Succede in Svizzera dove sono molti i tour organizzati da associazioni e club alpini per ripulire le montagne dai rifiuti con il coinvolgimento di cittadini e turisti
Il tempo in cui, alla pari del mare, erano considerate oasi di pulizia sono ormai alle spalle. Anche le montagne sono vittime del crescente inquinamento del Pianeta. Le prime a cadere sotto i colpi della plastica, dei mozziconi di sigaretta e dei portamonete sono state le vette asiatiche. Ma con l’arrivo delle alte temperature e lo scioglimento della neve, anche le vette alpine hanno visto riaffiorare i «segni» della stagione invernale ormai alle spalle. Una conseguenza quasi inevitabile, con l’apertura al turismo di massa. Il resto lo sta facendo il riscaldamento globale che, sciogliendo parte dei ghiacciai, dà il via libera alla spazzatura lasciata dagli scalatori per decenni. Necessario è dunque correre ai ripari. Come? Chiedendo in primis ai frequentatori delle montagne di dare il proprio contributo per preservare l’ambiente.
IN SVIZZERA VIA AL CLEAN UP TOUR E AL PROGETTO SHERPA – Se qualche anno fa le autorità nepalesi hanno iniziato a chiedere un deposito cauzionale di quattromila dollari per ogni team di scalatori, rimborsato se ognuno di loro riporta alla base almeno otto chili di rifiuti, adesso in Svizzera ci si organizza con vere e proprie spedizioni per riportare la spazzatura a valle e smaltirla correttamente. Consiste in questo il Clean up Tour dell’associazione ambientalista Summit Foundation, che sta letteralmente ripulendo le piste da sci delle principali località turistiche elvetiche. Cittadini, esponenti degli enti locali e soprattutto turisti sono coinvolti nel riportare a valle i “resti” della stagione invernale. Dalla Romandia i tour si sono a poco a poco espansi a Hasliberg, Gryon, Nendaz, Zinal e arriveranno fino ad Airolo in Ticino. L’organizzazione fornisce tutto il necessario per la raccolta (guanti, sacchetti, etc) e offre anche colazione e pranzo. Per ora sono stati raccolti 500 chilogrammi tra carte, pezzi di plastica, mozziconi di sigaretta ma anche parti di attrezzatura da sci quando non intere tavole da snowboard. Secondo Alice Laurin, coordinatrice dell’iniziativa nella Regione del Dents du Midi, si raccolgono circa 2 o 3 kg di rifiuti per persona e ci si rende conto di quanto sia importante la sensibilizzazione e il coninvolgimento delle persone.
E poi c’è il progetto «Sherpa», lanciato dall’azienda ticinese dei rifiuti, dalla Federazione alpinistica ticinese e dalla locale del Club Alpino svizzero. Tramite dei sacchetti reperibili direttamente presso le strutture alpine su territorio ticinese, è possibile evitare l’accumulo di rifiuti e diminuire i costi ambientali dei voli in elicottero che riforniscono le capanne. Compilando il guest book «Sherpa» negli enti aderenti è inoltre possibile partecipare all’estrazione di premi ecologici (quali una bicicletta nuova fiammante). La missione ha l’obiettivo di ripulire le montagne e trasmettere ai più giovani il senso di responsabilità e di rispetto per la natura e per chi la abita.
L’INSEGNAMENTO DAL MONDO DELLO SPORT – Esperienze analoghe, negli anni, si sono concretizzate anche in Italia: dall’Irpinia al Bellunese. Buona abitudine per i frequentatori della montagna sarebbe quella di portarsi nello zaino un sacchetto di plastica da usare come portarifiuti, ed evitare di gettare a terra cose che potrebbero essere non solo spiacevoli da vedere, ma soprattutto pericolose per l’ambiente e per chi primariamente lo abita. Se quest’operazione può sembrare facile e scontata per alcuni, spesso può risultare difficile per chi in montagna sta correndo una gara, e non ha con sé zainetti o tasche abbastanza capienti. Così, un paio di anni fa, è nata la campagna «Io non getto i miei rifiuti». Obbiettivo: sensibilizzare i podisti al rispetto della natura e dell’ambiente. Oltre alla squalifica immediata dell’atleta sorpreso a gettare a terra il rifiuto, le gare aderenti alla campagna scelgono di allestire i propri ristori in modo sostenibile, non servendo acqua in bicchierini di plastica e posizionando più punti destinati alla raccolta dei rifiuti lungo il percorso.
Twitter @fabioditodaro