Dalla dichiarazione universale dei diritti degli animali alla riforma del titolo IX-bis del Codice penale italiano, oggi ci sono leggi più severe contro chi maltratta, abbandona e fa soffrire gli esseri animali non umani
Animali e diritti. Per alcuni è un binomio naturale, per altri, invece, purtroppo, sembrano tematiche lontane tra loro. Negli ultimi anni, però, la consapevolezza riguardo questo tema sta registrando progressi sempre più significativi, sia nel nostro Paese sia a livello mondiale. L’attenzione crescente verso il benessere animale ha portato, infatti, a mettere a punto una serie di leggi e iniziative che garantiscono protezione e diritti degli esseri animali non umani.
Diritti degli animali: quali sono le norme mondiali
A parte le varie battaglie e campagne da parte delle associazioni, il primo e più importante passo avanti nell’affermazione della tutela degli animali è stata sicuramente l’approvazione della Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali nel 1978 che, anche se non ha valore vincolante, ha avuto un impatto significativo nella sensibilizzazione e nel riconoscimento dei diritti degli animali a livello globale.
Questa carta adottata dall’UNESCO riconosce i diritti fondamentali degli animali e promuove il rispetto per la vita e il benessere degli esseri non umani. La dichiarazione sostiene che gli animali hanno diritto a vivere liberi dalla sofferenza, dallo sfruttamento e dalla crudeltà umana. Tra i principi fondamentali enunciati della dichiarazione ci sono il diritto alla vita, il diritto alla libertà e il diritto a non essere sottoposti a torture o esperimenti.
Le leggi internazionali oltre la Carta dei diritti degli animali
A parte la carta dei diritti, a livello mondiale ci sono altre leggi a tutela degli animali e documenti che regolano la loro protezione. Uno dei più significativi è la Convenzione Europea per la Protezione degli animali da compagnia, adottata nel 1987 dal Consiglio d’Europa, che stabilisce norme minime di protezione per gli animali domestici. E poi, ancora, il Trattato di Lisbona (2009) ha riconosciuto gli animali come esseri senzienti, e l’Unione Europea ha adottato diverse direttive e regolamenti per la loro protezione tra cui la Direttiva 2010/63/UE che riguarda la protezione degli animali utilizzati a fini scientifici e stabilisce norme per ridurre al minimo la sofferenza degli animali in laboratorio.
Inoltre, la Convenzione di Washington (CITES) regola il commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche per garantire la loro sostenibilità e protezione e la convenzione di Berna che riguarda la conservazione della vita selvatica e degli habitat naturali in Europa, proteggendo le specie minacciate e gli animali in via di estinzione.
La protezione e i diritti degli animali in Italia
In Italia, la protezione degli animali è innanzitutto garantita dalla Costituzione, che all’articolo 9 riconosce il valore della biodiversità e la tutela dell’ambiente. Inoltre, la Legge 281 del 1991, ovvero la “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”, rappresenta uno dei primi passi significativi verso la protezione degli animali domestici, stabilendo diritti e doveri per i proprietari e, stabilendo i principi fondamentali per la tutela degli animali, promuove il benessere animale.
La modifica al Codice penale
Il giro di volta però è arrivato a novembre 2024 quando la Camera dei deputati ha approvato la modifica delle norme di diritto e procedura penale in merito alla tutela degli animali garantendo una legislazione più attenta ai diritti degli animali. La riforma, infatti, cambiando il titolo IX-bis del Codice penale da “Dei delitti contro il sentimento dell’uomo per gli animali” a “Dei delitti contro gli animali”, riflette un cambiamento di paradigma in cui gli animali sono considerati oggetto di protezione diretta.
Le misure incluse nella proposta di legge, firmata dall’On. Michela Vittoria Brambilla e che ora dovrà essere discussa in Senato, prevedono un inasprimento delle pene per reati come l’uccisione e il maltrattamento degli animali, oltre a sanzioni per combattimenti e spettacoli non autorizzati. Inoltre, viene introdotta la responsabilità amministrativa per enti e associazioni coinvolti in tali reati, il che rappresenta un ulteriore passo verso la responsabilizzazione delle organizzazioni.
Altre normative
Nell’attesa di questa modifica, esistono altre normative sulla difesa degli animali che man mano hanno introdotto anche regole più severe. Tra le leggi sugli animali, ad esempio, la legge 189/2004 ha introdotto norme più concrete contro il maltrattamento degli animali, aumentando le pene per chi commette atti di violenza o abbandono. In particolare la legge proibisce il maltrattamento e l’abbandono degli animali, stabilisce pene per chi maltratta o uccide animali senza giustificato motivo, promuove la protezione degli animali in situazioni di emergenza e calamità.
Inoltre, il decreto Legislativo 26/2014 attua la Direttiva Europea 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, stabilendo regole per la sperimentazione animale. Nel 2017, il Parlamento italiano ha approvato la Legge 198, che ha introdotto misure più severe contro il maltrattamento degli animali, incluso l’inasprimento delle pene per chi commette reati di abbandono e maltrattamento.
L’impegno delle associazioni a favore dei diritti degli animali
Le normative e i progressi nella tutela degli animali sono in larga parte anche il risultato di un impegno continuo da parte di associazioni e leghe che si battono per promuovere e proteggere i diritti degli animali, proponendo varie campagne di sensibilizzazione e attivismo.
Tra queste campagne spiccano quelle contro la vivisezione come quella dell’associazioni come PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) e Animal Rights International che hanno condotto campagne per fermare la sperimentazione animale, evidenziando le sofferenze inflitte agli animali nei laboratori e promuovendo metodi alternativi.
Non solo. Molti gruppi e attivisti si sono battuti per leggi più severe contro l’abbandono, il maltrattamento e la vendita di animali domestici. E, ovviamente, una menzione a parte merita il WWF, che si concentra sulla conservazione delle specie e degli habitat.
Varie associazioni internazionali hanno anche lavorato per migliorare le condizioni di vita degli animali negli allevamenti e le battaglie contro gli allevamenti intensivi, promuovendo pratiche agricole più etiche e sostenibili. Movimenti come il “Meatless Monday” e la crescente popolarità delle diete vegetariane e vegane hanno contribuito a ridurre il consumo di carne. Inoltre molte organizzazioni hanno combattuto per abolire pratiche come le corride, i combattimenti tra animali e altri eventi che sfruttano e maltrattano gli animali per divertimento umano.
Negli ultimi anni, inoltre, sono stati compiuti notevoli progressi nella sensibilizzazione con campagne di advocacy, petizioni e movimenti sociali che hanno contribuito a una maggiore consapevolezza su temi come la vivisezione, gli allevamenti intensivi e il maltrattamento degli animali. Organizzazioni non governative, come Amnesty for Animals e LAV (Lega Anti Vivisezione) svolgono infatti un ruolo cruciale nel promuovere il benessere animale e nel fare pressione sui governi affinché adottino normative più severe.
Non solo. La difesa dei diritti degli animali è un tema affrontato anche a livello scientifico e filosofico. Studiosi e ricercatori in ambito etologico e filosofico analizzano le questioni legate ai diritti degli animali e contribuiscono a sviluppare una maggiore consapevolezza scientifica e sociale.
Maria Enza Giannetto