Wise Society : Camini di nuova generazione, più calore con meno emissioni: le opzioni

Camini di nuova generazione, più calore con meno emissioni: le opzioni

di Andrea Ballocchi
23 Dicembre 2022

Stufe e camini a legna e a pellet offrono ottime prestazioni ed emissioni inferiori rispetto al passato. Inoltre, si possono valutare opzioni senza canna fumaria, elettrici o a bioetanolo

Puntare sui camini di nuova generazione per contrastare il caro energia e contare su una soluzione capace di regalare calore a costi più sostenibili è una possibilità da considerare. Ma è davvero possibile risparmiare e regalarsi una opzione alternativa al caro gas ed elettricità? Sì, ma facendo attenzione agli incentivi e soprattutto alle norme vigenti in diverse regioni che vietano l’accensione di stufe e camini che non abbiano caratteristiche ottimali. Cosa c’è da sapere e quali le opzioni oltre stufe e camini tradizionali, a legna e a pellet? Offriamo qualche risposta.

Camino di nuova generazione

Foto Shutterstock

Camini di nuova generazione: le opzioni a legna e a pellet

A proposito di camini di nuova generazione, partiamo dalle soluzioni a legna e a pellet. È vero che il riscaldamento a legna e pellet produce circa il 17% delle polveri sottili (PM10). La maggior parte di questo particolato viene però da vecchie stufe e caminetti, con tecnologie di combustione superate: “il 70% degli apparecchi installati in Italia ha più di 10 anni di vita e contribuisce all’86% del PM10 derivante dalla combustione domestica di biomassa”, segnala l’Associazione Italiana Energie Agroforestali. La stessa riporta uno studio di Altroconsumo secondo cui le vecchie stufe a legna e pellet hanno livelli di emissioni di PM10 otto volte superiori rispetto alle stufe moderne.

“Comunemente una stufa a legna installata da più di 10 anni ha un fattore di emissione pari a 480 mg/Nm3 mentre una moderna stufa o un moderno inserto emettono dai 20 ai 30 mg/Nm3”. Ma i veri nemici della qualità dell’aria sono i camini aperti, che hanno un fattore di emissione pari a oltre 860 mg/Nm3. Ecco allora che si può puntare su stufe decisamente performanti.

Le certificazioni

Oggi esistono sul mercato sistemi di riscaldamento a legna e pellet moderni ed efficienti, caratterizzati da emissioni di PM10 molto inferiori rispetto alle tecnologie più datate. Per esempio, è possibile puntare su stufe, caldaie e camini di nuova generazione certificati ariaPulita™. Si tratta di un sistema di certificazione di prodotto istituito e promosso da AIEL, che attesta l’idoneità dei sistemi di riscaldamento a biomasse legnose ad assicurare specifiche prestazioni, espresse in termini di rendimento (efficienza) e di emissioni, che comprende polveri, ossidi di azoto, monossido di carbonio, composti organici.

Le classi di qualità

Le diverse classi di qualità sono identificate mediante un numero crescente di “stelle”, variabile da 2 a 5, che corrisponde ai gradi di merito delle prestazioni riscontrate. Le stelle contano: se un apparecchio due stelle riduce le emissioni di polveri del 40% per il pellet e 46% per la legna rispetto ad apparecchi a una stella, quelli a 5 stelle la riducono dell’80%. Oltre che presentare le caratteristiche del sistema di certificazione, elenca i prodotti certificati, suddivisi già in ordine di classe di qualità. È importante la considerazione sulle stelle, perché in alcune regioni sono stati posti divieti a camini e stufe, autorizzando l’accensione solo agli impianti più performanti (per lo più 4 e 5 stelle).

Incentivi sull’acquisto

Chi decide di comprare stufe o camini di nuova generazione può contare anche su diversi incentivi: la stessa AIEL ha pubblicato una guida che li propone, sia a livello nazionale che regionale. Conto Termico, ecobonus, bandi regionali (dove emessi) sono utili alleati per chi sta decidendo di acquistare un impianto a biomassa.

Per esempio: col Conto Termico si può contare su un bonus equivalente al 65% della spesa sostenuta. Questo fattore può assumere un interesse ancora più alto se si possono cumulare bonus regionali (in Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte), anche fino al 100%.

I costi di legna e pellet

Per quanto riguarda i costi, in questo inverno caratterizzato in modo particolare sul caro energia, molti si chiedono quale siano le fonti energetiche più convenienti per riscaldare la propria casa. Anche in questo caso l’associazione di categoria evidenzia un aspetto su cui va posta attenzione: “anche nelle rilevazioni di settembre 2022, la legna da ardere si conferma uno dei combustibili più economici con cui scaldarsi. Nonostante l’aumento generale dei costi delle materie prime, la legna registra incrementi di costo contenuti, soprattutto a confronto con metano, GPL e gasolio.”

E aggiunge che per avere un’idea della spesa media che deve sostenere chi si riscalda utilizzando la legna è possibile calcolare che per riscaldare un appartamento con caratteristiche medie in Italia, ossia per produrre 10 MWh di calore, la spesa si aggira su circa 720 euro l’anno. La legna da ardere garantisce quindi un risparmio del 69% rispetto al gas naturale e del 60% rispetto al gasolio da riscaldamento.

Anche il pellet, malgrado i rincari, si dimostra più conveniente rispetto a metano e gasolio, secondo l’analisi dei prezzi effettuata a settembre 2022. “Il costo annuale per riscaldare un appartamento di medie dimensione (produrre 10 MWh) utilizzando pellet in sacchetti in classe ENplus® A1 si aggira intorno ai 1460 €, garantendo un risparmio del 36% rispetto al gas naturale e del 19% rispetto al gasolio da riscaldamento”.

Stufa a pellet

Foto Shutterstock

Camini senza canna fumaria: le opzioni sul mercato

Sempre in tema di camini di nuova generazione, ci sono altre opzioni rispetto a quelle a legna e a pellet. Si tratta dei camini senza canna fumaria. Sono impianti elettrici a LED, elettrici ad acqua o i biocamini, soluzioni che ricreano l’immagine della fiamma, specie quelle elettriche ad acqua, ma anche l’effetto fumo, grazie alla tecnologia brevettata a ultrasuoni che nebulizza vapore acqueo. I camini LED, invece, riproducono in modo molto veritiero la fiamma. Entrambi possono essere usati a scopo decorativo, oppure per generare calore. I biocamini, invece, impiegano il bioetanolo, alcool di origine vegetale.

Sui costi energetici, per quanto riguarda il bioetanolo in Italia i prezzi oscillano tra i 2,40 e i 4,60 euro al litro. Considerando che il funzionamento medio del biocamino (3 o 4 ore al giorno), verranno consumati approssimativamente due litri di combustibile, in un caminetto di medie dimensioni.

Invece, i caminetti elettrici ed elettrici ad acqua dotati di funzione riscaldante donano tepore alle stanze di casa con un consumo di 2kw/h pari a circa 0,7 euro all’ora. «Parliamo di focolari la cui primaria finalità è decorativa, ma se accesi ad esempio tutte le sere per riscaldare e creare atmosfera nella zona giorno, permettono di risparmiare sul riscaldamento mentre ci si rilassa davanti alla TV», afferma Luca Milani, Direttore Vendite di maisonFire.

Il loro pregio più rilevante è la versatilità di ubicazione: non presentano limitazioni d’installazione legate alla canna fumaria, quindi possono essere impiegati in qualsiasi punto della casa, a contatto con tutte le superfici, anche quelle delicate come marmo, legno e cartongesso, oppure sotto la TV. Possono essere poggiati per terra, incassati, appesi alle pareti come un quadro, per infinite combinazioni d’arredo.

Camino di nuova generazione

Foto Ferenc Keresi da Pixabay

Andrea Ballocchi

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