Essity, multinazionale nei settori dell’igiene e della salute, fa della sostenibilità e della riduzione dell’impatto sull’ambiente la sua filosofia aziendale
Produrre fazzoletti di carta, si sa, comporta un dispendio di energia e pone diversi interrogativi su come razionalizzare la produzione soprattutto nel momento del trattamento degli scarti della lavorazione. Lo sanno bene alla Essity, società multinazionale leader nel settore dell’igiene e della salute e da sempre attenta alla sostenibilità, che ha messo a punto un sistema che prevede di utilizzare un materiale – la paglia da grano – altrimenti destinato allo smaltimento (oneroso) – per la produzione di fazzoletti e carta di largo consumo. Il progetto chiamato Phoenix Process ™ ha richiesto un investimento complessivo di 37 milioni di euro e, dall’anno prossimo, si comincerà la produzione nello stabilimento di Mannheim. La carta creata con questo metodo è bianca e morbida e paragonabile in tutto e per tutto e per qualità al tissue ottenuto con la cellulosa proveniente dagli alberi. Ma l’impatto sull’ambiente è decisamente inferiore anche perché le materie prime possono essere reperite vicino agli impianti di produzione e non dall’altra parte del mondo come avviene con la cellulosa. E naturalmente evitando di tagliare altri alberi. E a beneficiarne è anche il consumatore finale perché il prezzo del prodotto si riduce.
UNA PRODUZIONE SOSTENIBILE DELLA CARTA– Ma l’attenzione alla sostenibilità e la ricerca a ridurre al massimo l’impatto ambientale della produzione a favore di un’economia circolare, sono valori sui quali questa azienda punta da tempo. Col progetto Crush, Essity produce già carta di alta qualità utilizzando sottoprodotti di lavorazione agroindustriali come per esempio residui di arancia, mais e caffè che sostituiscono fino al 15% della cellulosa proveniente da albero. Scarti agricoli provenienti al 100% dal territorio italiano e che vengono lavorati meccanicamente senza l’utilizzo di prodotti chimici e riutilizzati come nuova materia prima utile per produrre carte di alta qualità in sostituzione della cellulosa vergine. Un processo che, tra l’altro, è ancora più sostenibile perché prevede un minor utilizzo anche di sostanze chimiche.
E allo studio c’è l’implementazione anche in Italia di un’altra idea innovativa per riciclare gli asciugamani di carta. «Succede già per esempio in Germania e in Olanda dove all’aeroporto di Amsterdam e in altri luoghi di aggregazione come i centri commerciali e le catene di ristorazione, gli asciugamani delle toilette pubbliche usati vengono gettati in appositi contenitori poi riportati nei cicli produttivi per essere trattati e riutilizzati», spiega a Wise Society Massimo Minaudo amministratore delegato di Essity Italia.
NON SOLO CARTA – Ma il percorso virtuoso seguito da Essity continua già da tempo. Dal 2010 al 2018 ha ridotto le emissioni di Co2 dell’11% pari a circa 8.000 tonnellate annue e, grazie all’implementazione di strumenti e soluzioni tecnologiche all’avanguardia negli stabilimenti di Altopascio e Porcari (Lucca) e Collodi (Pistoia), negli ultimi tre anni ha ridotto il consumo di energia del 4%. Ma ha anche messo a punto un sistema per il trattamento primario delle acque impiegate negli stabilimenti che poi vengono scaricate in un impianto in grado di trattare fino a 70 mc/ora di acque reflue rimuovendo il 98% dei contaminanti solidi. E da quasi un anno hanno cominciato a rimettere in circolo i fanghi della lavorazione offrendoli ad una società del territorio che li riutilizza totalmente per produrre solette di cartone per le scarpe nell’ottica del riciclo e dell’economia circolare.
Un impegno che è anche una vera e propria filosofia aziendale: «Noi siamo convinti – aggiunge Minudo – che essere sostenibili non significa avere una parte di budget ritagliato per questo scopo, ma prevede un approccio diverso nel modo gestire l’azienda. Fa parte della nostra filosofia fare degli investimenti e degli sforzi per aprire nuove strade. Siamo un soggetto economico certo ma abbiamo una enorme responsabilità sociale»