L'antica pratica indiana fa bene a tutti, piccoli e grandi. All'inizio richiede impegno e continuità, ma ripaga con benefici enormi. Per la vita intera
Lo yoga non è una ginnastica come molti pensano, bensì qualcosa di più profondo e complesso: un sistema di pensiero nato in India all’incirca 5000 anni fa quando i rishi, gli antichi saggi che vivevano nella valle dell’Indo, osservando le leggi della Natura svilupparono e sistematizzarono una disciplina in grado di portare l’uomo in armonia con se stesso: per creare equilibrio tra le energie del corpo, della mente e dello spirito (chiamato anche prana o soffio vitale).
Le origini della pratica, con Patañjali e lo Yoga Sūtra
La classica teorizzazione dello yoga a cui tutte le correnti attingono ci è stata tramandata da Patañjali nel suo celebre trattato Yoga Sūtra: 196 aforismi redatti presumibilmente attorno al 400 a.C.: come un testo sacro, ne approfondiscono la filosofia in senso spirituale.
La radice sanscrita yuj della parola Yoga significa unione, e indica quel complesso di pratiche che conducono all’unione del corpo con la mente e l’unione della mente individuale con l’Infinito.
Come scrisse il grande Mircea Eliade, insigne storico delle religioni e lui stesso cultore yogin “Ciò che contraddistingue lo yoga non è soltanto il suo aspetto pratico, ma anche la sua struttura iniziatica”.
L’illustre studioso T.K.V. Desikachar, figlio e primo discepolo del famoso Yogi Sri Tirumalai Krishnamacharya, ci spiega che Yoga significa anche «ottenere ciò che prima era inottenibile»: qualcosa che forse non siamo in grado di fare, e che invece possiamo riuscire a realizzare attraverso la nostra evoluzione personale, fisica e psichica. «Lo yoga è una scienza e insieme un’arte, entrambe suggestive e profonde» diceva Carlo Patrian, pioniere disciplina indiana in Italia, scomparso qualche anno fa, «esso assicura grandi benefici a quanti vi si dedichino con amore, attenzione e tenacia».
Praticare yoga, quindi, è un percorso di ricerca e di crescita che non ha mai fine, perché infinite sono le possibilità di migliorarsi.
Posizioni, asana, respirazione e concentrazione
L’applicazione dei principi dello yoga comporta per i neofiti l’adozione di una disciplina psicofisica piuttosto severa (sadhana), che si sviluppa secondo otto fasi (ashtanga):
- le restrizioni (yama),
- le osservanze (nyama),
- le posizioni (asana),
- gli esercizi respiratori (pranayama),
- la concentrazione su un punto (pratyahara),
- la concentrazione su un oggetto specifico (dharana),
- la meditazione (dhyana),
- la supercoscienza o illuminazione (samadhi).
Ma da dove si comincia a praticare questa disciplina? Nel mondo occidentale, dal XIX secolo in poi, quella che si è diffusa maggiormente è la pratica delle Asana (posizioni) e del Pranayama (controllo del respiro).
Ma come insegna Desikachar:
«Da qualunque punto iniziamo lo studio dello Yoga l’apprendimento avviene allo stesso modo. Più progrediamo e più diventiamo consapevoli della natura olistica del nostro essere; capiamo di essere corpo, respiro, mente e altro ancora».
L’antica sapienza indiana ci ha trasmesso che gli scopi delle Asana sono molteplici: inducono una più approfondita conoscenza del corpo, curano e prevengono disfunzioni, bilanciano le secrezioni ghiandolari, rilassano e tonificano i muscoli e il sistema nervoso, stimolano la circolazione sanguigna, distendono legamenti e tendini, massaggiano gli organi interni, calmano la mente.
>> LEGGI ANCHE >>> Come si eseguono i cinque Tibetani <<<
L’importanza della respirazione
Se inizialmente il corpo manifesta una certa rigidità, non importa: il segreto è rilassarsi con una corretta respirazione durante l’esecuzione e il mantenimento della posizione. Perciò, prima di affrontare la pratica della Asanas, è bene acquisire una certa padronanza della respirazione diaframmatica: un modo di respirare sano e naturale (al contrario della respirazione toracica, oggi universalmente così diffusa a causa delle molte tensioni). Si impara facilmente, e poi si cerca di adottarla come buona abitudine anche al di fuori dello yoga, nell’arco della giornata.
Nello Yoga le diverse parti del corpo funzionano come pesi e contrappesi, ma le Asana agiscono nel modo giusto solo se la respirazione è corretta, quindi per ogni posizione viene espressamente indicato quando inspirare e quando espirare. Proprio perché non si tratta di esercizi di ginnastica, lo scopo non è raggiungere un’ideale di perfezione con la competitività dell’atleta.
L’unico obiettivo è sperimentare una progressione nel fisico, senza lasciarsi scoraggiare dai propri limiti fisiologici. Mantenendo la posizione e la concentrazione, lentamente il corpo acquista una maggiore scioltezza, tono e benessere. Ne deriva anche un migliore equilibrio psicologico. Come disciplina olistica per eccellenza, il potere curativo dello Yoga si applica a tutti gli aspetti della vita.
I benefici dello yoga, per giovani e anziani
Imparare a respirare in modo più efficace significa apportare più ossigeno a tutto il corpo e quindi anche al cervello. La capacità di concentrazione aumenta, ci si sente meno stanchi, più energici e più pacifici nell’affrontare qualsiasi causa di stress nelle vita frenetica del nostro tempo.
Gli effetti positivi di una pratica regolare si misurano fin dalla prima lezione: prima e dopo. Un allenamento regolare favorisce anche la flessuosità, la forza e la calma interiore. Secondo i canoni degli antichi maestri yoga il corpo non doveva essere né grasso né magro, abbastanza forte senza essere troppo muscoloso. Molti esercizi sono ideali per regolare la digestione e per il ricambio di ossigeno in modo che l’organismo si mantenga energico e scattante. Tutti favoriscono l’assunzione di un corretto portamento.
Non va dimenticato che Lo yoga ha un forte potere curativo. Regolarizza tutto il sistema neurovegetativo e ripristina l’equilibrio psicofisico. Il fastidioso mal di schiena causato da una cattiva postura o da una vita troppo sedentaria può essere contrastato con la posizione del Cobra o del Coccodrillo.
È benefico per i giovani perché li aiuta a svilupparsi armoniosamente nella crescita, ma è altrettanto prezioso per gli anziani perché riattiva tutte le articolazioni che hanno perso mobilità.
L’obiettivo finale? La pace interiore
Scrive Swami Sivananda, uno dei più grandi maestri di yoga del ventesimo secolo, medico e grande saggio che ha dedicato la sua vita al servizio dell’umanità e allo studio della filosofia Vedanta:
«Oggi, più che in ogni altra epoca, gli occidentali sono sottoposti a tensioni che non sono in grado di controllare. Lo yoga, la più antica scienza della vita, è in grado di insegnarci molte cose a livello fisico, mentale e spirituale. (…) Chiunque si sottoponga a una pratica regolare, comincia ad avvertire dei sottili cambiamenti nel proprio approccio alla vita per cui, attraverso un costante lavoro di tonificazione e di rilassamento del corpo e della mente, inizia a percepire uno stato di pace interiore che costituisce la nostra vera natura. (…) Se non avete mai assaggiato il miele, anche se vi dicessi mille volte che è buono, non potrete capirlo sino a che non l’avrete provato. Praticate lo yoga e vedrete come vi fa bene».