Wise Society : «Un Paese a misura di giovani: così si esce dalla pandemia e si ricostruisce l’Italia»
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«Un Paese a misura di giovani: così si esce dalla pandemia e si ricostruisce l’Italia»

di Vincenzo Petraglia
2 Settembre 2021

Con il vicepresidente di Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, un'analisi del futuro che ci attende, anche alla luce delle nuove povertà (moltissime) emerse negli ultimi mesi

Mentre nel mondo occidentale si parla già di terza dose del vaccino contro Sars-CoV-2, nel resto del pianeta, quello meno sviluppato, la campagna vaccinale non è mai decollata e ricevere una dose di vaccino rimane una chimera. Una situazione che, al di là di ragioni prettamente etiche ed umanitarie, che pure dovrebbero interessare i governi di tutto il mondo, ci riguarda molto da vicino anche per mere ragioni utilitaristiche: se la vaccinazione non avviene, infatti, a livello globale, continueranno a svilupparsi varianti che potrebbero rendere inefficaci i vaccini ad oggi disponibili. Di questo e non solo abbiamo parlato con Rosario Valastro, vicedirettore di Croce Rossa Italiana, da sempre impegnata al fianco di chi ha più bisogno.

Ragazza della croce rossa

Nata dall’intento di portare soccorso senza discriminazioni ai feriti sui campi di battaglia, la Croce Rossa, ha come mission quella di prevenire e lenire la sofferenza umana e promuovere la pace.

Come vede la situazione italiana e globale dei vaccini contro Sars-CoV-2?

Da questa emergenza si esce tutti insieme o non si esce, per questioni umane, globali, scientifiche. Se si propaga in zone cosiddette più povere diamo al virus la possibilità di mutare e quindi scavalcare le barriere vaccinali. La piattaforma Covax è nata proprio per poter vaccinare anche i paesi che non hanno risorse sufficienti, ma siamo ben lontani dal raggiungimento degli obiettivi che si pone. Indubbiamente ci vorrebbe un maggiore sforzo a livello globale per garantire la vaccinazione anche alle nazioni e continenti più svantaggiati.

Il mondo povero sta pagando insomma il conto più salato…

Indubbiamente, ma la cosa più assurda è che non ci rendiamo conto, l’Occidente intendo, che rischiamo di avere una bomba ad orologeria perché ciò che accade lì a noi non è che non riguarda, perché prima o poi si ritorcerà contro di noi. Siamo di fronte quindi a una situazione che andrebbe affrontata con più decisione e unità, non solo per questioni etiche, ma anche per il nostro interesse.

La sospensione dei brevetti vaccinali, di cui a lungo si è dibattuto negli scorsi mesi, potrebbe aiutare in tal senso?

Certamente può aiutare, anche se la delocalizzazione della produzione richiede tempo perché occorre fare un importante lavoro di riqualificazione degli stabilimenti. Non è però l’unica cosa che si deve fare: per esempio nei paesi più bisognosi c’è necessità di figure sanitarie adeguatamente preparate che vanno formate in loco.

rosario valastro vicedirettore croce rossa

Rosario Valastro, vicedirettore Croce Rossa Italiana.

Quanto ha influito la pandemia sui vostri progetti “ordinari” a sostegno delle vulnerabilità?

Ha totalmente rivoluzionato la nostra programmazione. Le attività legate alla sensibilizzazione nei confronti di tematiche quali discriminazioni, cambiamenti climatici, armi nucleari e quant’altro hanno subito soprattutto negli scorsi mesi una brusca frenata, anche per le maggiori restrizioni legate alla sicurezza. Per quanto riguarda invece la formazione, quella no, è continuata regolarmente, anche grazie alla tecnologia e alle piattaforme online.

Stesso discorso per la nostra attività ordinaria di sostegno in ambito sociale. Sono aumentate moltissimo le richieste, perché è aumentata la povertà, anche in Italia. Sono aumentate le persone che non riescono a fare più la spesa. I nostri volontari hanno girato moltissimo e continuano tuttora a girare casa per casa per consegnare beni di prima necessità a chi ne ha bisogno e purtroppo ho il timore che quest’attività continuerà ancora in futuro in quanto il grado di vulnerabilità delle persone aumenterà sia per gli effetti della crisi economico-sociale sia per i posti di lavoro che si perderanno.

Ciò non toglie che bisogna essere ottimisti, perché come la storia insegna alla fine di ogni crisi c’è sempre una ripresa economica e con essa un grande sbocciare di possibilità, anche se non tutti ne saranno investiti allo stesso modo.

Cosa ne pensa di chi non vuole vaccinarsi?

I numeri sono chiari: con la vaccinazione c’è una sensibile diminuzione delle forme gravi e meno gravi delle conseguenze dovute al virus. Molti chiedono quanto durerà l’efficacia del vaccino, è un qualcosa di nuovo, non si sa, e non possiamo chiedere alla scienza di predire il futuro, bisogna dare il tempo alla scienza di fare il suo lavoro, ma sappiamo che se in passato non ci sono state epidemie, una fra tutte quella del vaiolo, è perché ci si è vaccinati. La storia insegna sempre!

Detto ciò, non giudico chi ha paura, tutti ne abbiamo, ovvio, ma il vaccino è un’opportunità e ad oggi sembra l’unica possibilità che abbiamo per sconfiggere questo virus. La paura è irrazionale ma è comprensibile e ad essa si risponde con la giusta e completa informazione su basi scientifiche. Forse su questo si poteva chiedere agli scienziati e alle aziende farmaceutiche di spiegare con maggiore chiarezza come si è arrivati ai vaccini…

locandina croce rossa italiana

Sono moltissimi i fronti su cui è impegnata la Croce Rossa, che nel periodo più duro della pandemia ha dato un significativo contributo per affrontare l’emergenza.

Fra i vostri tanti progetti diversi sono dedicati ai giovani, forse quelli che escono peggio da questo periodo di pandemia…

Vero, sono stati molto penalizzati e non è un caso che siano aumentati i problemi psicologici, di isolamento, di alcolismo. Bisogna ricostruire un Paese che sia veramente la loro casa. Le persone anziane sono quelle che hanno pagato di più la pandemia e, insieme a loro, i padri e le madri che hanno perso il lavoro, ma chi rischia di pagare in futuro sono i giovani, che si troveranno a pagare i debiti accumulati dalle generazioni che li hanno preceduti. Bisogna garantir loro un Paese in cui si possa trovare formazione e lavoro e in cui ci sia maggiore attenzione alle nostre comunità. In questi mesi abbiamo realizzato ancora di più quanto l’Italia sia bella e chi vuole rimanerci deve avere l’opportunità di non dover per forza partire per l’estero per trovare lavoro e dignità.

Uno dei temi verso i quali siete molto attenti è quello della sostenibilità e del climate change

Sì, ce ne occupiamo dal 1997: i cambiamenti climatici potrebbero avere conseguenze devastanti sulle vite di milioni di persone. Pensiamo soltanto ai flussi migratori causati dall’impossibilità di vivere nelle zone in cui i migranti sono nati, per esempio a causa della siccità. Non si può non tenerne conto e noi come Croce Rossa portiamo avanti attività e iniziative di sensibilizzazione verso questo tema fondamentale per il nostro presente e il nostro futuro.

Una società più saggia, wise appunto,  secondo lei di cosa avrebbe bisogno?

Una comunità saggia ha bisogno innanzitutto del buon senso e non deve mai dimenticare che ciò che si pensa, si dice o si fa ha sempre delle conseguenze. Ho grande rispetto delle regole, ma prima di tutto bisogna andare alla sostanza delle cose, delle decisioni che si prendono, mettendosi nei panni degli altri e guardando ai problemi e alle situazioni da diverse angolazioni. Questo aiuta sicuramente a essere più saggi.

Vincenzo Petraglia

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Rosario Valastro

Vicepresidente Croce Rossa Italiana