Alberto Cardillo in "La vita nella vibrazione dell’amore – Conoscersi con la kinesiologia olistica" racconta come questa disciplina sia uno strumento valido per trovare alcune chiavi d’accesso all’inconscio e alla propria energia vitale
«Sono le emozioni, le sensazioni e i pensieri che creano tutta una serie di processi legati alle malattie funzionali. A volte ci si può ritrovare afflitti da un malessere oscuro, con il medico che, giustamente, non può diagnosticare una malattia organica o una vera patologia perché il malessere è funzionale». Il kinesiologo trapanese Alberto Cardillo introduce così l’ambito d’azione della kinesiologia applicata – disciplina che si fonda su una presunta modalità di comunicazione con il sistema corporeo rivolta a una valutazione e a un miglioramento dello stato di benessere individuale – di cui parla nel suo libro “La vita nella vibrazione dell’amore – Conoscersi con la kinesiologia olistica”, pubblicato per Sei Amore.
QUEL “MALESSERE” CHE LA KINESIOLOGIA PUO’ CURARE – Il kinesiologo trapanese, che nel libro racconta anche in prima persona il suo percorso di rinascita proprio attraverso questa disciplina, sottolinea come la kinesiologia olistica sia uno strumento valido per trovare certe chiavi d’accesso all’inconscio e alla propria energia vitale, fermo restando, ovviamente, che si tratta di una terapia che non si sostituisce alla medicina convenzionale.
«Non ci stancheremo mai di sottolineare – dice Cardillo – quanto sia necessario avere certezza che, il “malessere” non abbia già compromesso un organo o un viscere nella misura da aver determinato una malattia organica. Questo è possibile comprenderlo solo attraverso un attento e obiettivo esame clinico del medico specialista o di fiducia: se l’organo è compromesso, con le tecniche in uso alla medicina non convenzionale, è possibile integrare ma non sostituire. Se, invece, il malessere è funzionale, può capitare che un soggetto, pur stando davvero male, possa sentirsi abbandonato perché si sente dire continuamente “non hai nulla – è tutto apposto”. In questo caso, la kinesiologia applicata può davvero essere la via di uscita da certi malesseri».
Nel suo libro, Alberto Cardillo spiega la dinamica bifasica dell’iter diagnostico e terapeutico che parte dal risalire al “chi sei” dell’individuo. «Si tratta – dice – di un percorso delicato e fondamentale poiché composto da due processi distinti ma convergenti: anamnesi clinico–organica e approccio psico–emozionale. Una fase determinante poiché permette di comprendere che le somatizzazioni, i disturbi funzionali e le difficoltà quotidiane a tutti i livelli sono solo l’effetto di una causa che occorre individuare e rimuovere».
L’IMPORTANZA DEL CIBO – Punto fondamentale di tutta la ricerca è l’esame obiettivo che si articola in due fasi. «L’esame obiettivo medico – spiega Cardillo – consiste nella ispezione, palpazione, auscultazione e percussione del paziente, finalizzato a verificare la presenza di eventuali anomalie organiche. L’esame obiettivo kinesiologico consta di un test muscolare kinesiologico che consentirà di interrogare il corpo e avere delle risposte sulla base della forza o della debolezza muscolare sui tre livelli dell’Essere (strutturale, psichico e biochimico), e avere uno screening completo per meglio individuare le cause e comprendere dove energeticamente si sono fermate. All’esame obiettivo si accosta il test bioenergetico per le intolleranze alimentari. Il cibo, infatti, dev’essere compatibile con noi, in caso contrario si potrebbero presentare situazioni in cui è necessario verificare quali sono gli alimenti tollerabili dal nostro sistema energetico e quali, invece, potrebbero causare fastidi di varia natura».
A questo si passa alla sfera terapeutica, avendo in cura di determinare se esiste un disagio di origine biologica, sul quale intervenire subitamente, oppure se ci si trova al cospetto di una problematica di origine psico–emozionale (o, eventualmente, di entrambe). Nel primo caso, è solo il medico che può prevedere una terapia farmacologica adeguata. «Nel secondo – spiega Cardillo – si interviene con il metodo STP Speed to the point sugli agopunti dei meridiani energetici, sui chakra, al fine di correggere la memoria sbloccando l’energia, laddove si è addensata, per farla tornare a fluire eliminando la memoria negativa che è la causa che provoca e induce l’effetto della somatizzazione, delle Inversioni psicologiche, degli sbarramenti, degli Auto–sabotaggi . La somatizzazione, la malattia funzionale, l’ansia, la depressione, le difficoltà nel cercare di perseguire il raggiungimento dei propri migliori livelli di performance, sono solo il linguaggio che l’energia intrappolata adotta per comunicarci la sua volontà di uscire. Essa chiede solamente di essere incanalata sul giusto percorso».