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Vaccini anti cancro: sperimentazioni e nuove terapie

di Lucia Fino
18 Novembre 2024

Ormai sono entrati a pieno titolo fra le terapie anti-cancro: eppure non tutti funzionano come i classici vaccini e ne esistono di diverse tipologie. Facciamo un po' di chiarezza sul tema

Vaccini anti cancro: se ne parla sempre più spesso, soprattutto da quando sono in primo piano i vaccini a mRNA che utilizzano le stesse tecnologie impiegate contro il Covid-19. Ma come agisce un vaccino antitumorale e qual è oggi il suo ruolo nella lotta sempre più sofisticata al cancro? Oggi i tumori sono patologie che si curano con successo crescente e i vaccini rientrano a pieno tipo sia fra le nuove terapie che nella prevenzione. Approfondiamo il tema scoprendo perché e in che modo  i vaccini terapeutici si dimostreranno sempre più utili e mirati.

Vaccini anti cancro

Foto Shutterstock

I vaccini anti cancro: cosa sono e come agiscono

I vaccini contro il cancro servono davvero a prevenire i tumori? Non tutti. Quelli che vengono chiamati comunemente “vaccini” sono in realtà delle vere e proprie terapie contro che vengono utilizzate quando già il tumore esiste, come supporto ad altre cure per stimolare il sistema immunitario a reagire meglio. Si usa il termine vaccino perché, anche in questo caso, l’obiettivo è (come per i consueti vaccini) è “allenare” il corpo a difendersi meglio contro un “nemico”. La differenza è che, mentre nei vaccini classici si insegna al sistema immunitario a riconoscere batteri, virus e protozoi con cui può venire in contatto, nei vaccini anti cancro la malattia è già presente e il vaccino è un’innovativa arma in più per combatterlo.

Esistono comunque i vaccini intesi nel senso più classico del termine, utilizzati quindi nella profilassi di prevenzione dei tumori. Sono tuttavia ancora pochi ed efficaci sono per alcuni tipi di cancro. Il più noto, ad esempio, è quello contro il papilloma virus. 

Come funzionano

Per capire come agiscono i vaccini terapeutici contro il cancro bisogna pensare a come il sistema immunitario protegge il nostro corpo. I leucociti o globuli bianchi presenti nel nostro organismo “pattugliano” il corpo alla ricerca di elementi estranei (virus, batteri e così via) oppure di cellule anomale o danneggiate che possono dare vita a un tumore. In particolare il “segnale d’allarme” è dato da particolari antigeni: se questi antigeni non appartengono all’organismo il sistema immunitario reagisce.

Nel caso dei tumori,  questi antigeni (che sono molecole presenti sulle cellule maligne), sono varianti proteiche o antigeni nuovi (neoantigeni). I vaccini anticancro rendono più efficiente la capacità del sistema immunitario nel riconoscere e combattere queste presenze estranee, individuando proprio gli antigeni delle cellule tumorali già presenti. Questo meccanismo aiuta quindi l’organismo a produrre gli anticorpi necessari a combattere il cancro.

I vaccini antitumorali saranno in futuro un’arma sempre più raffinata per combattere il cancro. Negli ultimi anni le sperimentazioni dei vaccini terapeutici su nuovi tipi di tumori si sono moltiplicate e sembrano promettere buoni risultati. Queste ultime, in particolare, si concentrano soprattutto sui vaccini a mRNA, ovvero quelli messi a punto e già utilizzati contro il Covid-19, e che sembrano essere fra i più efficaci contro i tumori. Proprio come nel caso del Coronavirus, questi vaccini hanno come bersaglio alcune varianti proteiche, spike, delle cellule tumorali.

Vantaggi e limiti

I vaccini anti-cancro sono progettati in risposta a una specifica caratteristica del tumore e agiscono in reazione a una proteina spike della cellula cancerosa, assente invece nelle cellule sane. Si tratta di un vero e proprio vaccino personalizzato, perché viene sviluppato a partire dai campioni dei tumori rimossi in ciascun paziente.

Poiché l’azione di questo innovativo approccio non è veloce, sembra che dia maggiori risultati se utilizzato in combinazione con l’immunoterapia (più rapida e intensa) e alla chemioterapia, soprattutto, per combattere tumori in fase non avanzata o che sono già stati trattati con un intervento chirurgico. 

Vaccino

Foto Shutterstock

Quali vaccini antitumorali sono disponibili oggi?

Il primo vaccino terapeutico è stato il sipuleucel-T, contro il cancro alla prostata oggi non più disponibile in Europa. Sono però in fase di sperimentazione molti altri tipi di vaccini antitumorali che offrono ottime prospettive e che, in un futuro non lontano (forse anche nei prossimi mesi), saranno disponibili.

Fra questi ci sono i vaccini contro il tumore al seno, quello contro il tumore al polmone non a piccole cellule e quelli contro il melanoma e il tumore al fegato, per i quali sono attive le ricerche e sperimentazioni della Fondazione Pascale di Napoli (HepaVac-1).

In particolare, la sperimentazione contro il tumore al polmone non a piccole cellule con il vaccino a mRNA BNT116 interessa molti Paesi: partecipano infatti Stati Uniti, Germania, Ungheria, Polonia, Spagna e Turchia e Regno Unito per un totale di 130 persone.

Al Policlinico di Bari l’unità operativa di oncologia medica, diretta dal Professor Camillo Porta, sta inoltre partecipando come primo centro al Sud Italia, a un innovativo protocollo sperimentale per i pazienti affetti da neoplasie delle vie urinarie, con l’0biettivo di mettere a punto un vaccino personalizzato per i pazienti già sottoposti a operazione chirurgica ma soggetti a recidive.

I vaccini contro i tumori causati da infezioni virali

Quando si parla di vaccini anti cancro non bisogna però dimenticare anche i vaccini contro i tumori causati da infezioni virali: questi hanno infatti un’azione preventiva e per questa loro particolarità sono gli unici paragonabili ai vaccini “più classici”. In questi specifici casi, infatti, si tratta di vaccinare i soggetti contro alcuni particolari agenti infettivi che, sul lungo periodo, possono portare alla comparsa di un tumore

Uno è il vaccino contro il virus dell’epatite B, malattia infettiva alla base di molti casi di cancro del fegato. L’altro – sperimentato e già in uso – è il vaccino contro molti ceppi di papilloma virus umano (HPV), che sono la causa di diversi tipi di tumore, tra cui quello della cervice uterina. Si calcola che questo vaccino anti cancro riesca a proteggere dal 90% dei tumori da HPV e in Italia è disponibile gratuitamente per la popolazione dagli 11 anni in su.

Illustrazione vaccino contro hpv

Foto Freepik

Cancro e stili di vita: prima di tutto la prevenzione

Non solo vaccini. Per proteggersi dal cancro bisogna prima di tutto curare il proprio stile di vita: la prevenzione è infatti l’arma più efficace per proteggere il proprio organismo dai tumori. Si calcola, infatti, che il 40% dei tumori potrebbe infatti essere evitato partendo dalla prevenzione e da una diagnosi precoce e accurata, possibile solo con controlli e screening regolari. I consigli di Paolo Veronesi, direttore della Divisione Senologia Chirurgica dello IEO e presidente della Fondazione Veronesi, possono aiutare a prevenire il cancro e a creare uno stile di vita sano:

  1. Seguire un’alimentazione sana ed equilibrata.
  2. Evitare il consumo di bevande alcoliche.
  3. Non fumare.
  4. Fare attività fisica dalle 2,5 alle 5 ore a settimana.
  5. Sottoporsi a regolari controlli medici a seconda dell’età e della classe di rischio.

Insomma, prima di tutto la prevenzione: in particolare, evitare il fumo consente di non esporsi a cancerogeni indicati come fattori di sviluppo del temibile tumore al polmone. Il fumo di sigaretta è il più importante fattore di rischio: nel mondo causa ogni anno cinque milioni di morti e il 22% dei decessi per cancro. Una dieta equilibrata, che segua il modello della dieta mediterranea con ampia presenza di cerali integrali, frutta e verdura, poca carne rossa e senza cibi processati protegge da molti tumori come quelli al colon retto e alla mammella ma anche colecisti, rene, fegato ed esofago. Si calcola che obesità e sovrappeso favoriscano addirittura 12 tipi di tumore.

Lucia Fino

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