Il 18 e 19 settembre torna a sfilare dopo 52 anni nella capitale del fashion la sartoria maschile. Due giorni di sfilate, eventi e convegni per interrogarsi su come costruire un modello economico più planet friendly
Può la riscoperta e valorizzazione della tradizione dell’arte sartoriale italiana contribuire a creare un’economia più sostenibile? E in che modo l’eccellenza manifatturiera made in Italy può dare impulso alla ripartenza dopo l’emergenza legata al Covid-19?
È quanto ci si chiede in occasione di “Milano su Misura” (18 e 19 settembre), durante cui torna a sfilare dopo 52 anni nella capitale del fashion la sartoria maschile. Due giorni di sfilate appunto, scambi professionali e diversi eventi.
Il fatto a mano per un nuovo modello economico post globalizzazione
Milano Su Misura chiama a raccolta l’eccellenza artigiana italiana con il “Trofeo Arbiter” per la sartoria dedicato a sarti e artigiani che hanno reso celebre e sono tuttora ambasciatori nel mondo del Made in Italy in questo settore: 14 artigiani, 36 sarti e 48 ore per celebrare il talento di sarti, camiciai, calzolai, cravattai, maestri dei mestieri d’arte che non vanno dimenticati, ma anzi valorizzati e trasferiti alle nuove generazioni.
In partnership con Loro Piana, Dorchester Collection e Volvo, l’evento trasformerà Milano in un laboratorio di cultura e gusto italiani, che premia il genio, l’abilità e le virtù
della sartoria, dove si costruiscono uomini e non solo abiti.
Diversi anche i momenti di confronto sul tema della sostenibilità, di quanto il fatto a mano, il controllo della filiera, la qualità di tessuti e materiali e la salvaguardia delle competenze tecniche delle persone, possa contribuire a ridefinire un modello di sviluppo che, basato sulla globalizzazione, ha evidentemente portato benefici al mondo, ma non senza costi molto alti a livello ambientale e sociale.
Qui sotto il programma della due giorni meneghina.