Wise Society : Il cammino del Gran Sasso: un percorso immerso nella più profonda natura d’Abruzzo

Il cammino del Gran Sasso: un percorso immerso nella più profonda natura d’Abruzzo

di Paola Greco
17 Febbraio 2023
SPECIALE : Meraviglioso Abruzzo: itinerari e attrazioni

Per chi ama camminare in una natura selvatica, tra ampi spazi e vette imponenti, c’è un nuovo cammino, appena inaugurato, al cospetto di Sua Maestà il Gran Sasso.

Il 2023 è cominciato con la nascita di un nuovo emozionante cammino in terra d’Abruzzo, che prende il nome dal massiccio più alto, non solo della regione, ma anche di tutta la catena appenninica. Il Cammino del Gran Sasso è un percorso ad anello, lungo 61 chilometri, che parte da Fonte Cerreto, alla base della funivia del Gran Sasso, e si sviluppa in 5 tappe per un totale di 25 ore di cammino. Un itinerario esperienziale che si apre su una natura sontuosa e si snocciola tra i comuni di Barisciano, Santo Stefano di Sessanio, Calascio, Castel del Monte e l’Aquila.

Percorso sul Gran Sasso

Foto Shutterstock

Cammino del Gran Sasso: tappe e attrazioni lungo il percorso

I luoghi toccati dal Cammino del Gran Sasso sono talmente suggestivi da aver ospitato film quali Continuavano a chiamarlo Trinità, il Deserto dei Tartari con Vittorio Gassman, Così è la vita di Aldo, Giovanni e Giacomo, Il viaggio della Sposa di Sergio Rubini, ma anche film dalle grandi e ricche produzioni internazionali, come King David con Richard Gere, Yado, Conan il Barbaro, Lady Hawake o The American con George Clooney.

Spazi aperti su “cieli cobalto”, che “nei giorni di silenzio” hanno fatto da scenografia anche ad alcuni bellissimi videoclip, come Eppure Sentire di Elisa o La Tua Canzone dei Negrita. E allora approfittiamo di questo “biglietto per le stelle” e continuiamo questo viaggio spettacolare al cospetto di Sua Maestà il Gran Sasso, snocciolando le tappe di questo nuovo percorso in natura, che ha tutte le carte in regola per entrare a far parte dei cammini più belli d’Italia.

Prima tappa: da Campo Imperatore a Castel del Monte

Il Cammino del Gran Sasso inizia dall’altopiano di Campo Imperatore, che si estende nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ai piedi delle cime più alte dell’Appennino, terminando poi al bellissimo borgo di Castel del Monte. Scopriamo allora tutte località toccate in questa prima parte del percorso

  • Campo Imperatore

Giunti al Piazzale di Campo Imperatore, dove si arriva prendendo la funivia da Fonte Cerreto, ci accolgono la chiesetta della Madonna della Neve, consacrata da Papa Wojtyla che qui amava sciare in incognito, e l’Osservatorio Astronomico d’Abruzzo, meta ogni anno di migliaia di visitatori. Già da qui la natura si presenta aspra, e colpisce la vastità degli spazi totalmente visibili, grazie alla vegetazione quasi esclusivamente erbacea, pascolo ideale per le numerose mandrie di bovini e cavalli.

  • Vado di Corno

Seguendo la segnaletica del Cammino, si raggiunge il panorama indimenticabile di Vado di Corno, da cui si può godere della veduta dei due versanti, aquilano e teramano, del massiccio. Da qui, nei giorni di buona visibilità, lo sguardo si perde fino al mar Adriatico, mentre alle spalle svettano imponenti il Corno Grande, che domina dall’alto delle sue quattro vette, e poi Monte Aquila, la sua naturale anticima, famosa per i paesaggi mozzafiato.

  • Laghetto Pietranzoni e i campi di crochi

Il cammino prosegue verso il Laghetto Pietranzoni, uno dei tanti specchi d’acqua naturali di origine carsica e glaciale di cui è trapuntato Campo Imperatore; tra tutti questo è forse il più celebre e fotografato in quanto, dalla giusta angolazione, riflette nelle sue gelide acque il Corno Grande. A rendere ancora più scenografico questo angolo di mondo ci pensa come sempre la natura che, durante la primavera, mentre le cime sono ancora innevate, riempie il pianoro di crochi a perdita d’occhio: fiori, che virano dal lilla tenue al viola intenso, molto simili allo zafferano.

  • Canyon Scoppaturo e il cinema

Nella quiete e nel silenzio della piana, si imbocca senza indugio il Canyon dello Scoppaturo o della Valianara, probabilmente il più utilizzato nel cinema italiano: qui hanno cavalcato al galoppo Arnold Schwarzenegger, Brigitte Nielsen, Liam Neeson, Ken Marshall, Giuliano Gemma, Jacques Perrin, Franco Nero, Woody Strode, Orso Maria Guerrini e Richard Lynch.

  • Castel del Monte

A passi svelti si conclude la prima giornata arrivando a Castel del Monte, che rientra nel prestigioso circuito dei “Borghi più belli d’Italia”: un centro fortificato incastonato nelle montagne, di meno di 600 abitanti, caratterizzato dai cosiddetti “sporti”, gallerie di passaggio, scavate all’interno della roccia calcarea per mettere in collegamento i vari nuclei abitativi del borgo, costruiti uno a ridosso dell’altro. Da non perdere i colorati murales e i mosaici che impreziosiscono il piccolo centro storico, ed i ben 9 musei che raccontano antiche tradizioni.

Andando a metà agosto, si potrà partecipare alla festa e alla rievocazione storica della “Notte delle Streghe” o “Rito de re sette sporte”, celebrazione mistica che risale a centinaia di anni fa. Piccola curiosità culinaria: qui si produce il pecorino Canestrato, prodotto a Presidio Slow Food, appartenente alla tradizione della transumanza.

Corno Grande da Campo Imperatore, lungo il Cammino del Gran Sasso

Corno Grande da Campo Imperatore lungo la strada che collega Fonte Cerreto all’Ostello

Seconda tappa: da Castel del Monte a Rocca Calascio

Per la seconda tappa del Cammino del Gran Sasso, si parte da Castel del Monte alla volta del borgo di Calascio e della relativa Rocca. Il percorso passa per il Colle della Battaglia dove sopravvivono i resti di un antico insediamento del popolo italico-vestino, completamente distrutto nel 324 a. C. dal Console Romano Bruto Sceva. Sono ben visibili le tracce di tre fossati circolari e concentrici e di altrettante cerchia di mura che proteggevano il villaggio; sono stati rintracciati anche i resti di una grande porta d’accesso ed una piccola pusterla.

  • Calascio e Rocca Calascio

Proseguendo il cammino, si raggiunge presto Calascio, uno splendido borgo arroccato sul costone sud-orientale del monte dove si erge l’imponente Rocca: capolavoro architettonico di origine normanna, ampliato e dotato di quattro torri cilindriche alla fine del XV secolo, è stato inserito nella lista di National Geographic come uno dei 15 castelli più belli al mondo. Situato a 1460 metri d’altezza, è tra le fortificazioni più alte d’Italia. Ai piedi della rocca sono presenti anche i ruderi dell’antico borgo, al quale è collegata con un ponte di legno. Il suo impianto fu di uso esclusivamente militare e si caratterizza per la capacità con la quale riesce a fondersi con l’impervio territorio circostante, con il quale forma un tutt’uno.

Poco distante, lungo il sentiero che porta a Santo Stefano di Sessanio, è possibile visitare la rinascimentale Chiesa di Santa Maria della Pietà, una piccola chiesetta con pianta ottagonale sormontata da una cupola a otto spicchi, che si trova in una posizione strepitosa, da cui domina la piana di Navelli con il suo antico tratturo.

Rocca Calascio lungo il Cammino del Gran Sasso

Foto Shutterstock

Terza tappa: da Rocca Calascio a Santo Stefano di Sessanio

La terza tappa del Cammino del Gran Sasso è breve ma ricca di meraviglie pronte a stupire: un tratto semplice e panoramico, adatto anche alle famiglie con i bambini. Camminando sul sentiero, ci si affaccia sulla valle situata a sud, elegantemente e geometricamente modellata da terrazzamenti un tempo coltivati a lenticchie e cereali come il grano Solina, la Rosciola (una cultivar da olio dell’Italia centrale), il grano Saragolla, le uniche specie floristiche che potevano resistere a queste quote.

  • Santo Stefano di Sessanio

Raggiunto Santo Stefano di Sessanio, nella lista dei Borghi più belli d’Italia, si verrà irrimediabilmente attratti dai pittoreschi e stretti vicoli del paesino di origine medievale ma caratterizzato da sovrapposizioni architettoniche rinascimentali di gusto toscano, che testimoniano la dominazione nel territorio delle famiglie Piccolomini e Medici: infatti il pugno di piccole vie che lo animano convergono tutte verso la torre di avvistamento Medicea risalente al trecento, simbolo del paese.

La piazza Medicea, poi, è l’affaccio privilegiato per i monumenti storici del paesino, come la chiesa delle Anime Sante o l’imponente porta Medicea o porta Urbica, da cui si accede al centro storico. Particolarmente suggestiva anche la scalinata della Villa – ripida, lunga e larga – i cui gradini, sui quali i palazzi in pietra sembrano disposti a caso, consentono agli abitanti di salire fino agli ingressi delle abitazioni.

Perdendosi tra le stradine, se siete innamorati, non mancate di percorrere il Vicolo dei Baci, talmente stretto che è possibile passare solo uno alla volta… a meno che non ci si voglia baciare… La piccola roccaforte medievale è uno degli esempi di “albergo diffuso” più celebri e pittoreschi.

Scorcio in un vicolo di Santo Stefano di Sassanio

Foto Shutterstock

Quarta tappa: da Santo Stefano di Sessanio a Barisciano

Dopo aver scovato ogni scorcio incantato di Santo Stefano di Sessanio, si parte per vivere la quarta tappa, prevalentemente in discesa, del Cammino del Gran Sasso che porterà, in cinque ore di cammino, a Barisciano, adagiato alle pendici di un colle alberato dalla cui sommità svettano i ruderi del suo castello medievale.

  • Piana delle Locce

Il percorso panoramico lambisce la Piana delle Locce, così chiamata per via dei numerosissimi ricoveri scavati nella roccia, detti appunto “locce”. Queste fungevano da appoggio alle attività agro-pastorali che usufruivano degli altopiani coltivabili e delle ampissime lande dedicate al pascolo.

  • Barisciano

Accompagnati dalla presenza costante della maestosa vetta del Corno Grande, l’itinerario prosegue fino a Barisciano, che gode di un’invidiabile posizione geografica, ed appartiene ad un’area di grande valore ambientale: i suoi dintorni sono tipicamente montagnosi e presentano una serie di crinali separati da pittoresche vallate e da inaspettati altipiani interni. Tutto il territorio è cosparso di suggestive testimonianze archeo-etnologiche che ci riportano al suo passato.

Barisciano conserva alcuni scorci architettonici del XVI secolo, testimonianza della presenza della famiglia Caracciolo. Qui possiamo visitare la piccola chiesa del Buon Consiglio o di Capo di Serra risalente al XIII secolo e decorata al suo interno con pregevoli affreschi votivi.

Quinta tappa: da Barisciano a Fonte Cerreto

La quinta e ultima tappa consente di esplorare gli splendidi altopiani del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, incorniciati dagli alti monti del Massiccio.
Si procede in leggera salita per quasi tutta la tappa, attraversando un vallone che porta fino ad un bivio con il laghetto Fonte Vedice, utilizzato per far abbeverare gli animali al pascolo. Da qui si prosegue sino al tempietto in pietra di Sant’Eusanio, solitario e silenzioso, la cui costruzione risale alla fine del ‘500.

Poco più avanti, si attraversa il Piano di Fugno, un ampio e spettacolare altopiano dove confluiscono le acque piovane che formano il piccolo Lago di Filetto, in inverno quasi sempre ghiacciato. Seguendo il vallone e poi salendo leggermente, si arriva in cresta, proprio sopra Valle Fredda: una stretta fessura protetta dalle vette del versante aquilano del Gran Sasso, servita in inverno dagli impianti per gli amanti dello sci fuori pista.

Un ultimo sguardo a questi panorami mozzafiato, e poi si comincia a scendere per arrivare, dopo soli quattro chilometri, da dove eravamo partiti: Fonte Cerreto ci troverà diversi da come ci ha lasciato, sicuramente arricchiti nello spirito e con gli occhi pieni di bellezza.

Paola Greco

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