A Milano, sotto l'egida della Fondazione Cariplo, si sono riuniti 400 delegati della “Global Alliance for the future of food”: 655 milioni di dollari i contributi elargiti per la sostenibilità delle coltivazioni
Sono venti le fondazioni filantropiche dislocate in tutto il mondo riunitesi nel Gaff, acronimo di Global alliance for the future of food, un’alleanza globale per il futuro del cibo. Lo scopo è quello di sostenere in tutto il pianeta la ricerca globale per cibo e agricoltura sostenibile. A rappresentare l’Italia nell’alleanza globale “The future of food”, che annualmente stanzia complessivamente 655 milioni di dollari (circa il 12,8% delle elargizioni delle stesse) per contributi relativi al settore, è la Fondazione Cariplo che, in collaborazione con la francese Agropolis Fondation, in occasione dell’Expo 2015, ha riunito a Milano 200 delegati per presentare studio di valutazione dell’impatto dei contributi Gaff nelle diverse aree del mondo.
A emergere dallo studio è il fatto che la sopravvivenza del 70% della popolazione povera vivente nelle aree rurali ha nell’agricoltura la principale fonte di reddito. Nel mondo, infatti, sono 500 milioni le attività agricole dei piccoli agricoltori, e queste producono circa l’80% del cibo consumato in Asia e nell’Africa sub-Sahariana. Diventa un dato di fatto anche che l’agricoltura è sempre più femminile con 564 milioni di donne nel mondo impegnate nel settore. Si scopre anche che cresce la vendita dei prodotti biologici che, nel Regno Unito, valgono 2,9 miliardi di dollari, ma anche che dal 2000 ad oggi il costo del cibo è cresciuto in media del 123%.
A dare una testimonianza diretta è George Nyendwa, il sindaco di Lusaka, la più grande città dello Zambia. «I piccoli agricoltori che vivono nell’area rurale attorno alla città producono una buona parte del cibo che serve per il sostentamento delle fasce basse della popolazione urbana – spiega Nyendwa -. Purtroppo, però, questi agricoltori non vengono coinvolti nella pianificazione regionale e nazionale e si limitano a portare i loro raccolti per la vendita al mercato. Occorrerebbe invece collegare la piccola agricoltura con i consumatori e con il governo, così facendo si potrebbero incoraggiare anche ad aumentare la produzione».
«Nell’ambito di riferimento la Fondazione Cariplo ha avviato nel 2007 il Progetto Ager, coordinando un partenariato di tredici fondazioni italiane, per supportare ricerca nei settori che rappresentano l’eccellenza agroalimentare italiana: dal cerealicolo e ortofrutticolo, al vitivinicolo e zootecnico», ha sottolineato il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti. In dettaglio per il progetto Ager sono già stati distribuiti 25 milioni di euro a fondo perduto per finanziare sedici progetti sviluppati da oltre quarantasei istituzioni, tra università ed enti di ricerca, in tutta Italia. Tra questi uno studio sul genoma del riso allo scopo di mantenere alta la qualità del cereale, alcuni sulle innovazioni di processo e di prodotto per pericoltura e melicoltura di qualità e uno sul grano duro per aumentare la resilienza delle coltivazioni.
Ma l’impegno della Fondazione Cariplo non si ferma qua. È stata, infatti, lanciata una seconda edizione del progetto Ager. Stavolta ad affiancare l’ente filantropico bancario saranno altre nove fondazioni italiane che, unendo gli sforzi, hanno messo a disposizione altri 7 milioni di euro saranno nei settori dell’acquacoltura, dell’agricoltura di montagna, dell’olivo e olio e dei prodotti caseari con particolare attenzione ai temi della sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale.
Twitter @mariellacaruso