Wise Society : Felix Finkbeiner: “Voglio piantare mille miliardi di alberi per salvare il Pianeta”
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Felix Finkbeiner: “Voglio piantare mille miliardi di alberi per salvare il Pianeta”

di Michele Novaga
26 Settembre 2019

Prima di Greta Thunberg e dei Fridays for future, un bambino tedesco - oggi adulto - ha creato il movimento Plant for the Planet piantando quasi 15 milioni di alberi in tutto il mondo coinvolgendo soprattutto i giovanissimi

«Tutto è cominciato quando, all’età di 5 anni, mi è stato regalato un enorme peluche a forma di orso polare che è diventato il mio animale preferito. Tanto che, quattro anni dopo, quando a scuola la maestra mi chiese di fare una ricerca sul riscaldamento globale per poi spiegarla in classe, imparai come il mio amato orso polare venisse trattato. Imparai anche che gli esseri umani sono minacciati dal global warming».

Inizia così l’intervista con Wise Society Felix Finkbeiner, bambino prodigio della lotta al riscaldamento globale che in pochi anni è riuscito a creare un movimento – Plant for the Planet – in grado di coinvolgere 81.ooo giovani di 73 paesi del mondo e piantare quasi 15 milioni di alberi in tutto il Pianeta. Prima che la questione del clima diventasse una delle priorità nelle agende dei governanti di tutto il mondo e prima di Greta Thunberg, il bavarese Felix – oggi 22enne – ha smosso le coscienze di giovani e meno giovani portando a termine uno straordinario obiettivo.

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Felix Finkbeiner nel 2011 alle Nazioni Unite spiega il suo progetto ai potenti del mondo, Foto: Plant for the Planet

Mai compito a casa è diventato più proficuo..

E’ vero: successivamente continuai la mia ricerca sull’argomento imbattendomi negli scritti di Wangari Maathai, la scienziata premio Nobel per l’ambiente che, insieme ad altre donne, fece piantare 30 milioni di alberi in diversi paesi africani nell’arco di 30 anni. Scoprì che gli alberi non solo permettono alle persone di guadagnarsi da vivere, ma aiutano a proteggere il suolo dalle erosioni e che ognuno di loro sottrae CO2 all’atmosfera. E così alla fine ho avuto come una visione: piantiamo un milione di alberi in ogni paese del mondo. E’ nato così il progetto Plant for the Planet.

Come è riuscito a coinvolgere in questo progetto così tanti giovani, governi, aziende e organizzazioni internazionali?

Plant for the Planet forma i giovani del progetto per farli diventare ambasciatori del clima: lì imparano tutto quello che c’è da sapere sulla crisi climatica, quali sono i rischi e in che modo questo possa influire sul loro futuro. Imparano cosa fare per combatterla e come motivare i coetanei per portarli “a bordo” e piantare alberi con loro. Ma imparano anche come coinvolgere gli imprenditori e i governi dei loro paesi.

L’idea che l’aveva ispirata da ragazzino era quella di piantare un milione di alberi ma ad oggi sono già 13.6 milioni quelli piantati: dove volete arrivare?

Un milione era il numero più alto che mi era venuto in mente. Solo in Germania siamo arrivati a piantare un milione di alberi in soli tre anni. L’obiettivo che ora ci siamo posti è quello di piantare mille miliardi di alberi (one trillion trees in inglese, n.d.r.) in tutto il Pianeta capaci di assorbire da soli circa un quarto di tutta la CO2 prodotta nel mondo ogni anno. Del resto, che piantare alberi sia la soluzione più adeguata, lo conferma anche uno studio del Scuola politecnica federale di Zurigo che spiega come in una superficie grande quanto gli Stati Uniti possono essere piantati mille miliardi di alberi. Per farlo abbiamo messo a punto una app che permette di registrare gli alberi piantati da ogni abitante del mondo e di fare donazioni per nuove piantumazioni attorno al globo.

 

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Alcuni ambasciatori africani di Plant for the planet, l’organizzazione fondata da Felix Finkbeiner, Foto: Plant for the planet

La scorsa estate alcuni incendi devastanti hanno colpito l’Amazzonia, il polmone del mondo. In Africa le foreste soffrono la deforestazione. E’ qui che c’è la maggior urgenza di piantare alberi?

La cosa fondamentale è arrestare la deforestazione. Sia in Amazzonia che in Africa ci sono vaste aree che dovrebbero essere riforestate.

Piantare mille miliardi di alberi è un obiettivo importante che se raggiunto aiuterebbe a ridurre di un quarto la CO2 del Pianeta. Ma non è abbastanza: che cosa si può fare per arrestare o mitigare gli effetti del riscaldamento globale?

Sicuramente la riforestazione non è l’unica soluzione. Dobbiamo allo stesso tempo promuovere soluzioni globali contro la crisi climatica. Per esempio potremmo incrementare la produzione di energia solare sfruttando i deserti così come è stato fatto in Marocco a Ouarzazate dove è stato costruito Noor, il parco solare più grande del mondo che fornisce alla popolazione 2 gigawatt di energia pulita. Un parco solare  costruito in un’area desertica di 300 chilometri per 300 potrebbe fornire energia pulita a tutti gli abitanti del mondo.

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Grazie all’idea di Felix Finkbeiner, oggi 81.000 giovani piantano alberi in tutto il mondo, Foto: Plant for the planet

Ma non è la sola possibilità: si potrebbe puntare anche sulla cosiddetta Economia a metanolo (o methanol economy): con l’energia solare pulita e illimitata che si può ottenere nel deserto, si può produrre idrogeno dall’acqua e combinarlo con la co2 dall’aria. Il metanolo conserva elettricità solare con una densità energetica che è 50 volte maggiore di quella di una batteria. E in più possiede un’altra caratteristica vantaggiosa: non ha bisogno di nessun impianto di trasmissione dato che può essere trasportato con navi cisterna. E potrebbe essere fin da subito immesso nei serbatori degli aerei per essere mischiato con il carburante fossile per poi rimpiazzarlo totalmente.

Lei ha cominciato la sua azione prima di Greta: vi siete mai incontrati? Avete in programma di collaborare o lavorare insieme?

No, purtroppo non ho mai incontrato Greta ma l’ammiro molto per quello che sta ottenenendo anche in questi giorni con i Fridays for Future facendo diventare la questione del clima sempre presente sui media e come uno delle priorità dei governi. Io e molti ambasciatori di Plant for the Planet partecipiamo alle manifestazioni dei Fridays for future.

C’è qualcosa che ognuno di noi può fare quotidianamente oltre a piantare nuovi alberi per vivere in un pianeta migliore?

Ognuno di noi può contribuire nel suo piccolo a proteggere il Pianeta per esempio evitando di viaggiare in aereo o mangiando meno carne. Un giorno senza carne aiuta a ridurre le emissioni di CO2 come se non si usasse la propria auto per una giornata intera.

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