Wise Society : Moda circolare: da rifiuti di plastica e copertoni nasce il filato eco sostenibile

Moda circolare: da rifiuti di plastica e copertoni nasce il filato eco sostenibile

di Andrea Ballocchi
27 Aprile 2022

La moda circolare trova nuove opportunità sostenibili grazie ai rifiuti di plastica, ma anche da copertoni a fine vita con un filato nato dalla ricerca e sviluppo e basato sul riciclo. Si chiama Q-CYCLE® ed è una poliammide, particolare materiale sintetico che ha gli stessi pregi funzionali ed estetici di una poliammide vergine, impiegabile per produrre tessuti di alta qualità. L’ha ideata e messa a punto l’azienda italiana Fulgar in collaborazione con BASF. Si tratta di un filato utilizzabile per tutte le applicazioni tessili e perfettamente lavorabile come una normale poliammide, abbinabile con tutte le fibre. Quanto importante sia produrre filati green per tessuti più sostenibili lo mette bene in luce la Banca Mondiale, secondo cui l’industria della moda è altamente impattante, responsabile del 10 % delle emissioni di CO2 globali annuali. L’economia circolare propone molteplici soluzioni. 

Filato sostenibile

Foto di Mikaela Wiedenhoff / Unsplash

La moda circolare di Fulgar: il filato diventa green

L’ultima novità, in fatto di moda circolare, la propone Fulgar e va ad ampliare una gamma di filati sostenibili della stessa azienda che comprende anche fibre in nylon riciclato QNOVA® (ottenuta con materie prime rigenerate), il nylon bio-based EVO, ricavato da semi e olio di ricino, e il nylon biodegradabile AMNI SOUL ECO®. Quest’ultimo è biodegradabile: viene eliminato dal pianeta in cinque anni circa (contro i tempi ultradecennali di altre fibre) e come gli altri prodotti biodegradabili, una volta in discarica si decompone in biomassa e biogas.

Q-CYCLE®: dalla plastica al tessuto

Q-CYCLE® aggiunge un altro importante tassello al percorso di sostenibilità dei prodotti dell’azienda mantovana. Lo fa grazie alla collaborazione con BASF e attraverso la pirolisi, processo di decomposizione chimica di un composto o di una miscela di composti ottenuta solo mediante il calore. Così si trasformano i rifiuti di plastica post consumo e a fine vita, in una materia prima secondaria, l’olio di pirolisi. Esso è in grado di sostituire la stessa quantità di materie prime fossili utilizzate all’inizio del processo di produzione chimica. La quota di materiale riciclato chimicamente viene assegnata al prodotto finale utilizzando un approccio di bilancio di massa verificato da terzi. È una tecnologia che può essere applicata a qualsiasi rifiuto plastico che non può essere riciclato meccanicamente, come i copertoni a fine vita.

Fulgar ha deciso di utilizzare il polimero prodotto da materie prime riciclate da pneumatici fuori uso poiché questi vengono solitamente inceneriti con una conseguente alta emissione di CO2. Solo in Europa, ogni anno, il 40% degli pneumatici a fine vita non vengono riciclati: si tratta di un quantitativo pari a 1,37 milioni di tonnellate di pneumatici.

Filatura nylon 66 di Fulgar

Filatura nylon 66 di Fulgar – Foto ufficio stampa Fulgar

Filati e tessuti circolari, green e made in Italy: qualche esempio

Quella di Fulgar è una storia esemplare, ma non l’unica in Italia (e non solo) di moda circolare. L’azienda lombarda Argar propone, con il marchio ONE, tessuti a maglia e accessori tessili prodotti materie prime riciclate e biologiche, prodotti con il 100% di filato di poliestere riciclato e cotone biologico.

C’è anche la toscana Manteco che ha avviato un progetto specifico (Project 43) mediante il quale recupera scarti di lavorazione delle aziende che producono capi utilizzando i suoi tessuti, in modo di riciclarli per ottenere nuovi filati. Inoltre, ha realizzato un MWool®, particolare lana riciclata, ricavata sia da scarti di lavorazione che da capi pre e post-consumo.

Particolarmente sensibile al tema della moda circolare è anche la bergamasca RadiciGroup. Ha lanciato sul mercato un filato in poliestere, Repetable, ottenuto dal riciclo delle bottiglie in pet con cui realizza Oroblù Save the Oceans, il collant nero 50 denari.

Andrea Ballocchi

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