultano fuori norma è molto probabile che ci sia disbiosi: in particolare una crescita del valore dell’indicano rivela una sofferenza dell’intestino tenue mentre l’aumento dello scatolo segnala che qualcosa non va nell’intestino crasso e nel colon.

Più sofisticato, invece, il test della disbiosi che si effettua analizzando il genoma del microbiota e che è in grado di tracciare e studiare la presenza dei diversi microrganismi nell’intestino. Si effettua in struttura specializzate partendo dall’analisi di un campione fecale.

Microbiota

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Come curare la disbiosi intestinale

Per riportare in equilibrio il microbiota la cura migliore è cambiare lo stile di vita. Sono tanti gli ambiti in cui è possibile intervenire per migliorare la nostra flora batterica.

  • Alimentazione: La prima mossa contro la disbiosi intestinale è modificare l’alimentazione con una dieta che “nutra” i batteri buoni e favorisca il riformarsi di una flora ricca e diversificata.
  • Attività fisica: Accanto all’alimentazione bisogna però introdurre altre buone abitudini quotidiane. Per esempio bisogna dire no alla sedentarietà: basta la classica mezz’ora di camminata al giorno per aiutare (davvero!) la funzionalità dell’intestino.
  • Contenre lo stress: Combattere lo stress è un’altra regola di vita che aiuta. Meditazione, mindfulness, ginnastica dolce, pilates, respirazione profonda sono piacevoli ed efficaci per allontanare la tensione psico-fisica che invia segnali negativi lungo l’asse intestino-cervello.
  • Igiene del sonno: alla sera è sempre utile curare anche l’igiene del sonno: se dormiamo bene ci sveglieremo rigenerati e il nostro microbioma con noi!
  • Stop ai “vizi“: niente fumo, pochissimi alcolici e poco caffè completano il quadro di una buona e facile routine anti-disbiosi.

Alimentazione

Approfondiamo il discorso relativo all’alimentazione, perché la disbiosi intestinale si combatte a tavola. La dieta giusta contro la disbiosi è una dieta con molti vegetali e frutta che apportano fibre prebiotiche: aglio, cipolla, broccoli, asparagi, cicoria e carciofi sono verdure mediterranee che devono entrare in un’alimentazione per l’intestino. Ovviamente per evitare gonfiori bisogna abituarsi pian piano all’aumento delle fibre, aumentando le porzioni di verdura poco alla volta. La frutta, poco zuccherina e di stagione, va mangiata preferibilmente fuori dai pasti.

Sì anche ai cibi fermentati, un vero toccasana per l’intestino. Non a caso nella tradizione orientale miso e kimchi e sono considerati alimenti di lunga vita, perfetti per regolare la digestione e dare uno start alle difese immunitarie. Yogurt e kefir, senza zuccheri, sono poi un’ottima fonte di lactobacilli utilissimi per la flora intestinale: da consumare ogni giorno a colazione e negli spuntini. Tante fibre prebiotiche anche nei cereali integrali (riso, farro, avena) e che forniscono carboidrati complessi.

Un taglio deciso invece a dolci, bevande zuccherate e cibi grassi come carne rossa e formaggi. Pane e pizza, che possono creare una food sensibility o intolleranza al lievito, vanno ridotti e mai assunti insieme nello stesso pasto.

Probiotici

Contro la disbiosi intestinale si possono assumere come integratori dei probiotici, meglio se di vari ceppi, specie e genere. Secondo le ricerche i probiotici migliorano le funzioni intestinali ed epatiche, intervengono nella sintesi delle vitamine del gruppo B e abbassano il pH intestinale, rendendo l’ambiente intestinale sfavorevole per i batteri potenzialmente dannosi.

I probiotici si possono trovare in formulazioni che garantiscono che arrivino all’intestino vivi e vitali. Possono essere anche abbinati a prebiotici e ad estratti vegetali benefici per l’intestino. Questi integratori si assumono di preferenza alla sera a stomaco vuoto: i tempi e il tipo di integrazione devono essere consigliati dal medico, per personalizzare e ottimizzare la cura.

Idrocolonterapia

L’idrocolonterapia è una tecnica, antichissima ma oggi attuata con macchinari moderni che la rendono indolore, di “lavaggio” dell’intestino attraverso speciali cannule che veicolano dall’esterno all’interno e viceversa acqua filtrata e depurata a pressione controllata, che vengono introdotte dalla regione anale. Lo scopo è una pulizia profonda che liberi da scorie e residui, agevolando le funzioni intestinali e anche il riformarsi di una buona flora intestinale.

Per questo l’idrocolonterapia viene usata anche contro la disbiosi, in casi selezionati.
Questo metodo deve, però, essere praticato sempre in strutture mediche, con personale esperto perché può avere controindicazioni anche serie (dalla perforazione intestinale allo squilibrio degli elettroliti). Sarà il medico a valutarne l’uso e l’eventuale ripetizione del trattamento.

Lucia Fino

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