La diatriba sul transgenico si arricchisce di un altro capitolo che tornerà a dividere comunità scientifica e opinione pubblica
Le cavie scelte per lo studio francese sul granoturco transgenico erano inadatte perché già predisposte ad ammalarsi. Ad affermarlo, tramite un articolo pubblicato sulla rivista Nature, sono stati gli stessi scienziati guidati da Gilles Eric Seralini che hanno condotto la sperimentazione. I ratti della specie Sprague-Dawley, appunto per ammissione dell’equipe, non sarebbero stati i soggetti migliori per una ricerca a lungo termine perché inclini a sviluppare patologie.
Nonostante questa dichiarazione, che di sicuro rinfocolerà l’annosa polemica tra favorevoli e contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati, i ricercatori però hanno anche aggiunto che il numero di decessi tra i topi nutriti con NK603 e quelli alimentati con un regime diverso è stato comunque superiore tra i primi.
Quel che è certo è che la controversia non si risolverà a breve. Perché Seralini e il suo team non sono disposti a sottoporre a riscontro i propri risultati fino a quando non sarà fatto altrettanto con i dati che hanno portato all’autorizzazione della produzione europea del mais in questione. Soltanto allora si potrà fare una valutazione, a cui però – ammoniscono gli scienziati d’oltralpe – non dovranno partecipare gli esperti coinvolti nell'”ok” al mais ogm.
Insomma, un bel pasticcio.