Wise Society : “L’Ultima Goccia”: il podcast di Francesca Milano che racconta il Po e la crisi idrica

“L’Ultima Goccia”: il podcast di Francesca Milano che racconta il Po e la crisi idrica

di Serena Fogli
3 Agosto 2022

Francesca Milano ci porta in viaggio lungo il Po, dalla sorgente alla sua foce. Con il supporto di alcuni esperti, la giornalista fa luce sulle cause della crisi idrica e dell'emergenza con cui il fiume più lungo d'Italia si trova a fare i conti

La siccità è una delle conseguenze più evidenti della crisi climatica, soprattutto in Italia. Emblema dell’emergenza è il Po che, negli ultimi mesi, ha diminuito di molto la sua portata registrando, allo stesso tempo, un avanzamento da record del mare verso la foce. Ed è proprio il “grande fiume” a essere protagonista dell’ultimo podcast prodotto da Chora Media. Initolato L’ultima goccia e curato e scritto da Francesca Milano, si tratta di un audio-reportage dedicato a chi vuole capire meglio le cause e le conseguenze dei cambiamenti climatici. Conta quattra episodi che è possibile ascoltare sulle principali piattaforme audio.

Cover del podcast "L'ultima Goccia"

Foto Chora Media

L’ultima goccia: il viaggio di Francesca Milano lungo le sponde del Po

Un conto è leggerne sui giornali, un altro è toccar con mano ed essere testimoni delle conseguenze della crisi climatica. L’ultima goccia ci permette di osservare il Po con gli occhi di Francesca Milano, che ci accompagna per mano alla scoperta di quello che, un tempo, era il “grande fiume” d’Italia. E durante il viaggio, non sono mancati momenti di stupore, come ci ha raccontato la giornalista stessa: «Quello che mi ha stupito di più è stato vedere quanto il flusso d’acqua lungo il corso del fiume sia disomogeneo: alla sorgente, sul Monviso, l’acqua sgorga tra le rocce, quasi per terra, e forma un piccolo rigagnolo. A Torino però il fiume appare in tutto il suo splendore, ampio. Proseguendo lungo la Pianura Padana, invece, ci sono dei tratti in cui oltre la metà del letto originario del fiume è completamente in secca, e dove c’era l’acqua adesso c’è solo sabbia».

Dalla biodiversità al capitale naturale: cosa sta succedendo?

Quello del Po è un ecosistema fondamentale per la vita del nostro paese. E non solo in termini di biodiversità di flora e fauna. Il fiume più lungo d’Italia rappresenta un capitale naturale da proteggere nella sua interezza, anche dal punto di vista economico. «La cosa più preoccupante» continua Francesca Milano, «è stato scoprire quante attività dipendano dall’acqua del Po. Agricoltura, energia, acqua potabile, allevamenti: il Po è indispensabile per l’economia del nostro Paese».

Il futuro dell’Italia, insomma, è legato a doppio filo a quello del Po, che soffre enormemente a causa della siccità. È Elisa Palazzi a spiegarci cosa sta accadendo. Ricercatrice presso l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR e docente di Fisica del Clima all’Università degli Studi di Torino, è una delle voci che ha contribuito alla realizzazione del podcast: «La crisi idrica di quest’anno è legata a condizioni siccitose estreme che hanno interessato il nostro territorio sin dall’inverno e che sono continuate nella primavera. Lo scarso apporto nevoso nei mesi invernali, in particolare, non ha alimentato i nevai la cui fusione nella stagione calda è fondamentale per alimentare i corsi d’acqua. E ovviamente la neve che non è caduta non ha alimentato neppure i ghiacciai, generando un problema a più lungo termine sulla futura disponibilità di risorsa idrica. La concomitanza con ondate di calore intense e durature ha peggiorato la situazione, favorendo anche una forte evapotraspirazione. Negli ultimi 20 anni abbiamo avuto annate simili a questa (2003, 2006, 2007, 2012, 2017) ma con la differenza che la siccità ha avuto prevalentemente carattere estivo».

I possibili scenari

Quest’anno la situazione si è aggravata perché la siccità ha interessato anche i mesi invernali: il Po è in netto debito d’acqua. Si può essere ottimisti davanti a uno scenario del genere? «Un futuro in cui le temperature continueranno ad aumentare al ritmo attuale e le precipitazioni a diminuire (fatto salvo poi gli eventi alluvionali concentrati, che non hanno carattere spesso benefico per ecosistemi e terreni), inclusa la frazione nevosa» continua la ricercatrice, «è un futuro in cui situazioni come quella che si è verificata quest’anno potrebbero diventare più probabili».

Gli scenari possibili sono quelli ipotizzati dallo stesso IPCC, il panel intergovernativo sul cambiamento climatico. Elisa Palazzi ci spiega: «L’area del mediterraneo, che di per sé è un hot-spot climatico, potrà riscaldarsi fino a 5 gradi centigradi in più entro il 2100 e con una diminuzione di precipitazione fino al 20% rispetto ai valori pre-industriali. Si tratta dello scenario più estremo, non il più probabile, ma certo non è impossibile che si verifichi. Dipende dalle azioni di mitigazione (principalmente riduzione prima e azzeramento poi delle emissioni climalteranti che attueremo fin da ora), e all’adozione contemporanea di misure di adattamento, oggi più che mai necessarie per gestire gli effetti già in atto del cambiamento climatico sulla risorsa idrica».

Siccità e crisi idrica lungo il Po

Foto Shutterstock

Il futuro del Po (e dell’Italia) dipende da noi

Il futuro dell’Italia è nelle nostre mani. E mitigazione e adattamento sono le chiavi per far rientrare l’emergenza. Non è ancora tutto perduto, e ascoltare L’ultima goccia è un invito a credere nel futuro. Perché sono tante le soluzioni innovative e virtuose che Francesca Milano ci racconta nel corso del podcast. Dalla semina in asciutta utilizzata dai risicoltori alle pratiche di economia circolare volte al risparmio idrico, l’audio-reportage di Chora Media diventa un invito alla speranza.

A raccontarci una di queste innovazioni è Alberto Ceccaroni, Responsabile degli impianti fognari e depurativi del Gruppo Hera nell’area di Forlì-Cesena, multiutility italiana che, oltre ad operare nei settori ambiente, energia e idrico, ha altresì promosso il podcast prodotto da Chora Media.

L’uso virtuoso delle acque reflue

Anche l’acqua può entrare nel vortice della circular economy, e anche ciò che la maggior parte di noi considera uno scarto può tornare nei processi produttivi diventando nuovamente una preziosa risorsa. «Ogni goccia d’acqua, da quella più sporca a quella più limpida» ci spiega Ceccaroni, «va tutelata perché è sempre più rara e preziosa. Talvolta ignoriamo opportunità e risorse dietro le cose che non ci appaiono “belle” o “nuove”».

Esempio calzante è quello raccontato nel corso del podcast: le acque di scarto, opportunamente trattate e rigenerate, possono entrare nuovamente nel ciclo produttivo, arricchendolo: in Emilia-Romagna, ad esempio, questa nuova risorsa diventa materia prima, andando a irrigare le coltivazioni di pomodori e peschi. E i risultati sono stati strabilianti. «Durante la sperimentazione su colture di pesche e pomodori irrigati con l’acqua in uscita dal depuratore del Gruppo Hera a Cesena, non è stato necessario aggiungere concimi. Perché? Quell’acqua, opportunamente rigenerata, era già ricca di azoto, fosforo e potassio: preziose sostanze nutritive che altrimenti sarebbero andate perse».

Innovazione e nuove tecnologie sono la chiave della lotta alla crisi climatica

L’economia circolare è il paradigma attorno al quale bisogna costruire le tecnologie necessarie a combattere la siccità, risparmiando acqua. E Alberto Ceccaroni di Hera è sicuro che l’innovazione possa giocare un ruolo importante nella partita contro la crisi climatica: «Mettere in atto i principi dell’economia circolare significa utilizzare le risorse allungando al massimo il loro ciclo di vita, rigenerandole. Da goccia scura e sporca a goccia pulita, più e più volte: questo è solo un esempio. Dove si inserisce l’innovazione? Nei processi industriali ad esempio, e nell’orientare questi ai principi di sostenibilità che sono ormai insiti nella nostra missione. È questo l’approccio che noi del gruppo Hera applichiamo a tutte le risorse che gestiamo: acqua, rifiuti ed energia. È alla base della nostra strategia per garantire efficienza, qualità e continuità dei servizi, soprattutto in contesti come quelli attuali, caratterizzati da crescenti complessità e incertezze, derivanti anche dall’instabilità che il nuovo contesto meteo climatico ci prospetta».

Adattarsi al nuovo contesto consente di farsi trovare pronti, creando una base resiliente su cui poter agire nel pieno rispetto dell’ambiente. Il viaggio lungo il Po di Francesca Milano ci dà insomma la possibilità di capire la complessa situazione di incertezza nella quale ci troviamo, ma ci consente anche di scoprire le tante realtà virtuose che si prendono cura del grande fiume, amandolo e rispettandolo.

Sorgente del Po

Foto Chora Media


Se sei interessato ad ascoltare il podcast L’ultima goccia, puoi trovarlo sulle principali piattaforme audio quali Spotify, Apple Podcast, Spreaker e Google Podcast.

Gli episodi sono quattro e durano circa 15 minuti. Accanto alla voce narrante di Francesca Milano avrai la possibilità di ascoltare le parole dell’Alpinista Hervé Barmasse, della già citata Elisa Palazzi, di Alberto Lasagna, direttore di Confragricoltura Pavia, e di Alberto Ceccaroni del Gruppo Hera. Buon ascolto!


Serena Fogli

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