Wise Society : Coronavirus, e poi? Così cambieranno le nostre vite

Coronavirus, e poi? Così cambieranno le nostre vite

di Lucrezia Paci
17 Aprile 2020

Lavoro, vita sociale, sentimenti. Alla fine del lockdown non saremo più le stesse persone. Ecco come dovremo imparare a vivere e reinventarci

Ricordo che una volta, durante una lezione di psicologia cognitiva, la docente a proposito dell’impatto psicologico degli eventi importanti che ogni tanto accadono disse: “Tutti gli animali della foresta ricordano cosa stavano facendo quando morì la madre di Bambi”. Così è stato per me, perché ho ancora chiaro in mente dove ero e cosa stavo facendo quando ho letto del primo caso di Coronavirus in Italia. Da quel 21 febbraio sono cambiate tantissime cose. Ed è proprio questo il primo paradosso: il mondo si è fermato e, restando fermo, ha attraversato e sta attraversando una trasformazione radicale e profonda.

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Come cambierà la vita dopo il Coronavirus?

Soprattutto in questi giorni, a distanza di quasi due mesi dal primo caso di Covid-19, ci domandiamo come cambierà la nostra vita dopo, senza accorgerci di essere già diversi adesso. Perché come ci comportiamo ora continueremo per inerzia a fare poi. Se incontriamo la vicina di casa sul pianerottolo cerchiamo di evitarla, se vediamo dal balcone qualcuno per strada lo critichiamo pensando a dove stia andando. Per non parlare dei commenti aggressivi scagliati contro i runner, pur di scaricare addosso a qualcuno la rabbia repressa dentro.

Non ci baciamo più, non ci abbracciamo più. Non possiamo neanche toccarci o vederci dal vivo. I famosi “caffè al volo” sono diventati chiacchiere di un’ora in videochiamata. Fortunatamente abbiamo la tecnologia che si sta rivelando utile per connetterci. Pratichiamo sport in casa con Youtube o dirette di gruppo e abbiamo riscoperto la gioia di cucinare per scacciare la noia. Tutte queste abitudini e atteggiamenti li porteremo dietro anche dopo, è inevitabile.

Una frase di Kafka recita: “C’è sempre un punto dopo il quale non si può tornare indietro”. Oggi sento che siamo oltre questo punto. Possiamo guardare avanti ma voltarci indietro, almeno per il prossimo anno, sa inevitabilmente di tristezza e nostalgia. Perché con l’allerta Coronavirus continueremo a convivere per un po’.

Una nuova consapevolezza alla fine del lockdown

Così possiamo prendere consapevolezza, come già in parte stiamo facendo, per ricominciare dopo il lockdown. Sarà una ripresa a passo lento e controllato. Probabilmente ci saranno app che tracceranno i nostri percorsi in città e ci ritroveremo a barattare la privacy con sicurezza e salute. Potremo muoverci per i weekend fuori porta ma con l’ansia di sottofondo per rimanere vigili e in allerta di fronte al rischio di un contagio. Anche i nostri criteri di scelta per intrattenerci cambieranno: non sceglieremo più i posti più “in” ma quelli più isolati e tranquilli.

Capiremo anche, a suon di forzatura alla convivenza, quali sono le relazioni che ci danno forza e quali quelle che ce ne tolgono. C’è chi è in casa da due mesi con i coinquilini, chi con i familiari, chi con il partner. Chi è da solo. Senz’altro usciremo dalla quarantena con una chiara idea rispetto alla qualità delle nostre relazioni. Ci sarà chi deciderà di lasciarsi, chi di sposarsi o far figli, chi di cambiare casa una volta per tutte, chi tornerà a frequentarsi.

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Ci domanderemo anche dove vorremo vivere. Perché davanti al blocco è palese di non esserci ritrovati tutti nelle stesse condizioni domestiche: alcuni di noi continuano a trascorrere le proprie giornate chiusi in 20 metri quadrati e altri in villette con giardino. Quando l’economia gira e il mondo va a mille, siamo più predisposti a sacrificare la vita rilassata della piccola città per darci da fare e riconcorrere la carriera in metropoli. Ma quando tutto si riduce al comune denominatore, tiriamo le linee e facciamo i conti. Rivedremo le priorità, rivaluteremo i compromessi e forse penseremo a una vita più indipendente dai luoghi e più centrata sul nostro benessere.

E poi c’è il lavoro. Sì perché salute ed economia vanno a braccetto ma si danno le spinte e, ogni tanto, una delle due rischia di cadere a terra e farsi davvero male. Così c’è chi vede bloccati progetti imprenditoriali in cui ha investito tempo, soldi ed energia. Chi ha perso l’occupazione. Chi è in forse e non sa come e quando riaprirà. All’uscita dal lockdown nessuna attività lavorativa tornerà come prima, è certo. Alcune saranno davvero limitate ai minimi. E non resta che pensare a come andare avanti in un mondo che è già cambiato. Proprio come noi.

Reinventarsi dopo il Coronavirus: dare voce a nuovi bisogni

Non possiamo fare nulla contro il Covid se non creare qualcosa di nuovo a partire dagli spunti dolorosi ma importanti che ci sta dando. C’è incertezza, c’è amarezza, c’è pianto. E tutto questo porta a porsi delle domande, a capire come reinventarsi e salvare il salvabile.

Lucrezia Paci, Counselor bioenergetico, bocconiana, specializzanda in psicologia clinica.

Abbiamo rabbia e paura dentro. Rabbia per la vita che non stiamo vivendo e paura per quella che abbiamo rischiato di perdere. Queste emozioni sono già sentimenti radicati in noi che non dimenticheremo. Per questo è importante familiarizzarci e accettarli per quanto difficile e complesso. Perché quando accettiamo facilitiamo il miglioramento delle cose.

Nelle avversità vediamo evidenziati tutti i limiti, anche quelli che esistevano in potenza e che non credevamo di avere. Una volta metabolizzato il colpo però, da questi limiti possiamo e dobbiamo provare a creare altre risorse che corrisponderanno a nuovi bisogni interni ed esterni.
Il Coronavirus ha già trasformato le nostre vite. Per sempre. Il passo evolutivo che ora ci è richiesto è smettere di pensare a quando tutto questo finirà e allenarci a conviverci dando il meglio di noi. Perché anche quando il virus sarà sparito del tutto, ci resterà dentro. Per sempre. Tra un po’ di tempo toglieremo le mascherine dal volto, ma non dal cuore. Ci riscopriremo nuovi, gli uni con gli altri. E chissà come sarà ritrovarsi di nuovo insieme, abbracciati e diversi.

Lucrezia Paci, Counselor bioenergetico, bocconiana, specializzanda in psicologia clinica.
Sito web: www.lucreziapaci.it
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