Sono stati abbattuti i maiali ospitati dal rifugio Cuori Liberi a seguito di un'ordinanza volta al contenimento della peste suina. Facciamo il punto della situazione, comprendendo meglio anche le implicazioni di quello che è successo.
All’alba del 20 settembre 2023 la Polizia in assetto anti sommossa e i veterinari di ATS Lombardia hanno fatto irruzione all’interno del Santuario Cuori Liberi di Sairano (Pavia) per abbattere tutti i maiali ospitati col fine di contrastare il diffondersi della peste suina, pericolosa per gli affari dell’industria zootecnica ma innocua per l’uomo. L’irruzione ha avuto luogo di fronte ai tanti attivisti che da giorni facevano scudo contro i cancelli del rifugio per proteggere i suoi abitanti. La vicenda pone l’attenzione sui santuari di animali, sul loro status di rifugio permanente, e sul problema della peste suina, alla quale sono intrecciati gli interessi economici degli allevamenti intensivi.
Cosa sono i santuari di animali
I santuari di animali sono strutture in cui gli animali vengono accolti e rispettati nella loro unicità di individui, luoghi in cui vivono liberamente senza che la loro vita venga sfruttata per gli interessi dell’uomo. Si tratta di rifugi permanenti in cui trovano casa ex-animali da reddito vittime di maltrattamenti o magari provenienti dagli allevamenti intensivi. Come si legge dal sito ufficiale della Rete dei Santuari d’Italia,
“Un santuario è un luogo di accoglienza per animali ex-da reddito in cerca di una casa, che nasce quindi in risposta a un’emergenza. Si trovano infatti rifugiati all’interno della struttura generalmente cavalli, asini, mucche, maiali, capre, pecore, galline, anatre, e tutte le altre specie che l’uomo ha creato e selezionato solo per un proprio obiettivo, un proprio utilizzo, peggiorando sempre la loro qualità di vita, oltre che privandoli della libertà.”
Le realtà dei santuari, in Italia e nel mondo, sono strettamente legate al concetto di antispecismo e alla lotta allo specismo, ovvero la corrente di pensiero dominante che attribuisce un diverso valore agli individui in base alla loro specie di appartenenza. Per fare un esempio concreto e banale di cosa significhi specismo, è la credenza che ci porta a pensare che un cane sia un animale da compagnia, e quindi non destinato ad essere mangiato, e una mucca sia un animale da reddito, destinata a fornire alla nostra specie carne e latte.
Se vuoi approfondire l’argomento puoi leggere l’intervista alla psicologa sociale Melanie Joy che, dopo aver coniato il termine “carnismo”, ha indagato le modalità e gli schemi mentali che ci condizionano a mangiare solo alcune specie di animali.
I santuari sono oggi riconosciuti dalla legge italiana
Lo status di “santuario” è riconosciuto dalla legge a partire dal 2023. E’ con il decreto ministeriale del 7 marzo 2023, pubblicato il 16 maggio dello stesso anno, che la parola “santuario” è stata normata per la prima volta distinguendo queste realtà da quelle degli allevamenti, intensivi e non.
Per i santuari si è trattato di un traguardo a lungo desiderato: fino a poco tempo fa erano infatti classificati come semplici allevamenti, ovvero una realtà agli antipodi rispetto alle idee e alla condotta portate avanti all’interno dei rifugi per animali.
Nomenclatura a parte, l’uscita dalla classificazione di “allevamenti” consente ai santuari di essere presenti nel SINAC, ovvero il Sistema Informativo Nazionale degli Animali da Compagnia. Un obiettivo importante perché, per la prima volta, anche gli animali tradizionalmente riconosciuti come da “allevamento” sono stati equiparati ai cani e ai gatti, ovvero i “classici” animali da compagnia.
Peste suina, allevamenti di maiali e santuari di animali
Il diffondersi della peste suina in Italia mette in pericolo anche gli animali ospitati all’interno dei santuari. Questa malattia virale che colpisce i suidi (suini e cinghiali) è endemica nell’Africa Sub-Sahariana. A partire dal 2014 sono stati segnalati i primi casi in Europa, e solo nel 2022 si è registrato il primo caso di peste suina nell’Italia continentale, riscontrato su un cinghiale trovato morto ad Ovada, in provincia di Alessandria.
La peste suina africana non è pericolosa per l’uomo: colpisce esclusivamente maiali e cinghiali e fino a oggi non ha mai compiuto il cosiddetto salto di specie, contagiando l’uomo. Il pericolo legato alla peste suina, infatti, è principalmente socio-economico: a essere in pericolo sono gli allevamenti dei maiali da reddito e i profitti che da questi derivano. Come si legge sulla decisione di esecuzione della Commissione Europa del 31/08/2023 prot. n. 466869,
“La peste suina africana è una malattia virale infettiva che colpisce i suini detenuti e selvatici e può avere conseguenze gravi sulla popolazione animale interessata e sulla redditività dell’allevamento, perturbando i movimenti delle partite di tali animali e dei relativi prodotti all’interno dell’Unione e le esportazioni verso paesi terzi.”
Quando alla sua diffusione, si tratta di una patologia ad alta morbilità che, come si legge sul sito del Ministero della Salute, si diffonde anche movimentando materiale infetto:
“la malattia è trasmissibile attraverso le movimentazioni di animali, persone, veicoli e materiali contaminati (tra cui rifiuti di cucina, scarpe o vestiti, attrezzi zootecnici ecc.)”.
La situazione in Italia
In Italia i focolai sono stati riscontrati soprattutto nel nord Italia. Dai primi casi riscontrati fra i selvatici in Piemonte a quelli dell’estate 2022 in Liguria, la peste suina è ora arrivata negli allevamenti del pavese dove, a oggi, sono stati abbattuti circa 33 mila maiali. L’associazioni animalista Essere Animali ha filmato alcuni di questi abbattimenti, segnalando anche problemi di sicurezza relativi al biocontenimento dell’epidemia.
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I santuari di Animali: il caso del Progetto Cuori Liberi
Situato nel pavese, anche il Santuario Cuori Liberi di Sairano è stato colpito dalla peste suina. Alcuni dei maiali ospitati all’interno del rifugio sono morti, altri non presentano sintomi o segnali della malattia. Il 5 settembre 2023 è stata notificata al Santuario l’ordinanza per l’abbattimento di tutti i suini ospitati e, per 14 giorni, davanti ai cancelli del rifugio si sono radunati molti attivisti a difesa degli animali del progetto Cuori Liberi. All’alba del 20 settembre Polizia e veterinari hanno fatto irruzione per attuare l’ordinanza, abbattendo i suini che vivevano fra le mura del santuario e portando in questura alcuni degli attivisti impegnati a fare resistenza passiva. Un fatto che apre un capitolo difficile per i santuari nei quali vivono animali sottratti al giogo dell’industria zootecnica, a favore della quale le misure di contenimento e abbattimento sono destinate.
Qui di seguito la dichiarazione rilasciata qualche giorno prima dell’abbattimento dei maiali dalla portavoce del Santuario Cuori Liberi, che spiega e riassume in modo chiaro la posizione dei santuari rispetto all’epidemia di peste suina che ha colpito l’Italia.
“Oltre a difendere il santuario, stiamo tentando in tutti i modi di trovare una soluzione, e stiamo cercando di essere ricevuti da tutte le autorità che possono sospendere l’esecuzione dell’ordinanza. Abbiamo intenzione di proporre loro una soluzione diversa. In sintesi, come diciamo dal primo giorno, questo è un santuario e gli ospiti sono animali non DPA, cioè non destinabili per l’alimentazione umana: pertanto è necessaria la somministrazione di un protocollo diverso anche nella gestione delle emergenze sanitarie. Ricordiamo che la peste suina africana non è una zoonosi e non si attacca all’uomo. E’ una malattia in un certo senso commerciale: lo sforzo enorme che stanno compiendo le autorità è di tutela non della vita dei maiali ma degli interessi di chi alleva questi animali per ricavare dei grossi profitti. Non possiamo accettare che i maiali ospiti del santuario debbano morire per gli interessi del comparto alimentare e di produzione delle carni di suino”.
Per saperne di più sui santuari di animali
Conoscere più da vicino la realtà dei santuari consente di comprendere meglio la portata di ciò che è successo al Progetto Cuori Liberi e capire concretamente cosa significa antispecismo e quali sono le lotte che questi luoghi di libertà presenti in Italia e in tutto il mondo portano avanti quotidianamente.
Visitando le pagine instagram dei singoli santuari italiani (Santuario Capra Libera Tutti, Rifugio Miletta, Santuario Porcikomodi, e Rifugio Hope solo per citarne alcuni) o il sito internet Della Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia, è possibile scoprire come esista un modo diverso per approcciarsi al mondo degli animali oggi considerati da allevamento, soprattutto nell’ottica della sostenibilità e di un cambiamento di rotta che punti alla nonviolenza e al rispetto della natura e di tutti gli esseri viventi che la abitano, a prescindere dalla specie di appartenenza.
Serena Fogli