La pratica del riciclo della plastica è in aumento in Italia, terza in Europa che evidenzia percentuali elevate di recupero. E c’è anche un’azienda che ripara imballaggi in plastica
Il riciclo della plastica è un imperativo categorico per l’ambiente: ce n’è davvero troppa dispersa sulla Terra. Da una stima apparsa di recente sulla rivista Science Advances a oggi pare siano stati prodotti 8300 milioni di tonnellate di materie plastiche vergini, mentre a partire dal 2015 sono stati generati circa 6300 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, di cui appena il 9% circa è stato riciclato, il 12% incenerito e il 79% accumulato nelle discariche o disperso nell’ambiente. Per questo la buona performance dell’Italia nel comparto del riciclo fa ben sperare.
PLASTICA, IL RICICLO E’ VIRTUOSO IN ITALIA E IN UE – L’industria nazionale del riciclo della plastica continua a crescere in Italia, evidenzia Corepla, “avviando a riciclo nel 2017 il 43,4% degli imballaggi raccolti e posizionandosi tra le prime grandi economie in Europa per tasso di riciclo, dopo Germania e Spagna”. Inoltre, segnala lo stesso Consorzio, “tra il 2005 e il 2017, gli imballaggi avviati al recupero, sono cresciuti in modo esponenziale, con un + 64% portando al Paese un beneficio economico di oltre 2 miliardi di euro per la materia prima non consumata, per la produzione di energia e per il risparmio di emissioni di CO2”. Così facendo, si stima che l’Italia arrivi a raccogliere il 50% degli imballaggi entro il 2025. Nel nostro Paese si è così sviluppata nel corso degli anni un’importante industria del riciclo tanto che nell’ultimo decennio i rifiuti in plastica avviati in discarica hanno fatto segnare un -43%, mentre quelli avviati al riciclo hanno registrato un aumento dell’80%. Con la plastica raccolta e reimmessa in produzione, è possibile realizzare numerosi oggetti: panchine, imbottiture dei sedili auto, trapunte e tanti altri oggetti.
Buone notizie anche dall’Europa, dove gli imballaggi in plastica raccolti nel 2016 sono stati 16,7 milioni di tonnellate, più del 60% di tutta quella raccolta. C’è di più: proprio il riciclo, con il 41%, è la prima destinazione, seguita dal recupero energetico (circa il 39%) e la discarica (20%). La modalità di gestione a maggior tasso di crescita in 10 anni è stato proprio il riciclo con un +75%, che aumenterà ancora, segnala la stessa Corepla, visti gli obiettivi compresi nel pacchetto europeo sull’economia circolare, il cui target relativo al tasso di riciclo dal 22,5% previsto nel 2008 è stato innalzato al 50% nel 2025 e al 55% al 2030. Secondo il report, inoltre il modello italiano di gestione degli imballaggi plastici risponde già oggi a molti dei criteri introdotti dalla nuova Direttiva quadro europea sui rifiuti.
C’E’ CHI RICICLA E CHI RIPARA GLI IMBALLAGGI – Il trend virtuoso in Europa è bene illustrato dalla spagnola PRS. L’azienda ha messo a punto e brevettato una tecnologia industriale che è in grado di riparare i prodotti riutilizzabili in plastica e promette la completa funzionalità degli imballaggi di spedizione da rendere (RTP), proponendo un prodotto riciclato con una validità pressoché equivalente a quella originale e con risparmi sui costi pari al 70% rispetto all’acquisto di nuovi articoli.
La buona notizia è ancora più degna di interesse se si considera che ogni anno nel continente europeo circa il 15% degli imballaggi RTP viene danneggiato e scartato, riporta Cordis. Il riciclo è sola una delle strade percorribili: altrimenti le opzioni sono la discarica e l’inceneritore, decisamente PIù impattanti per l’ambiente. Grazie all’alternativa spagnola è stato possibile recuperare più di 1.263 tonnellate di plastica riparando gli imballaggi: ciò si è tradotto in una riduzione, in termini di emissioni di CO2 evitate, di oltre 1.126 tonnellate. Questa soluzione, è valsa l’attenzione europea tanto che la RPS figurava tra le finaliste degli European Business Awards for environment.