Crescono le obbligazioni verdi, strumento finanziario dedicato a sponsorizzare progetti in materia di sostenibilità. L’Europa è protagonista e l’Italia è in crescita
L’attenzione all’ambiente passa anche dai green bond. Dette anche obbligazioni sostenibili, stanno crescendo a livelli record. Una conferma arriva dalla società di rating Moody’s, che ha annunciato che l’emissione di obbligazioni verdi ha raggiunto il massimo storico nel secondo trimestre del 2019. In questi giorni sono un argomento trattato dai decisori politici europei. Lo stesso Governo italiano ha intenzione di emettere green bond “indirizzati alla sostenibilità”.
Cosa sono i green bond?
I green bond sono strumenti finanziari emessi per reperire capitali da investire direttamente tra i risparmiatori su progetti dedicati alla sostenibilità ambientale, come l’efficienza energetica, l’edilizia eco-compatibile o la produzione di energia da fonti rinnovabili. Eticamente parlando, sono basati su quattro elementi fondamentali, stabiliti dall’ICMA – International Capital Market Association, relativi a: l’utilizzo dei proventi; processo di valutazione e selezione del progetto; gestione dei proventi; attività di reporting.
È uno strumento che è stato inizialmente sostenuto da istituti bancari quali la World Bank o la Banca Europea per gli investimenti (Bei). Progressivamente sono state le aziende a credere nei green bond e il trend di crescita è aumentato in maniera significativa.
Così Moody’s è arrivata a registrare livelli mai toccati: nel secondo trimestre 2019 il mercato globale delle obbligazioni sostenibili ha raggiunto i 66,6 miliardi di dollari a livello globale; e il primo semestre dell’anno ha toccato la cifra record di 117 miliardi di dollari, con una crescita del 47% rispetto allo stesso semestre 2018. L’agenzia di rating ritiene che il mercato delle obbligazioni verdi possa superare le previsioni fatte dalla stessa Moody’s di raggiungere i 200 miliardi di dollari nel corso dell’anno.
Il ruolo dell’Europa nella crescita delle obbligazioni verdi
Le società europee sono le maggiori contribuenti, rappresentando il 54% delle emissioni totali. Il solo governo dei Paesi Bassi ha fatto il suo debutto emettendo green bond per 6,7 miliardi di dollari, ma a livello di Paesi, è la Francia il principale emettitore mondiale con 15,3 miliardi di dollari, che ha superato gli Stati Uniti, leader nel 2018 e nel primo trimestre dell’anno in corso (fonte: Climate Bonds Initiative organizzazione internazionale non profit).
Ma in Europa le intenzioni “verdi” promettono di aumentare. Christine Lagarde, prossima presidente della Banca Centrale Europea, ha affermato di recente che il portafoglio di asset della Banca centrale europea – valore: 2.600 miliardi di euro – eliminerà gradualmente gli investimenti climalteranti a favore dei green bond.
E l’Italia? È stata tra i primi paesi ad entrare sul mercato nel 2014 con il primo green bond a firma Hera che ha permesso il finanziamento di 26 progetti di sostenibilità, ricorda proprio l’ente non profit. Quest’anno il nostro Paese è arrivato a un totale di emissioni per 4,25 miliardi di dollari contro i 2 miliardi del 2018, costituendo il 3,6% sul totale del mercato mondiale, e piazzandosi così al sesto posto assoluto nel panorama globale.