Wise Society : Come coltivare la resilienza per vivere meglio

Come coltivare la resilienza per vivere meglio

di Paola Greco
9 Gennaio 2024

Cos’è che aiuta a realizzare i propri sogni, a raggiungere traguardi, a superare le avversità? La resilienza, quella capacità che tutta la materia, animata e inanimata, conosce: la forza di reagire agli urti, senza perdere la propria forma

Oggi si sente molto parlare di resilienza, un concetto applicabile a diversi settori. Ma cosa significa resilienza? In estrema sintesi questa parola esprime sempre la capacità di reagire di fronte ad una situazione negativa, tornando allo stato iniziale. Approfondiamo l’argomento.

Fiore che nasce dal cemento, idea di resilienza

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Dalla fisica al clima, tutte le declinazioni della resilienza

In fisica la resilienza è la capacità di un materiale di assorbire un urto e modificarsi senza rompersi. Nei metalli, la resilienza è il contrario di “fragilità”, da non confondersi con la resistenza che è invece lo sforzo che si oppone a una forza. La resilienza esiste anche in biologia, ed è la caratteristica della materia vivente di ripararsi dopo aver riportato un danno. Anche in chiave ecologica, indica la capacità di un sistema modificato di ritornare al suo stato iniziale: (pensiamo alla capacità della natura di riprendersi i propri spazi appena trova uno spiraglio). La resilienza climatica, in particolare, consiste nell’affrontare e gestire con successo gli impatti dei cambiamenti climatici: basse emissioni di carbonio, energie rinnovabili, edifici schermati, azioni volte a rallentare il surriscaldamento del pianeta.

Altri esempi di resilienza si possono avere in sociologia, dove indica la capacità di un popolo o di una comunità di rialzarsi a seguito di guerre, catastrofi naturali, o altri eventi traumatici.

Persone che si aiutano durante un trekking

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La resilienza in psicologica

Per le persone la resilienza è la capacità di non rompersi davanti agli “urti” della vita: stress, ostacoli, avversità, un evento traumatico, un periodo di difficoltà. “resilienza” è stata la parola d’ordine durante i lunghi mesi della pandemia, tanto da entrare anche nella sigla del Recovery Plan: PNRR vuol dire infatti “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Insomma la resilienza è il sale della sostenibilità a tutti i livelli: superare l’inaspettato, tornando a prosperare, rimanendo se stessi.

Questo concetto, ormai lo sappiamo, identifica la capacità di rialzarsi… e se la formazione ed il carattere sono fondamentali per raggiungere i propri traguardi, è indispensabile anche essere resilienti. Traguardi che possono essere lavorativi, sportivi, legati alle proprie passioni, ma anche quelli che riguardano la salute, come per esempio vincere contro un brutto male, possono essere raggiunti più facilmente se si riesce a piegarsi senza spezzarsi.

Una persona con buone capacità di recupero si riprende molto più rapidamente, con meno stress, rispetto ad una persona con scarsa resilienza mentale. Questo perché ha un’alta tolleranza alla frustrazione, cioè riesce a dilazionare i momenti di gratificazione per sopperire a quelli in cui non ce n’è, per avere la forza di perseverare e raggiugere finalmente i propri obiettivi. Anche l’umorismo, con la sua carica di endorfine, ha la sua importanza nella capacità di detonare lo stress, riducendone l’impatto negativo.

Come coltivare la resilienza

Ma cosa fare se non si è abbastanza resilienti? Ci si può lavorare su. Avere una rete di relazioni di supporto nella propria vita, nella famiglia, tra gli amici, è molto importante: le relazioni positive danno la giusta carica quando il gioco si fa duro. Avere il sostegno delle persone care è un modo per dividere le ansie e le preoccupazioni e moltiplicare il coraggio per affrontarle.

Molto importante è avere fiducia nelle proprie capacità, ma anche accogliere le proprie fragilità, avere consapevolezza dei propri punti di forza, non essere troppo severi con se stessi, ma anche essere in grado di gestire in modo sano sentimenti ed impulsi ed essere in grado di comunicare con nettezza il proprio stato d’animo e il proprio pensiero. Naturalmente è fondamentale anche sviluppare abilità di problem solving, in modo da non farsi trascinare nella palude delle difficoltà.

È poi fondamentale mantenere sempre uno spirito ottimista ed avere uno sguardo attento sul futuro, celebrando i propri successi ed analizzando i propri errori, fonti preziose da cui imparare. Perché spesso è quando si inciampa che poi si ottengono i migliori risultati, mettendo a frutto il passato, conservando sempre lo spirito d’avventura.

Paola Greco

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