Wise Society : Come salvare milioni di mamme nel mondo con 5 euro

Come salvare milioni di mamme nel mondo con 5 euro

di Fabio Di Todaro
15 Aprile 2016

A sostenerlo una ricerca pubblicata sulla rivista The Lancet e finanziata dalla Bill & Melinda Gates Foundation: nel 2015 quasi sei milioni di bambini e oltre 300.000 donne sono morte nelle aree più «deboli» del Pianeta

Il messaggio è a chiare lettere: «Ogni anno si potrebbero salvare milioni di mamme e di bambini con un contributo individuale inferiore a cinque euro». In attesa delle grandi svolte, senza le quali il futuro del Pianeta rischia di essere segnato, basterebbe l’equivalente economico di cinque caffè per garantire i servizi sanitari essenziali e tenere in vita donne e bambini che muoiono a migliaia in quella che dovrebbe essere la fase più lieta della loro vita: la gravidanza e il parto. A tracciare la stima un gruppo di ricercatori della scuola di salute pubblica della Johns Hopkins University di Baltimora, in un lavoro apparso sulle colonne di «The Lancet» e finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation.

DI COSA C’È BISOGNO IN QUESTI PAESI? – Contraccezione, antivirali, alimenti, integratori, gestione del travaglio e del parto: questi i «beni di prima necessità» con cui si potrebbe allungare la vita delle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo. È qui che ogni anno si registrano oltre il 95 per cento dei decessi materni e infantili. Numeri che, in valore assoluto, restituiscono un’istantanea più dettagliata dell’emergenza. Nel 2015 quasi sei milioni di bambini (meno di cinque anni) e oltre trecentomila donne sono morti nelle aree più «deboli» del Pianeta: Africa, sud-est asiatico, America del Sud. Così il gruppo di ricerca di Baltimora ha voluto stimare quale «sacrificio» economico sarebbe richiesto al resto della popolazione per contribuire a determinare un taglio drastico di questi numeri, comunque dimezzati – ma il calo atteso era più alto – rispetto al 1990.

COSÌ SI SALVEREBBERO QUATTRO MILIONI DI PERSONE OGNI ANNO – «Molte di queste morti potrebbero essere evitate, se una simile soluzione fosse applicabile su larga scala nei confronti delle popolazioni più bisognose», ha affermato Robert Black, docente di salute pubblica alla Johns Hopkins University e prima firma della pubblicazione, presentata per la prima volta alla conferenza mondiale sulla salute pubblica organizzata dall’Università di San Francisco. Più che un sacrificio, l’investimento sarebbe altamente redditizio. I ricercatori si sono concentrati su tre aree di intervento, gli stessi fissati dalla Banca Mondiale nell’ultimo volume (terza edizione) sulle priorità per il controllo delle malattie: la salute neonatale, la salute della donna e la salute riproduttiva. Attraverso 66 diversi interventi, si potrebbero prevenire 1,5 milioni di morti neonatali, altrettanti decessi in età infantile e 150mila morti materne: esattamente la metà di tutti i decessi che si registrano ogni anno nelle tre categorie di popolazione. L’impatto riguarderebbe anche gli aborti: con taglio quantificato in 850mila unità annue. Nel campo della salute riproduttiva, il sostegno contribuirebbe a evitare le gravidanze indesiderate: almeno 28 milioni in un anno.

COME PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI? – Oltre all’aspetto umanitario, in questo modo si permetterebbe a diverse popolazioni di collaborare anche su quelle che sono le grandi sfide che attendono il Pianeta, da qui alla fine del secolo. Scattata la fotografia, i ricercatori hanno tracciato anche la rotta per passare dalle parole ai fatti. Le stime prodotte potrebbero prendere forma con un investimento di 6,2 miliardi di dollari nei Paesi a basso reddito, di 12,4 miliardi in quelli a medio-basso reddito e di otto miliardi nelle nazioni sviluppate. Una cifra complessiva – quasi 27 miliardi di dollari – soltanto apparentemente «monstre», ma che divisa per l’intera popolazione mondiale non ammonterebbe a più di 4,7 dollari pro-capite.

Twitter @fabioditodaro

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