Un gruppo di ricercatori a Boa Vista, nell'arcipelago di Capo Verde, porta avanti un importante progetto di salvaguardia di queste affascinanti creature. Con indubbi benefici per la salute del mare
Nell’immaginario comune gli squali sono ritenuti animali molto pericolosi. E qualche recente episodio di attacchi all’uomo ha suscitato clamore, riportando in auge scene terrorizzanti del famoso film di Spielberg del 1975. La realtà è invece molto diversa.
Lo squalo è davvero così pericoloso?
Nel 2022 si sono registrati cinque attacchi mortali di squali. Ma guardando ai numeri dell’ultimo secolo, nella lista degli animali che mettono a serio rischio la nostra incolumità fra i primi dieci compaiono invece elefanti, coccodrilli, scorpioni, cimici assassine e persino i cani. Per arrivare ai vertici con l’uomo stesso, al secondo posto, e la zanzara, al primo. Mediamente, all’anno uomo e zanzara sono infatti responsabili rispettivamente della morte di 400.000 e 725.000 persone. La media per gli squali è invece di 0,9 umani uccisi annualmente nel mondo (dati BBC – Science Focus). Una cifra davvero bassa, se si pensa che le mucche uccidono mediamente trenta americani ogni anno.
Dunque la nomea di killer dei mari per gli squali è del tutto ingiustificata, e vale solo per pochissime delle oltre 500 specie esistenti. In compenso si conosce da tempo la loro estrema utilità per la salvaguardia dell’ambiente marino.
Gli squali sono i principali predatori dell’ambiente marino, e svolgono un importante ruolo ecologico negli ecosistemi in cui vivono. La loro salute e il loro benessere sono quindi essenziali per il mantenimento di mari sani e, per estensione, sono vitali per le comunità che da questi dipendono per la loro sicurezza alimentare e il loro sostentamento. Gli squali predano animali malati, deboli e vecchi, e facilitano il controllo delle popolazioni di altre creature marine, e questo aiuta a prevenire la diffusione delle malattie, migliora la forma fisica genetica della vita marina e mantiene gli ecosistemi in equilibrio.
La mattanza degli squali
Se gli squali non costituiscono affatto una seria minaccia per l’uomo, è ben vero il contrario. Perché sono gli umani a praticare una caccia eccessiva a questi animali. La pesca, le catture accessorie e la crudele quanto inutile pratica dello shark finning (il rilascio dopo l’amputazione delle pinne, considerate a torto afrodisiache in alcuni Paesi), sono responsabili dell’uccisione di oltre 100 milioni di squali ogni anno (dati Traffic 2019). Secondo la Lista Rossa IUCN, più di 300 specie di squali e razze sono classificate in pericolo di estinzione, compresi il famoso squalo bianco, lo squalo balena e lo squalo martello.
Per questo motivo sono molte le organizzazioni che si battono per fermare la strage degli squali e contrastare i fattori di pressione antropica che incidono sul loro habitat. Negli ultimi anni è aumentata la produzione di studi e ricerche con risultati interessanti e utili per comprendere meglio tanti aspetti della vita di questi preziosi abitanti dei mari.
A Capo Verde un progetto per proteggere i piccoli di squalo
Particolarmente originale, soprattutto per il contesto in cui si svolge e le finalità, è il lavoro condotto da ricercatori dell’Università di Lisbona, affiancati dalla Ong locale Sphyrna, sull’isola di Boa Vista nell’arcipelago di Capo Verde.
In generale, l’attività di ricerca del gruppo si concentra non solo sulla fauna marina minacciata, ma anche sui suoi habitat critici. Per quanto riguarda gli squali uno di questi habitat è la nursery. Si tratta di siti in cui gli squali vengono fatti nascere (pupping) e trascorrono i primi mesi o anni della loro vita crescendo in un’area relativamente protetta fino a quando non sono abbastanza grandi da evitare la maggior parte dei predatori, dato che squali e razze non beneficiano di cure parentali.
Sull’isola di Boa Vista a Capo Verde, ricercatori e Ong hanno individuato una baia che ospita un gran numero di individui giovani, di diverse specie, fra cui lo squalo martello smerlato, a rischio di estinzione. A inizio 2023 i risultati delle prime campagne di ricerca sono stati resi disponibili (Frontiers in Marine Sciences), e mostrano una ricchezza significativa di novellame, che configura la baia di Sal Rei a Boa Vista come uno dei siti più importanti dell’Atlantico orientale. In un luogo caratterizzato da un centro urbano cospicuo e da diversi insediamenti turistici.
Un sito unico per salvaguardare lo squalo
“Negli ultimi due anni il nostro team ha determinato, attraverso censimenti visivi, indagini di pesca e trappole con telecamere subacquee, che la baia di Sal Rei rappresenta l’area di nursery ideale per una serie di invertebrati, pesci e in particolare squali”, spiega Vasco Pissarra, ricercatore dell’Università di Lisbona (Laboratorio Marıtimo da Guia, Faculdade de Ciencias, Cascais, Portugal) e componente della Ong capoverdiana Sphyrna. “In effetti, pochi vivai di squali erano stati identificati in precedenza in Africa occidentale, rendendo questa scoperta certamente importante a livello regionale”.
“Nella lunga fascia oceanica atlantica africana sono state individuate altre nursery, ma in questo caso siamo di fronte a un sito multi specie“, continua Pissarra. “La baia di Sal Rei, più di altri siti nell’isola, pullula di neonati di squali pinna nera (Carcharhinus limbatus), squali latte (Rhizoprionodon acutus), gli endemici squali donnola dell’Atlantico (Paragaleus pectoralis) e persino gli squali martello smerlati (Sphyrna lewini), a rischio di estinzione e altamente migratori. Ad oggi, abbiamo identificato un totale di otto specie di squali giovani che condividono tranquillamente questa piccola baia con i turisti e gli abitanti di Sal Rei”.
Uomo e sviluppo del turismo i principali rischi per gli squali
Tuttavia non mancano fattori di rischio per i piccoli, in un ambiente sempre più antropizzato bisognoso di tutele naturalistiche. “Le popolazioni di squali sono estremamente vulnerabili alla pesca per via del loro ridotto numero di figli e dei lunghi periodi di gestazione”, sottolinea Pissarra. “Per i martello si tratta di 10 mesi, per i pinna nera circa 11 mesi e per gli squali latte di un anno intero. Spesso rimangono impigliati accidentalmente nelle reti, o presi all’amo da pescatori sportivi. Anche se rilasciati, i soggetti di alcune specie hanno una rapida mortalità. In particolare proprio i martello, sono i più vulnerabili”.
Nonostante l’attenzione del governo locale, l’espansione urbanistica e l’aumento del turismo sono fattori di rischio per la conservazione della preziosa nursery nella baia di Sal Rei. “Tutto questo infatti sta comportando un incremento dell’uso ricreativo della baia e della pesca, sia da parte dei pescherecci, sia sportiva”, precisa Pissarra. “Per catalizzare l’attenzione generale sul problema, il nostro team di biologi marini sta lavorando fianco a fianco con i pescatori dell’isola e con la cooperativa di pescatori di recente costituzione. E stiamo attuando un programma di sensibilizzazione ed educazione, allo scopo di insegnare agli studenti locali la vita marina, la ricerca e l’importanza della conservazione attraverso l’apprendimento pratico. Anche portandoli a fare snorkeling nella baia con i piccoli squali giovani. Lo squalo martello è il simbolo che abbiamo scelto per la campagna, ormai un’icona sempre più conosciuta”.
Proteggere e apprezzare la fauna marina la chiave per il futuro
Secondo la ricerca pubblicata, garantire l’effettiva protezione della zona di riproduzione potenziale della Baia di Sal Rei è di estrema importanza, poiché tutte le specie di squali identificate – in particolare squali martello smerlati e squali donnola dell’Atlantico – sono minacciate dalla pressione antropica e sono vulnerabili all’estinzione nel prossimo futuro (IUCN, 20). Senza dimenticare che l’isola di Boa Vista possiede un patrimonio naturalistico di grande rilievo.
Nella stessa baia dove nascono e si svezzano tanti piccoli squali, ad esempio risiede stabilmente la tartaruga verde (Chelonia mydas). Nei mesi primaverili si danno appuntamento le megattere, per l’accudimento dei piccoli e l’accoppiamento, in estate nidificano le tartarughe Caretta caretta (anche se i siti più importanti sono in altre zone dell’isola, una delle prime al mondo per nidificazione), sui fondali vi sono praterie coralline ricche di fauna e flora. Per gli abitanti e soprattutto per i turisti dovrebbe essere motivo di orgoglio il privilegio di poter vivere e fruire questo ambiente naturale eccezionale, amandolo e rispettandolo.
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Gianfranco Podestà