Wise Society : Il vento rende l’Ikea più sostenibile

Il vento rende l’Ikea più sostenibile

di Redazione Wise Society
22 Aprile 2014

La branch americana del colosso del mobile ha comprato un impianto eolico in grado di produrre il 165% del fabbisogno di energia di tutti i suoi negozi negli USA

Il suo obiettivo è quello di raggiungere l’autosufficienza energetica entro il 2020. E siccome la sostenibilità non è un principio marginale, all’Ikea si sono già messi di impegno. Dopo aver dotato di 65.000 pannelli fotovoltaici il 90% dei tetti dei suoi megastore, la branch statunitense del colosso mondiale dei mobili ha appena comprato un impianto eolico in grado di produrre quasi il doppio (165%) dell’energia utile al fabbisogno di tutti i suoi negozi (38) e centri di distribuzione in USA (5 oltre a due centri servizio e una fabbrica).

L’impianto, che si trova a 180 chilometri da Chicago e ribattezzato Hoopeston Wind, produrrà, infatti, il 65 per cento di energia in più con una capacità di 380 gigawatt l’ora. Una potenza sufficiente per alimentare 39.000 case dell’Illinois grazie a 49 turbine. L’energia prodotta da Hoppestone (che sarà operativo dalla prima metà del 2015) non andrà tuttavia direttamente ad alimentare i negozi Ikea. L’impianto è troppo lontano per trasportare l’energia ovunque serva e non avrebbe senso farlo. Ikea, quindi, venderà l’energia che produce.

Con questo investimento del valore di due miliardi di dollari, Ikea ridurrà notevolmente il consumo di CO2 che è pari a quello prodotto da 55.000 automobili e contribuirà a fornire il 10% di tutta l’energia utilizzata dal Gruppo Ikea nel mondo.

«Negli Stati Uniti sole e vento sono risorse che non si esauriranno mai. Siamo molto felici di questo investimento che è utile per la sicurezza energetica e per lo sviluppo del nostro lavoro. E, cosa più importante, per il futuro del clima del nostro pianeta», commenta Steve Howard, responsabile della sostenibilità di Ikea Group.

Ma quello americano non è il primo né il solo impianto eolico sul quale Ikea ha investito nel mondo: ne esistono infatti altri in Canada, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Polonia, Svezia e Gran Bretagna.

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