La terapia rigenerativa autologa usa le cellule staminali del nostro corpo con risultati sorprendenti. Ne è testimone la ricerca pubblicata sull'International Journal of Ginecology and Obstretics riguardo la sua applicazione per i disturbi della menopausa. E ora è partito un crowfunding per sostenerla
Le risorse interne dell’organismo sono le nostre prime alleate di salute: possono aiutarci a contrastare gli inestetismi, a farci sentire vitali e attivi, ma anche a combattere problemi più o meno grandi che l’età può portare con sé. È proprio questa l’intuizione vincente alla base della terapia rigenerativa autologa Seffiline: supportata da tecniche innovative e sofisticate, trova nelle cellule staminali presenti nel tessuto adiposo le nostre più grandi alleate. Queste possono infatti essere usate per donare nuovo tono e luce alla pelle, ma anche per curare e prevenire problemi ortopedici, tricologici e ginecologici. E i riconoscimenti non sono tardati ad arrivare. Il dispositivo Seffigyn, dedicato alla terapia autologa rigenerativa in campo ginecologico, è al centro di uno studio pubblicato sull’International Journal of Gynecology and Obstretics, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo in campo ginecologico, per le sue applicazioni nella menopausa.
Abbiamo incontrato il dottor Alessandro Gennai, chirurgo plastico ricostruttivo ed estetico, responsabile scientifico AITAR (Associazione Italiana Terapia Autologa Rigenerativa) per farci spiegare perché queste metodiche si stanno rivelando così versatili e nello stesso tempo mirate e perché in futuro lo saranno sempre di più.
Perché il riconoscimento che arriva dalla pubblicazione degli studi sull’International Journal of Ginecology and Obstretics è particolarmente importante?
«Perché dimostra la rilevanza e gli sviluppi sempre più promettenti della terapia autologa rigenerativa come cura ginecologica, rivolta alle donne in menopausa. L’innesto con il dispositivo Seffigyn di proprie cellule staminali si è dimostrato efficace per curare problematiche come secchezza vaginale, prurito, dolore nei rapporti e disfunzioni urinarie che colpiscono il 65% delle donne già un anno dopo la menopausa e addirittura l’84% dopo sei anni. È la risposta anche a un problema sociale di grande rilievo perché oggi, con l’allungamento della vita media una donna trascorre 1/3 della sua vita in menopausa. Un periodo lungo che merita di essere vissuto al meglio».
Che cosa distingue Seffiline da altri approcci terapeutici?
«Seffiline comprende quattro dispositivi specifici. Seffygn, appunto per il campo ginecologico, Seffiler per la terapia rigenerativa estetica, Seffihair, per la terapia rigenerativa nella perdita dei capelli e Sefficare che viene usato in dermatologia, ortopedia, chirurgia vascolare, proctologia e infine vulnologia dove la terapia rigenerativa aiuta nel trattamento, non facile, delle ferite complesse. Tutti e quattro hanno una caratteristica comune: sono dispositivi guidati per medici o specialisti. Questo consente più di un vantaggio. Riduce fortemente le possibilità di errori e consente di intervenire, con un kit completo, monouso, all-in-one, che si può usare in ambiente ambulatoriale, senza l’esigenza di una camera operatoria, abbassando quindi i costi. Il prelievo del tessuto è eseguito così in modo standardizzato, superficiale e sicuro, permettendo di eseguire la terapia rigenerativa anche a medici senza esperienza nel campo dell’estrazione del tessuto adiposo. È un metodo che si può anche integrare con altre terapie tradizionali, come il laser, migliorandone gli effetti. In più è una metodica poco invasiva e dolorosa e questo non è un’aspetto da sottovalutare, proprio per esempio in ambito ginecologico, dove c’è da tenere presente una particolare sensibilità».
È una metodica con tanti sviluppi in un mondo che chiede sempre più di agire in modo naturale sull’invecchiamento?
«Il trattamento autologo rigenerativo si può considerare una vera terapia anti-aging che, se viene seguita con costanza, può portare indietro le “lancette” dell’invecchiamento dei tessuti e mantenere l’effetto nel tempo. Questo è vero per i trattamenti ginecologici della menopausa ma anche per quelli tricologici, che poi possono riguardare anche le stesse donne over 50, visto che, dopo la fine dell’età fertile, moltissime soffrono di perdita dei capelli. Sono notevoli anche le applicazioni nel post degli interventi ortopedici perché la terapia autologa rigenerativa stimola il riformarsi delle cartilagini a livello intrarticolare. È anche un supporto per chi vuole continuare l’attività fisica e sportiva dopo i 50/60 anni quando i problemi di degenerazione della cartilagini, con conseguente rigidità e dolore, sono più frequenti».
Oggi è attivo anche un crowfunding per i dispositivi Seffiline…
«Sì, l’azienda ha lanciato una campagna su MamaCrowd, una piattaforma di Equity Crowfunding. È un modo per far crescere una start up italiana e consentirle di aprirsi sempre più a realtà internazionali. Partecipare al crowfunding vuol dire credere in realtà con un grande potenziale e investire nella ricerca che sta dietro alla terapia autologa rigenerativa e che ne permetterà in futuro anche altre applicazioni. È un’opportunità anche se si è un piccolo investitore (si parte da 500 euro) per diventarne comproprietari e un mezzo per coinvolgere tante persone in qualcosa che avrà sempre più spazio fra le terapie dei prossimi anni. Un modo diverso di investire nella salute perché il futuro della medicina è proprio nelle nostre cellule».
Lucia Fino