Wise Society : Letojanni, il palazzo comunale va a energia geotermica

Letojanni, il palazzo comunale va a energia geotermica

di Mariella Caruso
20 Gennaio 2016

Il Comune siciliano ha mandato in pensione il vecchio sistema di condizionamento per un progetto pilota che coniuga sostenibilità e innovazione

Non solo dal sole, anche dal sottosuolo si può ricavare energia. Lo sanno bene gli esperti del settore dell’efficientamento energetico che, però, nella maggior parte dei casi si focalizzano sul fotovoltaico piuttosto che valutare anche le altre possibilità, inclusa quella della geotermia. «La scommessa dell’efficientamento energetico non è quella di spendere meno, ma risparmiare nel rispetto dell’ambiente senza rinunciare al livello di comfort al quale siamo abituati». A parlare è Mario Francese, ingegnere siciliano tra i fondatori della Ippo Engineering che ha realizzato a Letojanni, un piccolo Comune del litorale jonico in provincia di Messina, uno dei primi progetti di geotermia a bassa entalpia commissionato da un ente pubblico nell’Isola.

L’intervento di energia geotermica a Letojanni è stato effettuato nell’edificio che ospita il municipio dove dalla scorsa estate il riscaldamento e il raffreddamento dei locali e la produzione di acqua calda sanitaria è ottenuto attraverso un pompa di calore che funziona sfruttando il calore del terreno.
«Si è trattato di un progetto pilota che coniuga sostenibilità ambientale e di eco-innovazione. I benefici si traducono in un evidente abbattimento dei consumi energetici, con conseguente risparmio economico per il Comune di Letojanni che si è avvalso di fondi europei messi a disposizione del Poin “Energie rinnovabili e Risparmio Energetico” Fesr 2007-2013 Asse II. L’intervento geotermico costato circa 200mila euro ha permesso di eliminare i diciannove condizionatori per fare posto a una sola pompa di calore della potenza di 60 kW termici che a regime – spiega Francese – ha una rumorosità quasi impercettibile».

«A dare il via al progetto di efficientamento a Letojanni sono state delle prove geologiche per un consolidamento che hanno rivelato come a 100 metri di profondità ci fosse della riserva d’acqua a temperatura costante di 15° contro i 18° attesi. Una condizione che avrebbe potuto permettere anche un progetto a circuito aperto, in luogo di quello a circuito chiuso che è stato poi realizzato per problemi di burocrazia e autorizzazioni», continua Francese soddisfatto di aver aperto la strada ad altri progetti dello stesso tipo in territori vicini. «Dopo Letojanni – aggiunge – anche altri Comuni limitrofi hanno avviato progetti simili sfruttando le caratteristiche del sottosuolo».

«La geotermia è una modalità tecnologica che utilizza il sottosuolo come serbatoio termico per riscaldare e rinfrescare gli edifici e per la produzione di acqua calda ad uso sanitario – spiega l’ingegnere 41enne -. Letteralmente “geotermia” significa “calore dalla terra” e fa riferimento all’energia termica che viene immagazzinata nel sottosuolo. Si tratta di una fonte di energia inesauribile, costantemente disponibile e rinnovabile». Ovviamente non tutti i terreni sono idonei allo sfruttamento geotermico. Ma quando quest’ultimo è possibile «la geotermia – chiarisce Francese – , che è una soluzione valida anche per le abitazioni residenziali, è più vantaggiosa del fotovoltaico perché i costi di manutenzione sono irrisori». E non si tratta soltanto di soluzioni per edifici di grandi dimensioni. «Il target – conclude Francese – è quello dei possessori di unità abitative singole dai 150 mq in su. E c’è di più: l’azione combinata di geotermia e fotovoltaico può portare all’autosufficienza energetica». A patto naturalmente che la costruzione sia idonea e non si verifichino dispersioni di calore.

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