Il libro di Andrea Bianchi “La via del freddo alla felicità” insegna un metodo per scaldarsi con la mente, riscoprendo il piacere della natura e a conoscere se stessi
Quanti di noi sono cresciuti temendo il freddo? Un pericolo, da allontanare coprendosi ben bene per evitare malanni. Ma il freddo è un alleato della nostra salute: anzi, può essere una vera liberazione riscoprire il benessere che può generare, conoscendolo meglio e applicando semplici metodi per smettere di tremare e cominciare a… scaldarsi. Metodo e principi sono ben descritti da Andrea Bianchi nel libro “La via del freddo alla felicità” (Vallardi editore), da poco pubblicato.
Andrea Bianchi: il freddo è alleato del benessere
Innanzitutto va detto: il freddo fa bene. Certo, va maneggiato con attenzione, ma sono sempre più numerosi studi e ricerche sugli effetti benefici che il freddo esercita sulla nostra salute.
Cercate qualche esempio? Con la graduale abitudine a esso, i benefici ottenibili già solo da un’esposizione a temperature anche di poco inferiori a quelle che percepiamo come confortevoli sono vari: migliora la circolazione sanguigna; aumenta il dispendio di energie ovvero la possibilità di bruciare più calorie, convertendo il grasso bianco – responsabile, se in eccesso, di ciccia e sovrappeso – in grasso bruno, carburante del metabolismo corporeo di cui i neonati sono ricchi; favorisce un effetto antinfiammatorio e l’attivazione del sistema immunitario.
Consente inoltre, di avere una maggiore lucidità mentale e non da ultimo migliora l’umore.
Come affrontare il freddo? L’importanza della forza della mente
Come è possibile scaldarsi solo mettendo in atto un metodo psico-fisico? Grazie allo sviluppo di capacità naturali che occorre ridestare.
Per esempio, nel libro di Bianchi (fondatore della prima scuola italiana di barefoot hiking, ovvero di camminata scalza) si parla di termogenesi senza brivido, una produzione di calore interno che non coinvolge la contrazione muscolare, ma è innescata da una maggiore attività del sistema nervoso simpatico.
La capacità di sviluppare calore interno grazie alla pratica di una particolare tecnica di meditazione e al pieno controllo della mente e del corpo permettono, per esempio, a monaci e monache tibetane di meditare sulla neve, sciogliendola.
Come imparare a scaldarsi al freddo
Calore è un termine ricorrente, anzi, una delle prime parole dell’autore nel libro. Colpisce che, invece di parlare di freddo, tratti dell’esatto opposto: “Nonostante questo sia un libro che parla di freddo, scoprirete che il suo tema principale è in realtà il calore, quel calore interiore che è la fonte della nostra vita e che è compito di ognuno di noi riconoscere come facoltà innata e imparare a mantenere acceso con il pensiero intenzionale”.
Questo pensiero è possibile esercitarlo e focalizzarlo per star meglio, imparando a rilassarsi, a respirare, a mettere in atto alcuni principi riassunti nel metodo HOT Mind.
Il metodo HOT Mind
Fa pensare subito a “mente calda”, come in effetti è la finalità, ma è l’acronimo di Higher Order Thinking (pensieri di ordine elevato), indicando una modalità di apprendimento capace di analisi, valutazione, ricerca, creazione di nuove idee in risposta a problemi complessi. HOT Mind è un metodo essenzialmente pratico, capace di combinare la forza delle emozioni con la conoscenza e l’applicazione di opportune tecniche.
Il metodo si compone di quattro parti, che si ispirano ai quattro punti cardinali:
- la capacità di respirazione;
- il “riscaldamento” della mente con il “radicamento” e il silenzio;
- il risveglio col freddo;
- l’attività all’aperto.
Il metodo contempla anche docce fredde mattutine (anche in questo graduali) e il barefoot morning, ovvero il risveglio a piedi nudi, ma soprattutto la capacità di rilassarsi.
Andrea Bianchi: riscoprire il freddo come atto di amore verso la natura e noi stessi
Coltivare il calore interiore può essere può essere anche l’atto di “risvegliare la nostra innata attrazione per la Vita e lasciarci guidare da essa per ritrovare il benessere individuale e della Terra. La ricerca del contatto con gli elementi e le forze della natura, primo fra tutti il freddo, può essere la via privilegiata per intraprendere questo viaggio di ritorno a noi stessi e alle nostre radici”, scrive l’autore, che ha firmato anche diversi libri sulla filosofia e la pratica del camminare a piedi nudi.
La via della della felicità, in fondo, sta proprio qui: riappropriarsi di quel contatto con l’ambiente naturale, uscendo a fare due passi “e ritrovarsi con i piedi sulla Terra, aperti allo scambio con le forze della Natura”. Una possibilità, ma anche una necessità per chi come noi essere umani abbiamo imparato a fare per millenni. Oggi la nostra esistenza è sempre più alla ricerca di sicurezze, di abitudini, di una tendenza a chiuderci in ambienti confinati, in “zone di comfort” che ci rendono apparentemente più tranquilli. Uscire da queste certezze e mettersi alla prova, permette di conoscersi meglio e allenare la propria capacità di resilienza e di fiducia in se stessi.
Andrea Ballocchi