Wise Society : Valle Isarco, dai vini alle escursioni: cosa fare e vedere

Valle Isarco, dai vini alle escursioni: cosa fare e vedere

di Laura Campo
25 Giugno 2021

In Alto Adige, alla scoperta di un territorio a "misura d'uomo" che investe da sempre nella difesa del territorio, nel bio e nella mobilità dolce

È una montagna a misura d’uomo in tutte le stagioni, la Val Isarco (Alto Adige), cerniera fra Nord e sud d’Europa a 80 km dal Brennero e da Bolzano, in piena zona dolomitica oggi Patrimonio Unesco. Ma anche un posto dove la sostenibilità ecologica e ambientale è già una realtà. Qui la scelta della mobilità dolce, della difesa dell’ambiente, del biologico e del km 0 (dalle strutture d’accoglienza alla ristorazione) viene da tempi lontani e dalla convinzione che solo proteggendo e valorizzando l’identità del proprio territorio ci si possa vivere meglio e solo incentivando un turismo che lo rispetti si crea valore aggiunto.

Fiume isarco in valle isarco

Foto Shutterstock

Valle Isarco: cosa fare e cosa vedere

Non solo estate: in tutte le stagioni e soprattutto nel periodo che dall’autunno ci traghetta all’inverno, questa valle genuina e appartata ha tanto da offrire: passeggiate nei vigneti e nei castagneti, relax nei centri benessere, visite culturali alle cittadine medievali di Bressanone, Vipiteno e Chiusa, gite tra castelli e abbazie (storica quella di Novacella con una preziosa biblioteca e pinacoteca) e soprattutto la possibilità di seguire invitanti percorsi del gusto alla scoperta di prodotti di stagione (vino, castagne mele). Ma anche produttori d’eccellenza che, investendo con passione nel proprio lavoro e nel” fare rete” hanno costruito modelli virtuosi di economia territoriale.

Torggelen: i percorsi nella natura e il sentiero delle castagne

L’evento clou più seguito dell’autunno è il classico Torggelen, una festa tradizionale, che si protrae fino all’avvento: percorsi nella natura alla scoperta del paesaggio, della storia e della cultura contadina locale con sosta nelle tipiche stube di masi e osterie dove assaggiare mosto, vino nuovo e castagne, ma anche speck e canederli, zuppe d’orzo e altre specialità del territorio. Il tutto accompagnato dal croccante “schüttelbrot” pane integrale locale, saporitissimo. Uno degli itinerari più belli e frequentati per prendere parte a questo rito è il Keschtnweg “sentiero delle castagne“: circa 60 km (percorribili in tre giorni, oppure scegliendo solo una tratta)  che collegano Varna presso Bressanone e Bolzano, toccando Velturno, Chiusa, Villandro, Barbiano e Renon.

Si attraversano frutteti e castagneti, toccando anche luoghi d’arte e storia, chiese e masi contadini, conventi, antiche miniere e castelli. La stagione ideale è proprio questa per i colori accesi degli alberi, e i frutti del bosco, ma l’itinerario è praticabile tutto l’anno, inverno compreso, con vista sul meglio delle Dolomiti imbiancate: dal Gruppo del Sella alle Odle.

Vigneti nella valle Isarco

Foto Shutterstock

Un soggiorno enogastronomico nei masi più famosi

Lungo il percorso è d’obbligo fermarsi nei masi per una pausa gastronomica e presso i contadini che vendono castagne, succo di mele fatto in casa e tanti altri prodotti genuini. Come Norbert Blasbichler che nel suo maso Radoar a Velturno produce e vende distillati  (speciali quelli alle castagne e alla prugna e sorba) e vino biologici da vigne che crescono tra gli 800 e i 900 metri di altitudine, organizza in questa stagione degustazioni di caldarroste accompagnate da succo di mele e piccole merende a base di salumi e cibi locali.

Per un vero e proprio pranzo stile Torggelen invece niente di meglio che l’antica, caratteristica stube dello storico maso Moar su Viersch, anch’esso lungo il sentiero delle castagne dove  i piatti forti sono mezzelune di pasta fatte in casa con ripieno di ricotta e spinaci al burro fuso e parmigiano, misto di carni e per finire krapfen dolci.

Un percorso benessere all’insegna del mondo naturale

Ma le castagne da queste parti non vengono usate soltanto come prodotto alimentare: sono anche alla base di trattamenti estetici e di benessere come quelli del centro “Castanea” all’interno dell’hotel Unterwirt (www.unterwirt.com) a Velturno che ha sviluppato una linea speciale di massaggi, impacchi e cosmetici naturali che sfruttano i principi nutritivi di questi sostanziosi frutti.

Visita ai vigneti della Valle Isarco

L'agricoltore Norbert Blasbichler (maso Radoar)

L’agricoltore Norbert Blasbichler (maso Radoar)

Altra caratteristica dei paesaggi della Valle Isarco sono i ripidi e ordinati vigneti che si inerpicano fino a mille metri di quota e rappresentano una delle viticolture eroiche d’Italia. Da qui nascono soprattutto vini bianchi potenti e di carattere che si distinguono per aromaticità e mineralità: Sylvaner, Muller Thurgau, Schiava (un vitigno autoctono), Riesling e Gewurztraminer, da assaggiare in enoteche specializzate  o direttamente presso i vignaioli più interessanti come Peter Pliger nella sua azienda  Kuenhof presso Bressanone: è uno dei pionieri della viticoltura biologica di tutto l’Alto Adige, con grande sensibilità e rispetto per l’ambiente e il territorio che coltiva.

I suoi premiatissimi bianchi (quest’anno il Riesling Kaiton, ha ricevuto i Tre bicchieri” del Gambero Rosso) sono frutto di un approccio anche “filosofico” al vino, che spazia dalle teoriche energetiche alla biodinamica. Lui stesso li definisce vini salutari “di profondità e non di alta voce”. Altra sosta tra vigneti, per il Torggelen (fino all’11 dicembre) è all’hotel Pacher Hof a Novacella (www.pacherhof.com) un antico maso dell’XI secolo, con riscaldamento a legna e orto biologico. Immerso nei vigneti, con aperta vista sulla valle, offre nelle tradizionali stube merende a base di speck e formaggio e raffinata cucina della valle, accompagnata dagli ottimi vini della tenuta.

La Val di Funes e il Parco Nazionale Puez-Odle

Pecora con gli occhiali

Pecora con gli occhiali

Un’altra meta ideale per passeggiate e percorsi in bici è la Val di Funes bellissima e incontaminata, compresa nel Parco Nazionale Puez-Odle. Qui per conoscere il mondo degli agricoltori si può percorrere il panoramico “Sentiero dei contadini”, un’antica via di comunicazione (che parte dal centro del paese di San Pietro e permettere di raggiungere masi in quota) usata in passato proprio dagli abitanti della montagna per andare in chiesa e mandare i bambini a scuola.

E proprio qui in val di Funes si può assaggiare una vera e propria prelibatezza autoctona, appena entrata a far parte dei prestigiosi presidi Slow Food: la pecora con gli occhiali (Villnosser Brillenschaf), razza ovina più antica della regione. Robusta, con il manto bianco e chiazze scure intorno agli occhi, offre una carne di grande qualità, tenera ed equilibrata, magra e ricca di proteine che si può gustare tutto l’anno in diversi ristoranti tra cui Pitzock il cui giovane proprietario e chef, Oskar Messner, insieme ad altri tre soci, si è impegnato al massimo per valorizzare e far conoscere questa razza alpina allevata a 2000 metri di altitudine solo con erba dei pascoli locali. Nel suo intimo e moderno locale la cucina, raffinata e creativa, è tutta a km 0, con grande uso di verdure e erbe aromatiche da agricoltura bio coltivate nell’orto-giardino.

Laura Campo

Articolo originale pubblicato il 10 novembre 2011

 

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