Un nuovo metodo di yoga che diventa un ponte fra discipline diverse, nonché un modo per connettere mente e corpo per favorire benessere e longevità. Ce ne parla Enzo Ventimiglia, che lo ha messo a punto
I cinque movimenti che l’energia compie all’interno del corpo secondo le tradizioni orientali governano diverse aree del corpo, diverse funzioni fisiologiche e vari aspetti anatomici. A partire da questa considerazione, con tanta pratica e tanto studio alle spalle, Enzo Ventimiglia, insegnante di Pilates e Yoga, ideatore di Mat You Can (piattaforma online di pilates e yoga), ha creato e “messo a punto” Vayus Flow. Scopriamo di che si tratta.
Cos’è il Vayus Flow, un approccio innovativo allo yoga
Si tratta di un vero e proprio metodo rivoluzionario che promuove l’integrazione e l’arricchimento reciproco tra discipline come Pilates, Yoga e tecniche di movimento consapevole approfondendo le correlazioni tra uno studio meticoloso dell’anatomia e aspetti energetici del corpo come via per accedere a una longevità felice. Fonte d’ispirazione del Vayus Flow sono appunto i Prana Vayus, i cinque movimenti che l’energia compie all’interno del corpo secondo le tradizioni orientali, dove Prana rappresenta l’energia vitale e Vayus si traduce con vento o flusso. Nel Vayus flow, tale processo viene riformulato in chiave moderna attraverso tecniche, princìpi e concetti in linea con le scoperte più innovative in campo scientifico riguardanti mente e corpo.
Il modo in cui ci muoviamo influenza i processi fisiologici
«Le recenti scoperte scientifiche hanno confermato quello che le tradizioni orientali avevano intuito millenni fa cioè che ogni processo fisiologico del corpo è preceduto da un movimento energetico, e il modo in cui ci muoviamo e le posture che assumiamo influenzano direttamente questi movimenti», spiega Enzo Ventimiglia da sempre interessato alla ricerca e miglioramento della pratica fluida.
«Da questo insospettabile punto di contatto ho preso ispirazione per il Vayus Flow, un approccio innovativo allo yoga e al movimento consapevole che promuove l’integrazione e l’arricchimento reciproco con altre discipline come il Pilates e le arti marziali che ho sempre praticato. Un metodo che è già arrivato a Dubai e in altre parti di Italia ed Europa e che dopo il Rimini Wellness di giugno, a settembre sarà a Cesena al Macrolibrarsi Fest fino ad approdare, a ottobre, alla prima formazione di insegnanti Vayus Flow.
Vayus Flow, un metodo che diventa un ponte tra discipline
Di fatto il Vayus Flow è un vero ponte tra discipline che si basa su sperimentazioni continue. «In effetti, Vayus Flow nasce da 30 anni di studio e pratica durante i quali ho avuto modo di sperimentare, sia come praticante che come insegnante, diverse discipline, tra cui yoga, Pilates e arti marziali. Ognuna di queste, da una prospettiva diversa, apportava benessere a me e ai miei allievi. Sentivo però l’esigenza di raccogliere in un unico metodo la mia idea di yoga e movimento, finalizzata a promuovere una longevità felice e in salute. Inoltre i miei studi universitari mi hanno portato ad approfondire l’anatomia umana che ho poi esplorato anche dalla prospettiva emozionale ed energetica. Tutto questo si trasforma in pratica nel Vayus Flow attraverso tecniche e visualizzazioni che permettono al praticante di espandere la propria consapevolezza corporea». Tutto questo nella ferma convinzione, che Ventimiglia professa, che «un movimento svolto con consapevolezza sia una medicina potente per il corpo e la mente».
Alla base c’è la connessione tra mente e corpo
E la connessione, non solo tra mente e corpo, ma tra i vari punti energetici del corpo è alla base del metodo. «Il corpo umano – dice – è energia in movimento. Non è una questione di suggestione, ma è la scienza a dirlo. Le nostre funzioni vitali rispondono a quelli che nella filosofia dello Yoga vengono chiamati Pranavayus, i cinque flussi energetici fondamentali. Ognuno di questi ha una direzione ed è associato a funzioni che riguardano la capacità di assorbire energia dall’esterno, l’efficienza nell’assimilarla, la dissipazione dell’energia in eccesso e l’importanza del trattenere quella utile, che potrà essere canalizzata verso i centri superiori e armonizzata per essere rimessa in circolo. Questo principio si riflette anche a livello cellulare. La sopravvivenza della cellula dipende dalla sua capacità di mantenere l’omeostasi: deve essere sufficientemente permeabile da permettere il passaggio dei nutrienti essenziali, ma non troppo permeabile da rischiare di esplodere per eccesso di fluidi. Allo stesso modo, il corpo deve gestire e bilanciare l’energia per mantenere la salute e la vitalità».
Maria Enza Giannetto