Un percorso di luoghi, libri e speciali per ricordare le vittime dell'Olocausto e ricordare che la prima sostenibilità è l'umanità e l'empatia verso gli altri
Fa rumore la memoria. E deve continuare a farne, perché è giusto così quando la memoria è quella della Shoah le cui vittime sono commemorate il 27 gennaio nella “Giornata della memoria” istituita dieci anni fa come ricorrenza internazionale da una risoluzione Onu. Una data altamente simbolica che coincide con la liberazione, il 27 gennaio del 1945, da parte di alcune truppe dell’esercito sovietico del campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia. Un giorno che svelò al mondo tutto l’orrore di quella che i nazisti avevano chiamato “soluzione finale”.
In Italia, da dove i treni carichi di uomini, donne e bambini ebrei destinati ai campi di concentramento partivano dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, la “Giornata della memoria” era già stata istituita cinque anni prima che l’Onu si pronunciasse. E domani, come ogni anno, si susseguiranno iniziative di commemorazione delle vittime, presentazioni di libri, incontri di approfondimento. Anche i palinsesti televisivi si adegueranno all’esercizio del ricordo.
Intanto per chi si trovasse a Milano una tappa obbligata è quella al Memoriale della Shoah realizzato nei sotterranei della Stazione Centrale, proprio dove corre il Binario 21. La visita al memoriale è gratuita. Da leggere c’è I carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei, 1943-1945, saggio del ricercatore della Ca’ Foscari, Simon Levis Sullam, che racconta come si è consumato l’Olocausto in Italia e quale è stato il grado di responsabilità di tanti italiani che vi hanno partecipato attivamente. Testimonianza diretta è anche il libro Tra i miei mondi. Un’autobiografia di Leo Lionni. Il saggio, a cura di Martino Negri e Francesco Cappa, ricorda la vita dell’illustratore olandese scomparso nel 1999 che, nel 1939 emigrò con la sua famiglia dall’Italia, dove si era trasferito, negli Stati Uniti a causa delle leggi razziali. Dall’orrore dei campi arrivano anche gli schizzi di K.Z. – disegni degli internati nei campi di concentramento nazifascisti di Arturo Benvenuti, saggio con prefazione di Primo Levi, che è una raccolta di disegni, incisioni e acquerelli raccolti in 40 anni di ricerchi. Affinché anche i più piccoli non ignorino la pagina più terribile dell’Europa del ‘900 c’è Fino a quando la mia stella brillerà, un libro per ragazzi scritto da Liliana Segre, deportata a 13 anni ad Auschwitz e una dei 25 soli bambini italiani sopravvissuti. Il volume scritto con Daniela Palumbo è pubblicato da Il Battello a Vapore-Piemme.
In tivù a parte la programmazione di film a tema, da segnalare ci sono il documentario The night will fall, con la regia di André Singer (alle 23.10 su Rai Storia) basato sulle prime testimonianze visive filmate dai cineoperatori all’interno dei campi di concentramento (in particolare, dal campo tedesco di Bergen-Belsen) all’indomani della loro liberazione. E sempre su Rai Storia, alle 21, Shoah. I bambini hanno memoria, speciale di “Il tempo e la storia”. Un racconto che parte dalle parole di Tatiana e Andra Bucci, due sorelle che dalla Risiera di San Sabba, a Trieste, furono deportate ad Auschwitz e punta l’obiettivo sui piccoli deportati attraverso immagini dell’epoca, reportage, testimonianze dei sopravvissuti, documenti e il contributo scientifico di docenti e storici.