Wise Society : La NATO spiegata: nascita, scopi e implicazioni attuali

La NATO spiegata: nascita, scopi e implicazioni attuali

di Maria Enza Giannetto
4 Aprile 2023

Una sigla che compare spesso quando si parla di rapporti e conflitti tra i Paesi del Mondo, ma cos'è davvero la North Atlantic Treaty Organization? Quali sono gli Stati membri e come si è evoluta in questi anni? E soprattutto perché se ne parla tanto in contrapposizione alla Russia?

Era il 4 aprile 1949 quando 12 Paesi del mondo, sfiniti da due guerre mondiali e con tanta voglia di ricostruire, firmavano il Patto Atlantico. Da allora la Nato o North Atlantic Treaty Organization è entrata a far parte del linguaggio corrente quando si parla di pace, guerre e conflitti mondiali. Ma cos’è la Nato esattamente? Di cosa si occupa l’organizzazione fondata dal Trattato Nordatlantico? Quali sono i paesi membri? L’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate del presidente russo Vladimir Putin ha fatto tornare prepotentemente attuali questioni militari e geopolitiche che in genere sembrano molto lontane.

Nato: bandiere degli stati membri

Foto kconnors / Morgue Files

Che cos’è la Nato

Ci sono organizzazioni che sentiamo spesso nominare nei media o nelle conversazioni ordinarie, ma non sempre è così chiaro a cosa ci si riferisca. Ecco perché può essere lecito chiedersi cos’è l’Organizzazione del trattato Nord atlantico ed è anche lecito che qualcuno si chieda come mai la Nato non sta intervenendo in questo conflitto terribile.

La NATO (North Atlantic Treaty Organization) è un’organizzazione internazionale a carattere regionale fondata, appunto, dal Trattato del Nord Atlantico, firmato a Washington il 4 aprile 1949 da 10 Stati europei (Belgio, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito,) e due Stati nordamericani (Canada e Stati Uniti).

I paesi membri

Dai 12 Paesi iniziali, nel corso degli anni il numero dei membri è aumentato progressivamente, con l’ingresso di Grecia e Turchia nel 1952; Germania Federale nel 1955; Spagna nel 1982; Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria nel 1999; Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia nel 2004; Albania e Croazia nel 2009; Montenegro nel 2017; Macedonia del Nord nel 2020 e infine la Finlandia nel 2023. Oggi il totale degli stati membri è 31.

Come si diventa stati membri

Può diventare membro della NATO “qualsiasi altro Stato europeo in condizione di soddisfare i principi di questo trattato e di contribuire alla sicurezza dell’area nord-atlantica”. La NATO ha anche un cosiddetto Piano d’azione per l’adesione che aiuta gli aspiranti membri (tra cui figurano anche paesi dell’ex blocco sovietico) a prepararsi all’adesione e a soddisfare i requisiti chiave fornendo loro consigli pratici e assistenza mirata. Di fatto oggi ci sono anche Paesi non membri che lavorano con la Nato  e perseguono il dialogo e la cooperazione pratica con l’Alleanza e molti di loro partecipano alle operazioni e missioni guidate dall’organizzazione.

Obiettivi e scopo della Nato

Lo scopo con cui è stata istituita la Nato è quello di un’alleanza militare tra le parti a carattere difensivo. In base all’art. 5 del Trattato, infatti, un attacco armato contro una o più parti, in Europa o nell’America settentrionale, è considerato come attacco diretto contro tutte le parti, che dovranno assistere lo Stato aggredito, intraprendendo immediatamente, individualmente o insieme alle altre parti, le misure idonee a ristabilire e mantenere la sicurezza nella zona dell’Atlantico settentrionale, ivi compreso l’uso della forza armata. Non solo, obiettivi militari, però. L’Organizzazione, infatti, persegue finalità di cooperazione nel campo economico e politico.

L’evoluzione dell’organizzazione

Dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989 e lo scioglimento del Patto di Varsavia nonché frammentazione dell’URSS, le motivazioni principali che aveva portato all’Alleanza, ovvero la contrapposizione al blocco sovietico, è scomparsa. Per questo, la Nato ha adottato una nuova filosofia: il ‘concetto strategico’, che stabilisce i compiti fondamentali e i principi dell’Alleanza, i suoi valori, le condizioni di sicurezza in evoluzione e i suoi obiettivi strategici per la decade successiva. Il Concetto Strategico, di fatti, stabilisce i seguenti compiti fondamentali della NATO: difesa collettiva, gestione delle crisi e sicurezza cooperativa.

NACC (North Atlantic Cooperation Council)

Dal rapporto di cooperazione con gli ex avversari dell’Est europeo, nel 1991 è emerso, quindi il NACC (North Atlantic Cooperation Council) che associa gli Stati già facenti parte del Patto di Varsavia e dell’Unione Sovietica, oltre alla Finlandia in veste di osservatore. E nel 1997 la struttura è diventata Euro Atlantic Council. E in questo nuovo scenario politico la NATO ha quindi ampliato il suo raggio d’azione, intraprendendo missioni fuori dall’area atlantica come è accaduto, ad esempio, in Afghanistan, dove a partire dall’agosto 2003  e in Libia 2011.

Cosa fa la Nato oggi?

Oggi, lo scopo della NATO è garantire la libertà e la sicurezza dei Paesi membri attraverso mezzi politici e militari. Come riporta il sito ufficiale, dal punto di vista politico, la NATO promuove i valori democratici e consente ai membri di consultarsi e collaborare in materia di difesa e sicurezza per risolvere i problemi, creare fiducia e, nel lungo termine, prevenire i conflitti.

Per quanto riguarda l’aspetto militare, la Nato si impegna a risolvere pacificamente le controversie e, in caso di fallimento degli sforzi diplomatici, ha il potere militare di intraprendere operazioni di gestione delle crisi. Tali operazioni devono essere condotte in base alla clausola di difesa collettiva presente nel trattato fondativo della NATO.

Difesa collettiva

La NATO è tenuta a seguire il principio secondo il quale un’aggressione a uno dei suoi membri equivale a un’aggressione a tutti. Si tratta del principio di difesa collettiva che, finora, è stato invocato solo una volta, nel 2001, in occasione degli attacchi terroristici dell’11 settembre negli Stati Uniti.

Struttura della NATO

L’organo supremo della NATO è il Consiglio atlantico (Nac), presieduto dal Segretario generale (che al momento è Jens Stoltenberg), che ha il compito di guidare le consultazioni e il processo decisionale all’interno dell’Alleanza e di garantire l’attuazione delle decisioni. A lui si affianca il Comitato militare, composto dai capi di stato maggiore delle forze armate di ciascun Stato membro, da cui dipendono altri organi con funzioni operative, di studio e ricerca nelle quattro aree geografiche in cui è divisa la zona atlantica.

Inoltre, ogni Paese membro ha una delegazione permanente nei quartieri generali politici della NATO a Bruxelles. Ogni delegazione è capeggiata da un “ambasciatore” che rappresenta il suo governo nelle consultazioni dell’Alleanza e nel processo decisionale. Una “decisione NATO” è espressione della volontà collettiva di tutti i 30 Paesi membri poiché tutte le decisioni vengono prese all’unanimità.

La struttura militare

Quando l’attuazione delle decisioni politiche ha implicazioni militari, entrano in gioco: il Comitato Militare, composto dai Capi di Stato maggiore della difesa dei Paesi membri della NATO; lo staff militare internazionale, ovvero l’organismo esecutivo del Comitato Militare; e la struttura di comando militare, composta dal Comando Alleato Operazioni e il Comando Alleato per la Trasformazione. La Nato ha pochissime forze permanenti proprie. Quando il Consiglio Atlantico decide di lanciare un’operazione, i Paesi membri contribuiscono con le proprie forze su base volontaria.

La Russia di Putin e la Nato: un contrasto lungo vent’anni

Quando Vladimir Putin sale al Cremlino nel 2000 comincia da subito a guardare verso l’occidente pretendendo di far trattare la Russia alla pari dagli Stati Uniti. In questo periodo, infatti, si torna a parlare della possibilità, per la Russia, di entrare nella Nato, ma gli Usa rifiutano un equo partenariato con la Russia. Alla domanda: è vero che Putin voleva far entrare la Russia nella Nato, la risposta è sì. Ma, in pratica, alle sue condizioni e saltando tutti i procedimenti.

Le tensioni da quel momento cominciano a crescere e alla Conferenza Internazionale sulla Sicurezza del 2007 a Monaco, Putin critica la Nato e gli Stati Uniti per le intrusioni nella sfera di influenza russa: nel 2008 si apre una nuova crisi tra Russia e Nato (guerra in Ossezia del Sud/Georgia).

Mosca, Russia

Foto di Artem Beliaikin / Unsplash

Con l’arrivo di Barack Obama, gli Stati Uniti cercano quello che è stato definito “il grande reset” nei rapporti con Mosca: al Cremlino viene anche offerto di entrare nello “scudo missilistico” che si stava erigendo dopo l’uscita unilaterale dal Trattato Abm (Anti Ballistic Missile) ma Mosca non accetta. Anzi: comincia gli studi per i suoi veicoli di rientro ipersonici, definiti Hgv (Hypersonic Glide Vehicle).

La rottura definitiva tra Russia e Nato (nonostante gli interessi commerciali siano sempre elevatissimi come dimostra oggi il peso delle sanzioni alla Russia) arriva nel 2014 proprio per via della questione Ucraina o meglio della Crimea/Donbass quando, dopo la rivoluzione di Maidan, Mosca ha illegalmente annesso la penisola di Crimea alla federazione. Rientrati in una sorta di Guerra Fredda Mosca e Nato continuano a scrutarsi e intanto la Russia, Paese di cultura europea/occidentale, si avvicina sempre più alla Cina.

Inoltre proprio a ottobre 2021, il Cremlino ha annunciato lo stop dei rapporti diplomatici con l’organizzazione del Patto Atlantico. La decisione è nata come contromisura contro la decisione dell’Alleanza Atlantica di espellere dal proprio quartier generale otto funzionari di Mosca, accusati di essere agenti segreti non dichiarati.

Un episodio che è solo l’ultima tappa di un percorso di progressivo inasprimento dei rapporti: il Cremlino accusa la Nato di espandere la sua infrastruttura militare in modo provocatorio verso i suoi confini, mentre l’Alleanza Atlantica lamenta i tentativi di Mosca di ripristinare la sua influenza su paesi un tempo parte del blocco sovietico. E se nell’aprile 2021, un assembramento senza precedenti di soldati e mezzi russi al confine ucraino aveva fatto temere un’escalation armata alle porte dell’Europa, la situazione, come sappiamo, è precipitata con l’invasione dell’Ucraina del 28 febbraio 2022: un’azione terribile dove non mancano, purtroppo, le colpe dell’occidente come sottolinea Mao Valpiana, presidente del movimento nonviolento.

Maria Enza Giannetto

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