Wise Society : Italia solidale: le aziende che si reinventano contro il Covid-19

Italia solidale: le aziende che si reinventano contro il Covid-19

di Vincenzo Petraglia
28 Marzo 2020

Dalle auto alla moda, il made in Italy che cambia pelle e, unito come non mai, si mette a produrre mascherine, camici, disinfettanti per medici e infermieri

Nella sconfinata serie di iniziative per far fronte all’emergenza Coronavirus, molte aziende, alcune delle quali hanno effettuato ingenti donazioni in denaro, e anche svariate startup, hanno cambiato pelle, riconvertendo i propri impianti e producendo mascherine, camici, gel igienizzanti, respiratori per gli ospedali e gli eroi di questa tremenda battaglia: medici, infermieri e personale sanitario, ricercatori.
Fca, per esempio, ha deciso di convertire uno stabilimento asiatico alla produzione di mascherine e, insieme con Ferrari e Marelli, mettere a disposizione i propri impianti emiliani e i propri dipendenti di Siare Engineering, l’unica azienda italiana produttrice di ventilatori polmonari con base a Crespellano, nel Bolognese, a cui il Governo ha commissionato la produzione di 500 ventilatori al mese per quattro mesi. Da sola, con soli 35 dipendenti cui sono stati affiancati 25 tecnici specializzati dell’Esercito, è probabile non sarebbe mai riuscita a rispondere a una call tanto strategica. Anche cinque aziende del Sud – Protom, Dema, Desa, Nes e Atm (Advanced Tools and Moulds), che producono componenti meccaniche ed elettromeccaniche per il mercato civile e militare dei maggiori player dell’aerospazio, della difesa e del settore navale – si sono offerte per dare una mano alla Siare.

Network, inventiva, solidarietà reciproca: strumenti indispensabili per vincere ogni battaglia. Così anche Alleanza Cooperative Agroalimentare e AssoDistil si sono proposte al Governo per coinvolgere le cantine e le distillerie italiane per produrre oltre 20 milioni di litri di alcol da destinare ai tanto indispensabili igienizzanti.

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Foto: Nathan Dumlao / Unsplash

Anche la moda scende in campo contro il Covid-19

Anche quella che è una delle eccellenze del Made in Italy, il mondo del fashion, non poteva non mobilitarsi in soccorso del Paese per affrontare l’emergenza Coronavirus. Gucci ha risposto all’appello della regione Toscana per la produzione di mascherine (100 mila) e camici (55 mila) per il personale sanitario, in aggiunta alla donazione di 2 milioni di euro per la sanità e ai 100 mila euro donati a titolo personale dal ceo Marco Bizzarri. Stesso discorso per Armani, che, dopo aver effettuato una donazione di 2 milioni di euro, ha riconvertito alcuni siti produttivi, generalmente destinati a confezionare giacche e abiti, per produrre camici monouso destinati agli operatori sanitari. La Miroglio, che ha fra i suoi brand anche Motivi ed Elena Miro, messa in standby la moda, ha avviato la produzione di 600 mila mascherine in due settimane, mentre a regime sarà capace di produrne fino a 100 mila al giorno. Così Prada, che ha avviato la produzione di 80mila camici e 110 mila mascherine, Calzedonia, che ha riconvertito alcuni dei propri stabilimenti alla produzione di mascherine e camici, Bvlgari, che in tandem con le Industrie Cosmetiche Riunite Icr di Lodi, ha avviato la produzione di flaconi di gel disinfettante per le mani da donare a medici e infermieri. Sulla stessa lunghezza d’onda anche brand quali Valentino, Dolce & Gabbana, Geox, Moschino, H&M e moltissimi altri con iniziative tese ad arginare l’emergenza sanitaria.

#UnitiControilCoronavirus
Ognuno di noi, nel suo piccolo, può dare il suo personale contributo per fronteggiare l’emergenza conto il Coronavirus. Le iniziative di raccolta fondi sono molteplici, eccone alcune:

Protezione CivileCroce Rossa Italiana, Italia Non Profit

Vincenzo Petraglia

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