Wise Society : Smart building, l’intelligenza è una visione di sistema

Smart building, l’intelligenza è una visione di sistema

di Andrea Ballocchi
4 Dicembre 2018

Niccolò Aste, docente del Politecnico di Milano, illustra il progetto Milano4You, il primo smart district d’Italia e spiega cosa siano davvero gli smart building

A Segrate, vicino a Milano, sorgerà un quartiere smart. Si chiama Milano4You e proprio di recente la Giunta comunale ha approvato il Piano integrato di intervento. Si tratta di un progetto che si è fatto conoscere fin da subito per il suo elevato valore in termini di efficienza energetica e di innovazione tecnologica.

Foto: Milano4You

Milano4You è una combinazione virtuosa di quattro componenti: urban design, energia, digitale e sociale. Dalla domotica efficiente, in grado di garantire una gestione facilitata, da remoto, di tutte le applicazioni domestiche, all’infrastruttura con banda ultralarga, contando su un sistema energetico che comprende impianti di cogenerazione alimentati a biomassa, sistemi fotovoltaici integrati, pompe di calore geotermiche.

Niccolò Aste, docente del dipartimento di Architettura e Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano che sta seguendo il progetto per conto dell’ateneo, racconta in occasione di KlimaHouse Camp, quanto si sta facendo per realizzare “la prima città nativa digitale”.

UNO SMART DISTRICT GREEN ALLE PORTE DI MILANO – «Milano4You si sta sviluppando dal punto di vista tecnologico, con ambizioni molto forti di essere una parte di città digitale dotata di un’autonomia pressoché totale dal punto di vista energetico, e davvero nZEB». Il committente però, accanto a un alto grado tecnologico e a prestazioni energetiche davvero elevate ha insistito sul concetto di inclusione sociale: «ha richiesto come primo presupposto la sostenibilità economica. Quindi, gli edifici oltre a funzionare molto bene dovranno essere competitivi come prezzo di mercato, consentendo a potenziali acquirenti non estremamente abbienti di poter accedere all’acquisto di una abitazione. Il lavoro attuale è quindi focalizzato a limare tutti gli aspetti costruttivi e tecnologici in modo da puntare ad avere costruzioni accessibili per una larga fascia di mercato». Per questo ci vogliono delle accortezze, anche nella scelta opportuna dei materiali, che possa garantire le più elevate prestazioni a costi gestibili. Da qui la visione vera di innovazione legata agli edifici, che è quella di «mettere a sistema le tecnologie; la visione sistemica è anche la più complessa da attuare, perché comprende numerosi fattori da ricondurre a una visione olistica e unitaria», sottolinea Aste.

smart building, Niccolò Aste, Milano4you

Il plastico del nuovo quartiere di Smart building che sorgerà a Segrate in provincia di Milano, Foto: Andrea Ballocchi

SMART BUILDING, DIETRO ALLE MODE C’E’ DI PIU’ – È lui a distinguere bene cosa significhi davvero poter contare su edifici smart: «a partire dagli anni Ottanta ci si è accorti che il patrimonio edilizia impattava per il 40% sull’ambiente. Da lì si è sviluppata una maggiore sensibilità, si è cominciato a parlare di bioclimatica, di sostenibilità, di green e poi si è ridotto il concetto a termini e alla moda del momento. Ma dietro al marketing c’è molta sostanza e un’urgenza: rendere ecosostenibile l’ambiente in cui viviamo e gli interventi sugli edifici e sulla città sono i primi che dobbiamo affrontare. Smart è uno dei nuovi termini che si lega a reti, edifici, città. Significa “scaltro”, “furbo” in senso positivo, si collega al concetto di un sistema in grado di gestire in maniera oculata le proprie risorse e l’ambiente circostante». Non solo: «uno smart building è sì un edificio intelligente, ma che ha bisogno di abitanti altrettanto intelligenti: l’interazione tra la tecnologia e l’utilizzatore è il principio più importante». Da qui passa a illustrare il vero significato di comfort inteso non come comodità, ma come assenza di disagio. «Una casa, un ufficio devono essere prima di tutto confortevoli nel senso che chi li abita non deve patire disagio. Una struttura smart è quindi capace di garantire determinati parametri, come temperatura, qualità e tasso di umidità dell’aria, isolamento acustico senza che vengano percepiti dal residente. Sembra paradossale, in realtà è un grande traguardo. L’edificio efficiente lo è anche grazie alla tecnologia che aiuta l’utente a mantenere un determinato comfort e a semplificare la vita».

INNOVARE IL PATRIMONIO IMMOBILIARE COMINCIANDO DALL’ESISTENTE – Milano4You è il primo smart district italiano. Un concentrato di soluzioni che partiranno da un progetto ex novo. Ma la sfida attuale è intervenire sull’esistente: «è un aspetto importantissimo. Non basta lavorare sul nuovo, anche se su di esso si possono studiare e sperimentare tecnologie innovative come nel caso di Milano4You». In pratica, progetti come questo aiutano a promuovere un concetto fondamentale: un’altra edilizia è possibile, green, innovativa e a costi pienamente di mercato.

«Stiamo studiando questo smart district a Segrate dove gli edifici sono a energia quasi zero, in cui l’infrastruttura digitale fa da ossatura, connettendo tra loro gli stabili e un giorno permetteranno di trasferire energia in modo che si possa soddisfare la domanda in modo smart e distribuito. Oggi a livello normativo non è possibile farlo, ma l’intenzione è predisporli in modo che quando un giorno si potrà saranno già abilitati a farlo».

smart building, Niccolò Aste, Milano4you

Milano4You è una combinazione virtuosa di quattro componenti: urban design, energia, digitale e sociale. Dalla domotica efficiente, alla banda ultralarga, contando su un sistema energetico che comprende impianti di cogenerazione alimentati a biomassa, sistemi fotovoltaici integrati, pompe di calore geotermiche, Image by iStock

FINANZA ENERGETICA E UNA VISIONE D’INSIEME – Un altro concetto evidenziato da Aste è quello di “finanza energetica”: «un investimento in efficienza energetica può avere dei tassi di rendimento anche superiori del 10%. Immaginiamoci in un mercato azionario economico attuale contare su una quota così alta. Però è su un edificio, un ecosistema complesso composto da persone restie a investire sull’efficientamento e da meccanismi di finanziamento a volte farraginosi e difficili da ottenere. Ecco allora che se la politica svolge un ruolo di garante sull’investimento, quel rendimento diventa allora un beneficio concretizzabile e garantito. Con gli strumenti di monitoraggio esistenti è possibile controllare la performance energetica, assicurando così il mantenimento di condizioni di consumo costanti e un comportamento virtuoso da parte dei residenti». Da qui la possibilità di unire tecnologia, politica, finanza e innovazione in modo da rendere gli edifici davvero smart. Tutti devono concorrere a centrare un modello virtuoso, anche i residenti, consapevoli che lo sbilanciamento di un impianto su una sola unità grava poi sull’insieme.

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