Come tutti gli agrumi sono dei concentrati di salute e benessere. Spesso, però, si fa confusione o si tende a considerare identici mandarini, mandaranci e clementine. Benché appartenenti alla stessa famiglia, però, questi frutti presentano alcune differenze sia fisiche sia organolettiche. Ecco quali sono
Scrigno di salute, ad alto contenuto di vitamina C, il mandarino è tra i frutti più amati e apprezzati del periodo invernale. Eppure sotto il nome di “mandarino” in genere si tende a includere anche mandarancio e clementina. Ma qual è quindi la differenza tra mandarino e mandarancio? E come si distinguono i mandarini dalle clementine? Ecco qui un’utile guida alla differenza fra i tre frutti. Partiamo dalla premessa principale: mandarino, mandarancio e clementina sono tutti agrumi appartenenti alla stessa famiglia, quella delle Rutaceae ma esistono alcune differenze distintive a partire dal fatto che il mandarino è un agrume tradizionale mentre gli altri due sono degli ibridi.
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Differenza tra mandarino, mandarancio e clementina
Come anticipato, la differenza tra mandarino e mandarancio nonché tra mandarino e clementina è proprio quella tra l’agrume tradizionale e due ibridi. Più nel dettaglio, possiamo riassumere le caratteristiche principali di mandarancio e clementina per sottolineare la differenza con il mandarino.
- il mandarino è il frutto dell’albero Citrus reticolata, ha una buccia sottile e facilmente removibile, una polpa dolce e succosa, spesso con un sapore leggermente acidulo. I mandarini possono avere semi o essere privi di semi, a seconda della varietà e sono generalmente più piccoli rispetto ad altri agrumi.
- il mandarancio è un ibrido tra il mandarino e l’arancio (Citrus sinensis). Ha una buccia più spessa rispetto al mandarino e una polpa più succosa e dolce e tende ad avere un sapore più intenso e aromatico rispetto al mandarino, con una maggiore presenza di zuccheri.
- la clementina è un ibrido tra il mandarino e il pomelo (Citrus reticulata x Citrus paradisi) ed è nota per la sua buccia sottile e lucida, che si sbuccia facilmente. Le clementine sono generalmente senza semi e hanno un sapore dolce e fresco. Sono molto apprezzate come spuntino per la loro praticità e dolcezza.
Il mandarino
Per scoprire la differenza tra mandarino e mandarancio approfondiamo le caratteristiche di ciascun frutto, partendo dal primo. Il mandarino (Citrus reticulata) è considerato uno dei tre agrumi “originari” ovvero quello, assieme al cedro e al pomelo, da cui discenderebbero tutti gli altri.
Originario dell’Asia, in particolare della Cina e del Giappone, fu introdotto in Europa nel XIX secolo, ma è solo nel XX secolo che ha guadagnato popolarità a livello mondiale. Oggi, i principali produttori di mandarini includono paesi come la Cina, il Giappone, la Spagna e il Brasile.
Ne esistono diverse varietà, tra cui il mandarino satsuma, il mandarino clementina e il mandarino tangerino, ciascuna con caratteristiche distintive in termini di sapore, dimensione e buccia. Il mandarino ha una buccia sottile e facilmente staccabile, di colore arancione brillante. Per quanto riguarda il gusto, la polpa è succosa e segmentata, con un sapore dolce e leggermente acidulo. Un frutto versatile, insomma, ideale come spuntino da consumare fresco ma che è anche possibile aggiungere a insalate, dolci, marmellate o come ingrediente in piatti salati. Il suo succo è spesso utilizzato in spremute, bevande, cocktail e marinature, mentre la scorza può essere impiegata per aromatizzare piatti.
Il mandarancio
Il mandarancio, il cui nome scientifico è sempre Citrus reticolata è, come accennato, un frutto ibrido, originatosi dall’incrocio tra il pomelo (Citrus maxima) e il mandarino (Citrus reticulata). A differenza del mandarino, la sua origine è abbastanza complessa e si colloca principalmente in Asia, in particolare nelle regioni del Sud-est asiatico e nella Cina meridionale. Introdotti in Europa nel XIX secolo, inizialmente in Spagna e in Italia, i mandaranci sono diventati molto popolari grazie al loro sapore dolce e alla facilità di sbucciatura.
Anche a livello di buccia non c’è grande differenza tra mandarino e mandarancio perché è, in entrambi, sottile e facilmente removibile, di colore arancione brillante. La polpa è succosa e dolce, con un sapore che varia da dolce a leggermente acidulo, a seconda della varietà. Anche il mandarancio è perfetto per uno spuntino e viene utilizzato in una varietà di preparazioni culinarie, tra cui insalate, dolci, marmellate e succhi.
La clementina
Sempre appartenente alla famiglia delle Rutacee, la clementina è un ibrido tra l’arancio amaro (Citrus aurantium) e il mandarino (Citrus reticulata). Sebbene la sua origine esatta non sia del tutto chiara, si ritiene che sia stata sviluppata in Algeria all’inizio del XX secolo, intorno al 1902, da un monaco francese di nome frère Clément da cui deriva, appunto, il nome.
Le dimensioni delle clementine sono medio-piccole e la loro buccia è di un arancione brillante, sottile e facilmente staccabile. La polpa è succosa, dolce e, nella gran parte dei casi, priva di semi: caratteristica che le rende un frutto molto apprezzato per il consumo fresco. Ottima fonte di vitamine e minerali, come i mandarini possono essere consumate fresche, come spuntino o utilizzate in insalate, dessert, marmellate e piatti salati.
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Proprietà e benefici a confronto
Abbiamo scoperto la differenza tra mandarino, mandarancio e clementina. Ma è tempo di scoprire cosa questi tre agrumi hanno in comune. Certamente ciò che li accomuna (anche a tutti gli altri agrumi) il carico di proprietà benefiche per la salute.
Come tutti gli agrumi, infatti, questi tre frutti sono ricchi di vitamina C (bioregolatore indispensabile per la vita), un antiossidante importante che aiuta a rafforzare il sistema immunitario, a migliorare l’assorbimento del ferro e a mantenere la pelle sana (la vitamina C è, infatti, fondamentale per la sintesi del collagene).
Allo stesso tempo, mandarino, mandarancio e clementina contengono altri antiossidanti, come flavonoidi e carotenoidi, che contribuiscono a combattere lo stress ossidativo e a ridurre il rischio di malattie croniche.
Inoltre, come tutti gli agrumi, mandarino, mandarancio e clementina hanno un alto contenuto d’acqua, che li rende ottimi per l’idratazione del corpo e, allo stesso tempo, sono generalmente a basso contenuto calorico. Insomma, di certo, si tratta di alimenti preziosi che è sempre meglio consumare freschi e interi, piuttosto che sotto forma di succhi, per massimizzare l’assunzione di fibra e nutrienti.
Anche per quanto riguarda, l’apporto calorico le differenze tra mandarini, mandaranci e clementine sono generalmente minime: se, infatti, mandarino e mandarancio hanno più o meno 40-50 calorie per 100 grammi, la clementina è leggermente meno calorica, ma nell’ottica di circa 5-10 calorie in meno. Allo stesso tempo, parlando di prezzo, le differenze sono minime anche se il mandarino tende a essere più economico e le clementine quelle più costose.
Per quanto riguarda le proprietà nutrizionali e benefiche, possiamo dire che la clementina è ancora più ricca di vitamina C (contenuta comunque in mandarino e mandarancio) rispetto alle altre varietà. Inoltre anche se tutti e tre hanno antiossidanti e flavonoidi, che supportano il sistema immunitario, contengono fibre, utili per la digestione e ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, il mandarancio aggiunge anche un buon contenuto di vitamina A, e inoltre è ricco di potassio, che favorisce la salute cardiovascolare.
Facendo un veloce confronto sulle differenze tra mandarino e mandarancio e mandarino e clementina, quindi, possiamo affermare con certezza che non se ne trovano molte né dal punto di vista nutrizionale né dal punto di vista dei benefici per la salute. Come abbiamo visto, infatti, le principali differenze si giocano dal punto di vista dell’origine, dell’aspetto e del gusto.
Se, infatti, il mandarino è piccolo e tondo dalla buccia sottile, facile da sbucciare e di colore arancione brillante, il mandarancio è più grande rispetto al mandarino e la sua buccia è spessa e rugosa. Inoltre, il sapore del mandarancio è sempre dolce ma più succoso e la polpa contiene più semi rispetto al mandarino. Per quanto riguarda la clementina, invece, le dimensioni sono simili al mandarino, anche se la buccia è molto sottile e liscia e facile da sbucciare. Il sapore è ancora più dolce rispetto al mandarino e al mandarancio con poca acidità. E, a differenza di mandarino e mandarancio, la clementina non ha semi.
Maria Enza Giannetto