Il tubicino sottilissimo, in grado di drenare una quantità tale di umore acqueo da ridurre la pressione oculare, è l'ultima novità nella cura della patologia che in Italia colpisce circa un milione di persone
Un tubicino sottilissimo capace di drenare una quantità tale di umore acqueo da ridurre la pressione oculare e ostacolare l’insorgenza e la progressione del glaucoma. Si chiama Innfocus ed è l’ultima novità nella cura del glaucoma ad angolo aperto, il tipo più diffuso, che colpisce il 90% dei pazienti.
Disponibile in Italia da febbraio 2019, l’innovativo device prodotto dalla Santen di Miami, promette una vera e propria rivoluzione nella cura della patologia, che solo in Italia colpisce circa un milione di persone e che nei prossimi vent’anni vedrà un incremento del 33% dei casi, a causa dell’invecchiamento della popolazione. InnFocus, infatti, è un impianto che si sostituisce ai colliri, ai laser e ai più tradizionali interventi di chirurgia (la classica trabeculectomia) praticati fino ad oggi, per la tipologia più diffusa di glaucoma, ovvero quello ad angolo aperto e cambiando il decorso della neuropatia ottica cronica e la sua cura.
Cos’è e come funziona Innfocus
«Si tratta di tubicino del diametro di 70 micron che s’introduce nell’occhio attraverso un piccolo foro praticato in anestesia locale – spiegano Marco e Silvio Zagari, medici del Poliambulatorio Centro Europeo (PCE) di Acicastello, in provincia di Catania – InnFocus è capace di drenare continuamente l’umore acqueo contenuto nell’occhio, così da ridurre in maniera consistente la pressione oculare e quindi ostacolare l’insorgenza e la progressione del glaucoma, con il relativo danneggiamento del nervo ottico».
«Inoltre – continuano i due specialisti, che hanno ottenuto la certificazione per l’impianto del nuovo device – ad oggi è una delle poche chirurgie reversibili per il glaucoma: se non si raggiungono i target pressori proposti, è possibile infatti rimuovere il dispositivo e tornare allo stato precedente.
Rispetto alle chirurgie tradizionali, caratterizzate dal crollo repentino della pressione oculare nell’immediato post-operatorio – che nei casi più complessi è responsabile dello spegnimento del campo visivo detto “wipe-out” – questa metodica consente di controllare e contenere l’abbassamento della pressione».
Come viene applicato Innfocus?
Il nuovo dispositivo si applica in day surgery, con un intervento di soli 15-20 minuti, che consente di dimettere il paziente nell’arco della giornata. Inoltre, una volta posizionato, il dispositivo dura tutta la vita e non va cambiato. «Innfocus è composto da un particolare materiale plastico, già brillantemente utilizzato in cardiochirurgia – continuano Marco e Silvio Zagari – robusto sì, ma nello stesso tempo abbastanza delicato da non danneggiare il tessuto oculare. Inoltre, una volta posizionato, non va più cambiato nel corso della vita: una metodica davvero promettente, i cui risultati arrivano da molteplici sperimentazioni cliniche durate anni. La nostra equipe ha già avuto modo di testarlo su alcuni pazienti proprio in questi giorni, con valori della pressione intraoculare per tutta la durata del follow up davvero incoraggianti».