Wise Society : Il ruolo dell’Europa contro gli effetti del climate change

Il ruolo dell’Europa contro gli effetti del climate change

di Andrea Ballocchi
22 Agosto 2019

L’Europa è in prima linea nella lotta contro i cambiamenti climatici. Gli obiettivi, le misure, il contesto e le complessità spiegate dal direttore generale for Climate Action

L’Europa è in prima linea nella lotta contro i cambiamenti climatici. Ridurre gli effetti del climate change è una priorità mondiale, sulla quale l’Unione Europea ha «tutta la legislazione di cui abbiamo bisogno», ha affermato Raffaele Petriccione, direttore generale for Climate Action della Commissione Europea, accennando a vari fronti tra cui gli emission trading, ma anche sull’edilizia, sulle rinnovabili, sull’efficienza energetica, sui mezzi di trasporto e sulla cura delle foreste. Il dirigente ha avuto l’occasione di illustrare il quadro europeo sul clima in occasione della seconda Conferenza nazionale sulle Green City, tenutasi a Milano.

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accennando a vari fronti tra cui gli emission trading, ma anche sull’edilizia, Ridurre gli effetti del climate change puntando sulle rinnovabili, sull’efficienza energetica, sui mezzi di trasporto e sulla cura delle foreste. Questo l’impegno della Ue, Foto: Pixabay

Energia e clima: la situazione nell’Unione Europea

«L’Europa si è dotata di uno strumento di governo dell’energia e del clima, con gli Stati membri che hanno assunto un obbligo vincolante di presentare i piani nazionali dedicati, che attendiamo entro la fine del 2019. È uno sforzo nuovo e senza precedenti per l’Unione Europea, positivo perché abbiamo identificato dove sussistono le carenze». Petriccione ha ricordato che per gli obiettivi 2020 sono state scoperte le carenze solo nel 2017: a livello comunitario i traguardi fissati saranno raggiunti, ma non a livello di singole nazioni. In diversi casi, infatti, si è al di sotto dei target previsti. «Oggi siamo in grado di sapere con dieci anni di anticipo dove sono le lacune», segnala il rappresentante UE, spiegando che si ha il tempo necessario per colmarle. L’efficienza energetica è l’area più critica. Ma ci si lavora, anche sulle aree particolarmente energivore come l’edilizia e i traporti.

Neutralità climatica entro il 2050

È tempo di agire, anzi occorre muoversi in fretta. L’accordo di Parigi, le previsioni dell’IPCC hanno confermato la necessità di non superare la soglia dei 2 ºC. Il rischio di sforare è alto, addirittura c’è la preoccupazione di pensare a raggiungere addirittura 5 ºC con effetti disastrosi per la nostra sopravvivenza sulla Terra. Da qui l’intenzione di raggiungere la neutralità climatica al 2050 (però non esplicitato, malgrado buona parte dei Paesi UE intenda farlo).

«Perché l’UE si è posta gli obiettivi più ambiziosi a livello globale, tenendo conto che in termini di emissioni pesa complessivamente per il 10%? Semplicemente perché per risolvere un problema così ampio qualcuno deve pur cominciare. Noi siamo gli unici a contare su condizioni politiche tali da poterci riuscire». Sottolinea quanto accaduto in USA in termini di visioni opposte tra Obama e Trump. In Europa si può contare su un contesto normativo sufficientemente omogeneo, pur con le oggettive complessità e difficoltà. Non solo: l’Europa può contare su un elevato livello tecnologico «e c’è interesse a farlo». Ridurre gli effetti del climate change significa anche creare opportunità, riducendo la dipendenza energetica verso Paesi esteri a volte non così ben disposti. Un obiettivo che si è posta l’UE è il completamento della rete elettrica europea: alcuni Paesi, infatti, non sono sincronizzati con quella continentale.

Incentivi alla ricerca e allo sviluppo, soprattutto in città

C’è poi la disponibilità dell’Europa a incentivare la ricerca, che dal livello europeo fa sentire i suoi influssi benefici sia a livello nazionale, a livello pubblico e privato. Ed è ben presente il ruolo cruciale delle realtà urbane: «sono molte quelle che devono sviluppare una strategia di adattamento e di mitigazione. Ma le città sono un laboratorio dove le politiche del clima incontrano questioni ambientali, sociali, urbanistiche e dove i cittadini possono essere consapevoli delle migliorie ottenute da una politica più rapida ed efficace a rispondere alle necessità di adattarsi al clima che cambia». Petriccione ha ricordato che la Commissione Europea ha sostenuto la nascita del Patto dei Sindaci, il più grande movimento, su scala mondiale, delle città per le azioni a favore del clima e l’energia.

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