Wise Society : Geotermia: un’opportunità green che l’Europa deve sfruttare

Geotermia: un’opportunità green che l’Europa deve sfruttare

di Andrea Ballocchi
19 Aprile 2020

L’energia geotermica può aiutare l’Unione Europea a centrare gli obiettivi fissati sull’energia da fonti rinnovabili. Ecco le iniziative e i progetti di ricerca in corso

L’energia geotermica può contribuire a elevare la quota di green energy, permettendo all’Unione Europea di centrare gli obiettivi fissati sull’energia da fonti rinnovabili. Lo ha espresso a gennaio Egec Geothermal, la più importante organizzazione europea che convoglia tutta la filiera della geotermia, accogliendo positivamente il lancio del Just Transition Mechanism. Lo ha definito il collante che lega l’accettabilità sociale e politica alla realizzazione concreta del Green Deal europeo, il programma per rendere sostenibile l’economia dell’UE.

Foto: Sharon Ang/Pixabay

Geotermia per una Europa a zero emissioni

Egec – European Geothermal Energy Council – ha spiegato che questo meccanismo fornisce assistenza finanziaria e promuove lo sviluppo di capacità tecniche per creare un’Europa a zero emissioni. “Per farlo, deve dare priorità alle soluzioni geotermiche e ad altre soluzioni di riscaldamento rinnovabili, poiché il calore costituisce più della metà di tutta l’energia consumata nell’UE. “La nuova generazione di elettricità geotermica contribuirà anche a decarbonizzare il settore energetico”.

Egec non è la sola a credere che la geotermia possa svolgere un ruolo importante in questo senso. Ci sono svariati progetti europei attivi per rendere ancora più interessante l’impiego dell’energia geotermica.

Energia geotermica: i principali enti europei e italiani

Il parere dell’Egec è strategico per mettere in luce il valore della geotermia nell’attività di sviluppo delle fonti rinnovabili e green. Conta su più di 120 membri provenienti da 28 paesi, comprendendo soggetti quali produttori di apparecchiature, fornitori di energia elettrica, associazioni nazionali, centri di ricerca e autorità pubbliche: è un network che unisce e rappresenta l’intero settore geotermico.

Di essa fanno parte anche diversi soggetti italiani tra cui Anig Hp, associazione di imprese e progettisti che operano nel campo della progettazione e nella realizzazione di impianti geotermici a pompa di calore; l’Istituto Geoscience e Georisorse (IGG) del Cnr, e il CoSviG, Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche. Proprio quest’ultimo, in questi giorni si è mobilitato, insieme ai sindaci geotermici avviando una proposta per destinare risorse geotermiche per la sanità in Lombardia. “Tale proposta prevede di destinare 100mila euro per l’emergenza nella Regione più colpita” fa sapere il Consorzio in una nota. Cosvig ed Egec sono impegnati nel progetto, che intende affrontare le preoccupazioni ambientali per l’utilizzo dell’energia geotermica in Europa.

La convinzione che la geotermia possa fornire energia sostenibile c’è. Per questo Egec Geothermal ha fatto una proposta alla Commissione europea, che ha da poco annunciato la Renovation Wave: una “ondata di rinnovamento” per promuovere un più ampio intervento in edilizia per ristrutturazioni efficienti e sostenibili. L’organizzazione non profit ha sottolineato il ruolo delle pompe di calore geotermiche in edilizia, considerandole “le pompe di calore più efficienti e affidabili disponibili”. “Combinate con le reti di calore geotermiche, sono un’energia rinnovabile a prezzi accessibili e con una fornitura costante – scrive Egec in una nota – Insieme ad altre fonti di energia rinnovabile e a solide misure di risparmio energetico, l‘energia geotermica dimostra che il problema della decarbonizzazione degli edifici è risolvibile”.

Energia geotermica e ricerca per convertire i pozzi di petrolio

Oltre al mondo industriale anche la ricerca è attiva per incentivare lo sviluppo della geotermia. Rilevante, in questo senso, è Geothermica. È un’iniziativa che intende combinare le risorse finanziarie e il know-how dei proprietari e dei gestori di programmi di ricerca e innovazione nel campo dell’energia geotermica provenienti da 16 paesi e dalle loro regioni. Insieme al sostegno finanziario della Commissione Europea, Geothermica promuove il lancio di progetti congiunti che dimostrano e convalidano nuovi concetti di diffusione dell’energia geotermica all’interno del sistema energetico e che identificano i percorsi per la realizzazione commerciale su larga scala. Si parte dalla consapevolezza che l’energia geotermica oggi viene utilizzata solo in pochi settori di mercato di nicchia e in poche regioni, ma ha il potenziale per essere utilizzata in modo molto più ampio. Il progetto, finanziato dall’UE, promette di svolgere un ruolo importante nella realizzazione di questo obiettivo. L’Italia è tra i partner, rappresentata dal Miur, il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.

Il nostro Paese è attivo anche in altre iniziative, tra questi il progetto europeo Descramble – Drilling in deep, super-critical ambient of continental Europe, co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito di Horizon 2020 e che coinvolge 7 partner (per l’Italia L’Igg-Cnr e l’Università di Firenze). Intende sviluppare tecnologie di perforazione innovative tali da consentire la coltivazione di serbatoi geotermici profondi nella crosta continentale, in condizioni geotermiche supercritiche, e di testare e dimostrare tecniche di perforazione innovative tali da controllare le emissioni di gas, l’ambiente aggressivo e le condizioni di alta temperatura e pressione previste nei fluidi profondi. Come test site è stato scelto un pozzo non produttivo già esistente in Toscana, a Larderello, profondo 2,2 km e temperatura di 350°C. Il pozzo sarà approfondito fino a 3-3,5 km per raggiungere condizioni supercritiche. I principali risultati attesi sono: miglioramento dei concetti di perforazione in condizioni crostali profonde; nuovi materiali di perforazione, attrezzature e utensili; caratterizzazione fisico-chimica dei fluidi e delle rocce crostali profonde.

Foto: WikiImages/Pixabay

La prospettiva è una conversione green dei pozzi petroliferi: al mondo ci sono centinaia di pozzi onshore inutilizzati perché non producono più abbastanza petrolio e/o sono diventati antieconomici, ma dai quali è comunque possibile trarre acqua calda per la produzione di energia geotermica.

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