Moretti, partnership ufficiale dell'esposizione internazionale, alimenta la produzione di una linea con l'energia fotovoltaica
È un vero e proprio decalogo ispirato all’innovazione e alla sostenibilità quello presentato da Birra Moretti, marchio appartenente al gruppo Heineken Italia, alla vigilia dell’Expo2015 della quale è partner ufficiale. Ad elencarli uno per uno è stato l’amministratore delegato Edwin Botterman nel giorno in cui dalla linea di produzione di Comun Nuovo, in provincia di Bergamo, è stata etichettata la prima birra destinata al sito di Rho-Pero che ospiterà l’esposizione internazionale.
«Per noi sostenibilità significa portare avanti il nostro programma internazionale “Brewing a better world” che, in italiano sarebbe più o meno “fermentiamo un mondo migliore”», ha spiegato a Wisesociety.it Alfredo Pratolongo, direttore della comunicazione e affari istituzionali, cui è demandato anche il compito di occuparsi della responsabilità sociale della costola italiana della multinazionale olandese. «Tra i diversi asset del programma – continua – ci sono alcuni pilastri fondamentali legati alla riduzione dei consumi idrici e della CO2 immessa in atmosfera e del consumo responsabile». È di questi giorni anche la certificazione “Certiquality”, dell’Istituto di Certificazione della Qualità che fa dell’etichetta “Baffo d’Oro” la prima birra prodotta in Italia con energia rinnovabile derivante da pannelli solari. «Questo significa che tutte le bottiglie di quest’etichetta provenienti dagli stabilimenti di Massafra e di Comun Nuovo vengono prodotte utilizzando l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici installati sugli edifici – chiarisce Pratolongo -. Per questo la “Baffo d’oro”, in futuro, sarà etichettata come la prima birra “brewed by the sun”».
Altro slogan da spiegare è quello che Birra Moretti ha lanciato per la sua partnership con Expo2015: “A Expo andiamo a km zero” per il quale il Codacons ha presentato un esposto all’Antitrust volto ad accertare l’eventuale ingannevolezza del messaggio rivolto ai consumatori. «Con questo claim, che è il primo dei sei messaggi scelti, uno per mese, vogliamo puntualizzare che tutta la birra che sarà consumata all’Expo arriverà dallo stabilimento di Comun Nuovo che dista dal sito espositivo meno di 70 chilometri che è la misura ritenuta congrua affinché si possa dire che un prodotto possa rientrare in una logica a Km zero. Naturalmente ciò non significa che gli ingredienti utilizzati sono a chilometro zero», chiarisce Pratolongo.
Per poter diventare partner di Expo con il marchio Birra Moretti anche Heineken Italia ha dovuto soddisfare le richieste dell’organizzazione «a partire dalle più banali come la riciclabilità della costruzione che ospiterà la nostra bottega nella quale si potranno degustare le undici qualità di birre, comprese le nuove regionali (siciliana con fiori di zagara; friulana con mela renetta; toscana con orzo tipico della Maremma e piemontese con mirtillo della Val Sangone e riso Sant’Andrea) e stare insieme nella terrazza che si affaccia sul Decumano. Un’altra richiesta è quella della coerenza al programma di sostenibilità aziendale che è stato presentato a corredo della richiesta di partnership». A proposito di coerenza, oggi si parla tanto di sostenibilità e, allo stesso tempo, si parla di “green washing”. «Per noi il tema del “green washing” non si pone da un decennio, che è il periodo dal quale mi occupo personalmente di questi temi in Heineken Italia: si fa “green washing” quando i comportamenti sociali dell’azienda non sono inerenti al proprio business – conclude Pratolongo -. Noi, mi piace ricordarlo, siamo stati pionieri del consumo responsabile con campagne cominciate già nel 2004. Tutti gli altri elementi di responsabilità ambientale, che sono importantissimi, sono arrivati successivamente». E a chiarire cosa significhi per Heineken bere responsabilmente, ci pensa concludendo lo stesso Pratolongo, «non bere mai per i motivi sbagliati e nei momenti sbagliati».