Wise Society : Tutto sugli PFU: cosa sono e come si riciclano

Tutto sugli PFU: cosa sono e come si riciclano

di Redazione Wise Society
27 Giugno 2020

Cosa sono gli Pneumatici Fuori Uso e perchè, dal loro riciclo, è possibile ridare una seconda vita alle gomme per produrre asfalto, campi da calcio e altro

Il riciclo, si sa, sta diventando sempre di più un valore aggiunto nelle nostre economie. Riutilizzare materie prime re-immettendole in circolo per produrre altri beni non è solo un trend ma una necessità. Lo sanno bene anche quelli del consorzio EcoTyre che recupera i copertoni e gli pneumatici usati. Lo scorso anno grazie alla sua rete composta da 13.000 gommisti e officine sparsi in tutta Italia e grazie a oltre 20.000 missioni di ritiro, ha recuperato 47.000 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso. Un recupero importante che genera un valore economico stimabile in 13 milioni di euro.

Pneumatici fuori uso o pneumatici usati

Foto: Ecotyre

Cosa sono i PFU, i pneumatici fuori uso

Acronimo di Pneumatici Fuori Uso cioè di quegli pneumatici di macchine, moto e mezzi pesanti, giunti ormai a fine ciclo e non più idonei alla circolazione, gli PFU se raccolti e gestiti correttamente, possono diventare una risorsa poichè contengono molti polimeri – gomma, acciaio e fibre tessili – che attraverso un processo di riciclo possono generare materie prime seconde. In alcuni casi gli PFU possono essere avviati al recupero energetico per alimentare termovalorizzatori o cementifici. La normativa italiana distingue gli PFU provenienti dal mercato del ricambio, ossia quelli generati dalla sostituzione degli pneumatici presso i gommisti da quelli che provengono dalla demolizione dei veicoli ossia smontati presso gli sfasciacarrozze.

In realtà col termine PFU si indica un contributo applicato all’acquisto di pneumatici nuovi per raccogliere i fondi necessari allo smaltimento secondo normativa degli pneumatici inutilizzabili.

Contributo PFU

I produttori e gli importatori di pneumatici devono in base al Decreto 11.04.11 n. 82 occuparsi della raccolta e dello smaltimento degli pneumatici fuori uso. EcoTyre e Ecopneus sono i due maggiori consorzi italiani accreditati dal Comitato PFU che, grazie a una rete di gommisti, raccoglitori e demolitori, stoccano, separano e trasportano gli pneumatici portandoli alle aziende specializzate nel trattamento.

Il contributo ambientale è l’importo che i consumatori versano quando acquistano uno pneumatico nuovo e che serve a coprire i costi di ritiro, trattamento e recupero dello pneumatico giunto a fine vita. Il costo varia da consorzio a consorzio. Quello di Ecotyre è pari a 2.15 euro per gli autoveicoli (0,70 per le moto) ed è sceso rispetto al 2018 grazie ad un politica di miglioramento continuo che ha ridotto i costi operativi e logistici a fronte di un’elevata qualità del servizio ed aumentato i ricavi dal materiale recuperato dalle attività di riciclo.

La raccolta degli PFU in Italia da parte di EcoTyre

Ogni anno EcoTyre mette a punto un Piano Nazionale di Raccolta per gestire un quantitativo di PFU pari agli pneumatici immessi sul mercato dai propri Soci. La strategia del Piano è di raccogliere quantità sempre superiori all’immesso al consumo: nel 2019 EcoTyre ha gestito il 101,2% dei pneumatici previsti dall’obiettivo di legge, complessivamente quasi 47 .000 tonnellate di PFU di cui 6291 nella sola Lombardia. Cifra che porta il totale della raccolta nei 9 anni dalla sua fondazione a 367.000 tonnellate.

A livello territoriale in tutte le macro-aree (Nord, Centro e Sud Italia con isole) si registra un incrementato delle attività di raccolta. I ritiri sono aumentati mediamente del 6,7%, così distribuiti: Centro +454 ritiri, Nord +307, Isole +216 e Sud +176.

Dal riciclo dei PFU campi di calcio, pannelli fonoassorbenti, arredo urbano

Dagli pneumatici usati appositamente trattati possono essere estratte materie prime seconde molto importanti per essere riutilizzate in altri contesti in chiave di economia circolare. Una volta portati in appositi stabilimenti per il recupero, i PFU vengono sottoposti ad un processo che li sminuzza riducendoli fino a farli diventare una polvere di gomma. Da questa vengono separati i granuli di gomma e i residui metallici e tessili e venduti ad aziende specializzate che si occupano del trattamento e del loro riutilizzo.

Le polveri di gomma ricavata possono essere diventare pannelli fonoassorbenti utilizzati nell’edilizia civile e anche in sale da concerto, asfalto per le strade, campi di calcio, pavimentazioni, arredo urbano.

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