Wise Society : I paesi più felici del mondo 2023: la Finlandia riconferma il primato

I paesi più felici del mondo 2023: la Finlandia riconferma il primato

di Maria Enza Giannetto
24 Marzo 2023

Cosa rende felice un paese e le persone che lo abitano? Come ogni anno il World Happiness Report ci fornisce una fotografia della situazione nel mondo, perché oggi la felicità è una metrica da cui non si può più prescindere

La felicità di un Paese? Passa dai servizi pubblici che garantiscono ai cittadini sostegno sociale, reddito, salute, libertà nonché dalla generosità e dall’assenza di corruzione. Sono questi gli indicatori ormai ben noti alle amministrazioni di ogni Stato che vengono utilizzati dal World Happiness Report per stilare la classifica dei paesi più felici del mondo.  Un rapporto che è ora all’undicesima edizione e che incorona, per il sesto anno consecutivo, la Finlandia al primo posto tra i paesi felici. Ma da cosa dipende? Perché alcuni paesi sono più felici di altri? E quali sono i motivi per cui l’Italia si trova solo al trentatreesimo posto della suddetta lista e continua a scendere di anno in anno?

Bambini su una giostra

Foto di Scott Webb su Unsplash

Paesi più felici del mondo: nonostante le crisi prevale la positività

“Anche durante questi anni difficili, le emozioni positive sono rimaste due volte più prevalenti di quelle negative e i sentimenti di sostegno sociale positivo due volte più forti di quelli di solitudine”, ha affermato John Helliwell, uno degli autori del report.

“Il rapporto di quest’anno presenta molti spunti interessanti”, ha affermato Lara Aknin, “uno particolarmente interessante e incoraggiante ha a che fare con la pro-socialità. Per un secondo anno, vediamo che varie forme di gentilezza quotidiana, come aiutare uno sconosciuto, donare in beneficenza e fare volontariato, sono al di sopra dei livelli pre-pandemia. È stato dimostrato che gli atti di gentilezza portano e derivano da una maggiore felicità“. Un approccio teorizzato anche nel nostro paese per applicarlo al quotidiano: trattasi della teoria del nudge, di cui abbiamo parlato anche su Wise Society con un’intervista a Irene Voi, industrial designer e pioniera dell’approccio circolare all’economia.

Cattedrale di Helsinki, capitale dei paesi più felici del mondo 2023

Foto di Jaakko Kemppainen su Unsplash

I 20 paesi più felici del mondo nel 2023

Il report 2023 sulla felicità stila una lista dei paesi dove si vive meglio, e dove gli abitanti sono oggettivamente più felici. Un report che, per il 2023, non riserva grosse sorprese rispetto al world happiness report 2022: la Finlandia resta salda al primo posto per il sesto anno consecutivo e in linea di massima non ci sono grandi stravolgimenti nè nella top ten né  tra i primi 20 paesi, se non fosse per Israele che si avvicina al podio raggiungendo il quarto posto con un balzo in avanti dall’ottavo posto dell’anno precedente e per la new entry Lituania al ventesimo posto, con un aumento di ben 30 posizioni dal 2017.

Più nel dettaglio: dopo la Finlandia che continua ad occupare il primo posto con un punteggio nettamente superiore a tutti gli altri paesi, rimangono salde al secondo e terzo posto la Danimarca e l’Islanda.

Si nota il balzo in avanti di Israele, che è uno dei paesi più ricchi e istruiti al mondo. Le posizioni dalla quinta all’ottava sono occupate da Paesi Bassi, Svezia, Norvegia e Svizzera e la top ten è completata da Lussemburgo e Nuova Zelanda.

Austria e Australia seguono all’11° e 12° posto, come l’anno scorso, seguite dal Canada, in rialzo di due posizioni rispetto alla classifica più bassa di sempre dello scorso anno. Le successive quattro posizioni sono occupate da Irlanda, Stati Uniti, Germania e Belgio, tutte con posizioni saldamente tra le prime venti, come mostrato dagli intervalli di classifica.

Il resto della top 20 include Repubblica Ceca, Regno Unito e Lituania, dal 18° al 20° posto. Gli stessi paesi tendono ad apparire tra i primi venti anno dopo anno, con 19 dei primi 20 di quest’anno presenti anche l’anno scorso.

Case in lituania

Dall’Italia ai paesi più infelici

E l’Italia? Il nostro paese non figura neanche tra i primi 20. Siamo infatti al 33esimo posto subito dopo la Spagna e prima del Kosovo, e perdiamo 2 posizioni rispetto al 2022 e 8 rispetto al 2021 quando eravamo risaliti alla venticinquesima.  Chiudono la lista L’Afghanistan e il Libano dilaniati dalla guerra che rimangono i due paesi più infelici del sondaggio, con valutazioni di vita media inferiori di oltre cinque punti (su una scala che va da 0 a 10) che nei dieci paesi più felici.

Rimane un ampio divario tra i paesi in cima e quelli in fondo alla lista. All’interno del gruppo superiore, i punteggi di valutazione della vita nazionale hanno un divario di 0,40 tra la 1a e la 5a posizione e un altro 0,28 tra la 5a e la 10a posizione. C’è quindi un divario inferiore a 0,7 punti tra la prima e la decima posizione.

La classifica

  1. Finlandia
  2. Danimarca
  3. Islanda
  4. Israele
  5. Paesi Bassi
  6. Svezia
  7. Norvegia
  8. Svizzera
  9. Lussemburgo
  10. Nuova Zelanda
  11. Austria
  12. Australia
  13. Canada
  14. Irlanda
  15. Stati Uniti
  16. Germania
  17. Belgio
  18. Repubblica Ceca
  19. Regno Unito
  20. Lituania
Nuova Zelanda: paesaggio

Paesaggio in Nuova Zelanda

Ecco perché sono felici i Paesi della top ten

Oltre al senso di benessere personale, basato sui sondaggi Gallup in ogni Paese, il punteggio del report tiene conto della libertà personale e dei livelli di corruzione. E, ovviamente, prende in considerazione l’aspettativa di vita sana, il Pil pro capite, il sostegno sociale, la bassa corruzione e la generosità della comunità in cui le persone si prendono cura l’una dell’altra. 

Finlandia
Basso livello di corruzione e presenza di istituzioni democratiche si sommano a un sistema educativo esemplare e benessere sociale. Sono questi gli ingredienti della felicità per la Finlandia dove si pratica l’arte del kalsarikänni.

Danimarca
A benessere sociale, assenza di corruzione e ottimi livelli di insegnamento ed educazione, si sommano l’attenzione a una vita sostenibile e il perfetto equilibrio tra vita lavorativa e vita privata (hygge, per dirlo in una parola sola, ovvero la filosofia che sottostà allo stile di vita danese).

Islanda
Un contatto con la natura quasi simbiotico che ne fa un elemento importantissimo per la felicità. L’Islanda conta un’altissima percentuale di fiducia nel prossimo. Inoltre la coesione sociale è un valore fondamentale per gli islandesi.

Israele
Uno degli stati più ricchi e meglio istruiti del mondo. In Israele anche la durata media della vita è molto alta e gli israeliani amano la vita e hanno fiducia nel governo.

Olanda
Attenzione per i più piccoli e per la loro educazione. Questo, assieme all’attenzione verso l’impatto ambientale, fanno dei Paesi Bassi un paese da top ten.

Amsterdam

Amsterdam – Foto di Adrien Olichon su Unsplash

Svezia
Un Pil pro capite elevato e un invidiabile equilibrio tra la vita lavorativa e privata. Bastano questi indicatori per fare della Svezia un paese felice.

Norvegia
In Norvegia sono il welfare, la fiducia nel governo e un’economia fiorente e sostenibile a rendere i cittadini felici.

Svizzera
Democrazia e sistema scolastico di altissimo livello fanno della Svizzera un paese vivibile e felice per la maggior parte dei suoi abitanti.

Lussemburgo
Piccolo, ricco e felice. Lussemburgo è uno Stato in cui tutto è a misura di cittadino, con una grande attenzione verso gli animali e dove la mobilità sostenibile è uno stile di vita.

Nuova Zelanda
Natura incontaminata e qualità della vita elevata: questi gli indicatori di felicità per la Nuova Zelanda.

Lussemburgo

Foto di Cedric Letsch su Unsplash

Il rapporto sulla felicità conferma la tendenza alla resilienza

“Il Rapporto sulla felicità 2023 – si legge nella presentazione – mostra che, nonostante diverse crisi che si sovrappongono, la maggior parte delle popolazioni in tutto il mondo continua a essere notevolmente resiliente, con medie di soddisfazione della vita globale negli anni COVID-19 2020-2022 alte quanto quelle degli anni pre-pandemia”. Da quando è stata celebrata la prima Giornata internazionale della felicità – il 20 marzo 2013 –  le persone di tutto il mondo hanno riconosciuto non solo l’importanza di misurare la felicità e il benessere, ma hanno fatto progressi nel sostenere le politiche pubbliche e private per contribuire a promuoverli.

“L’obiettivo finale della politica e dell’etica dovrebbe essere il benessere umano”, ha detto Jeffrey Sachs, condirettore del Wellbeing Program presso la London School of Economics e coeditore del rapporto “Il movimento della felicità mostra che il benessere non è un’idea ‘morbida’ e ‘vaga’, ma piuttosto si concentra su aree della vita di importanza critica: condizioni materiali, ricchezza mentale e fisica, virtù personali e buona cittadinanza. Dobbiamo trasformare questa saggezza in risultati pratici per ottenere più pace, prosperità, fiducia, civiltà – e sì, felicità – nelle nostre società”.

L’agenda della felicità per i prossimi 10 anni

Guardando indietro ai primi dieci anni del World Happiness Report, è sorprendente come negli ultimi anni sia cresciuto l’interesse del pubblico per la felicità e il benessere. Inoltre, gli stessi responsabili politici parlano sempre più spesso di benessere. L’OCSE e l’UE invitano i governi membri a “mettere le persone e il loro benessere al centro della progettazione delle politiche”.

Le idee di base

Un modo naturale per misurare il benessere delle persone è chiedere loro quanto sono soddisfatte della loro vita. La domanda tipica è, infatti: “Nel complesso, quanto sei soddisfatto della tua vita in questi giorni?” Le persone rispondono su una scala da 0 a 10 (0=completamente insoddisfatto, 10=completamente soddisfatto). Quindi la “soddisfazione della vita” è una misura standard del benessere.

Tuttavia, è ormai chiaro che bisogna anche chiedersi quali abitudini, istituzioni e condizioni materiali producano una società in cui le persone godono di un maggiore benessere. “L’ethos di un paese – si legge nel report – è importante: le persone sono affidabili, generose e si sostengono a vicenda? Anche le istituzioni contano: le persone sono libere di prendere decisioni importanti nella vita? E le condizioni materiali della vita contano: sia il reddito che la salute (in stretta connessione con il benessere) .

Queste sono in linea di massima le condizioni individuate da Aristotele nell’Etica nicomachea. Una società in cui il cittadino medio esibisce forti virtù e alta eudaimonia sarà anche quella in cui il cittadino medio sperimenterà un’elevata soddisfazione di vita. Per avere una società con un’alta soddisfazione di vita media, abbiamo bisogno di una società con un’elevata eudaimonia media”.

Il benessere delle generazioni future

Un altro tema vitale è il benessere delle generazioni future. Nella maggior parte dei sistemi etici, e dal punto di vista della felicità, questa è importante per tutti in tutto il mondo, e attraversa le generazioni. Il benessere futuro deve ricevere ciò che gli è dovuto. Per questo motivo, anche gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite  sono una componente vitale dell’agenda della felicità. In breve, gli interessi degli altri (diritti umani) e di un ambiente sostenibile sono parte integrante di vite felici piuttosto che qualcosa che è aggiuntivo o in conflitto con essi.

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