Wise Society : Tu chiamale se vuoi, fissazioni

Tu chiamale se vuoi, fissazioni

di di Francesca Tozzi
16 Maggio 2013

C'è chi apre e chiude la porta tre volte, chi allinea in perfetto ordine gli oggetti sul tavolo. Qualcuno strizza continuamente gli occhi, altri muovono a scatti le spalle. Si chiamano tic nervosi, manie, ossessioni: sono fenomeni che in comune spesso hanno l'ansia. E talvolta meritano una certa attenzione

Mangiarsi le unghie durante una riunione di lavoro. Giocare con le ciocche dei capelli. Estirpare le pellicine delle dita. Abitudini diffuse, che accompagnano molti dall’infanzia molti all’età adulta. Gesti che appartengono al quotidiano a cui spesso non si fa caso. Poi esistono altre manie, come alzarsi dal letto prima di addormentarsi per controllare di aver chiuso il gas o la porta, o lavarsi continuamente le mani. Infine i tic: strizzare gli occhi, toccarsi il braccio, muovere la spalla. Sono comportamenti comunemente accettati in contesti normali, ma che talvolta non vanno sottovalutati. 

I tic sono contratture muscolari involontarie e senza finalità. Possono essere motori – strizzare gli occhi, fare smorfie con il naso, aggrottare le sopracciglia, tirare su le spalle – o vocali, come emettere squittii improvvisi o versi e risulta che chi soffre di tic (il 10 per cento della popolazione) ha su di esso un centro controllo, che viene meno nelle situazioni d’ansia o di iperstimolazione (per esempio quando si lavora sotto pressione)

I disturbi compulsivi si manifestano invece con veri e propri rituali: pensiamo alla mania di lavarsi continuamente, dovuta all’ossessione dello sporco, o a quella di mettere le cose in fila, legata al bisogno di tenere sempre tutto sotto controllo.

Tic e compulsioni sono fenomeni diversi ma vengono spesso associati anche per motivi biologici: chi ha i tic ha anche una predisposizione alle manie; nelle “famiglie ossessive” ci sono molti portatori di tic e viceversa in quelle “ticcose” facilmente si svilupperanno rituali compulsivi».

I rituali compulsivi, per esempio mangiarsi le unghie o le pellicine, sono diffusi soprattutto fra i giovani. Alcune manie, come lavarsi ripetutamente, sono apparentemente poco dannose per la qualità della vita; se non vengono trattate, però, possono diventare invasive ed erodere tempo alle attività normali. Spesso sono legate a una sorta di rito magico che ha lo scopo di ridurre l’ansia; dopo un po’ di tempo, però, diventano un fenomeno a cui non si riesce a rinunciare, ci si sente costretti a ripeterle più e più volte e finiscono per diventare una vera e propria ossessione.

I casi più seri sono i meno evidenti e i più difficili da riconoscere. I tic e le forme compulsive lievi creano meno disturbo e sono conciliabili con la vita sociale di una persona; si manifestano perché chi ne soffre non riesce a frenarsi ma nello stesso tempo se ne vergogna meno. Al contrario, nei casi più gravi, la vergogna spinge a non dichiarare, a nascondere il problema e di conseguenza a non chiedere aiuto. Questo è tipico dei bambini e degli adolescenti.

Alcuni bambini si svegliano presto al mattino perché prima di andare a scuola devono fare una serie di rituali che non riveleranno mai fino a quando il disagio si manifesterà da solo. Il loro cervello è “diviso” in due: una parte sa che l’ansia non sarà placata e sotto controllo finché il rituale non è completato, l’altra, consapevole che si tratta di una cosa stupida e inutile, prova un senso di vergogna. Il problema viene nascosto: ecco perché molti genitori faticano ad accorgersene.

Questi sintomi si manifestano dalla prima adolescenza nei maschi e intorno ai vent’anni nelle femmine. È una fase delicata della vita perché la personalità non è ancora completa e gestisce con difficoltà questi disturbi anche a livello sociale; l’io non è abbastanza forte da spingere il ragazzo a chiedere aiuto; rivolgersi a un medico, però, è fondamentale perché alcune malattie neurologiche cominciano con questo tipo di sintomi.

Se il rituale diventa irrinunciabile, e tale da condizionare il quotidiano, è bene interpellare lo psichiatra, a qualsiasi età. Alla base di questi disturbi c’è un problema di gestione dell’ansia e della tensione emotiva di cui bisogna cercare la causa profonda.

 

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