Negli ultimi cinque secoli negli ambienti insulari si è registrato il 61 per cento delle estinzioni a causa delle specie aliene invasive
Potenzialmente, è considerata un’arma efficace per far fronte ai cambiamenti climatici in atto. Ma la contingenza porta a considerare la biodiversità globale come un elemento a forte rischio: tanto sulla terra ferma quanto nelle realtà insulari. In realtà le proporzioni sono più ampie proprio in quest’ultimo caso, dal momento che sulle isole vivono alcune delle specie maggiormente a rischio di estinzione. E in questi ambienti è quindi particolarmente importante intervenire con azioni di tutela, stando a quanto si evince da uno studio pubblicato sulla rivista «Science Advances», a cui hanno preso parte anche i ricercatori dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra).
Perdita della biodiversità sulle isole: l’impatto delle specie aliene
Negli ambienti insulari, che coprono appena il 5,3 per cento della superficie terrestre asciutta, negli ultimi cinque secoli si è registrato il 61 per cento delle estinzioni. La responsabilità è in primo luogo delle specie aliene invasive, che non sono soltanto un problema in ambito acquatico. Roditori e gatti inselvatichiti, è quello che si evince dalla lettura della ricerca, sono responsabili del 44 per cento delle estinzioni avvenute in tempi recenti di uccelli, mammiferi e rettili.
I risultati dello studio mostrano che 1189 specie di vertebrati particolarmente minacciati (319 anfibi, 282 rettili, 296 uccelli e 292 mammiferi) si riproducono su isole del mondo. Analizzando dati quali la presenza di differenti minacce e il grado di presenza dell’uomo, i ricercatori hanno identificato le isole dove è prioritario intervenire. Per esempio, lo studio evidenzia come rimuovendo i topi dall’isola di Gough nell’oceano Atlantico sarebbe possibile proteggere milioni di uccelli, incluse sei specie particolarmente minacciate come l’Albatros di Tristan.
Come difendere coste e isole?
Concentrando gli sforzi di prevenzione e di lotta alle specie invasive in queste isole sarà possibile rallentare significativamente il tasso attuale di perdita di biodiversità, come richiesto dalla strategia mondiale per la biodiversità 2011-2020 adottata dalla Convenzione per la Diversità Biologica. Un passaggio ritenuto ormai improcrastinabile, per evitare la definitiva estinzione di alcune specie. La natura globale del documento offre una visione comparata alle minacce alla biodiversità e alle opportunità di conservazione e fornisce ai governi nazionali e regionali e alle Organizzazioni Non Governative uno strumento utile per stimolare la promozione, la raccolta di fondi e l’azione per proteggere le specie dall’estinzione.
Twitter @fabioditodaro