Piante spontanee dell’area mediterranea e scarti agricoli diventano ingredienti per coloranti sostenibili, grazie alla ricerca di uno spin-off universitario
Non poteva che sorgere nella città che ha dato i natali alla Scuola Medica Salernitana e allo sviluppo culturale e scientifico più rilevante dell’intero Medioevo, uno dei più interessanti filoni di ricerca dedicato alla bioedilizia. Stiamo parlando di Naturalmente Colore, spin-off del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Salerno, il cui team di ricercatori coordinati da Enrica De Falco, docente e responsabile del progetto accademico è attivo per realizzare rivestimenti colorati ecologici a base di piante dell’area mediterranea per l’edilizia sostenibile.
Naturalmente colore: colori naturali per la bioedilizia
L’équipe si occupa della progettazione e dello sviluppo pre-competitivo necessari per arrivare a produrre e commerciare tonachini, marmorini e pitture per la bioedilizia. Per far questo usa basi naturali costituite da calci purissime, latte e uova, colorate esclusivamente con piante spontanee dell’area mediterranea o scarti di produzioni agricole tipiche dello stesso territorio, opportunamente selezionati e processati.
«Lo spin-off è nato nel 2013 dalla ricerca svolta presso il Dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi di Salerno sulla colorazione naturale con estratti derivati da piante ed è partita dal settore tessile allargandosi poi ad altri settori e in particolare a quello dei rivestimenti colorati per la bioedilizia – spiega Enrica De Falco – La ricerca è stata impostata tenendo conto delle due anime del Dipartimento: la valorizzazione della produzione agricola e la salvaguardia ambientale legate alla tecnologia al servizio del benessere dell’uomo».
È la stessa docente a illustrarci che la ricerca è stata orientata fin dal primo momento in modo da rispondere a esigenze attuali dello sviluppo in un’ottica di sostenibilità e quindi verso la individuazione di coloranti naturali estratti da piante appartenenti alla flora spontanea e/o a residui di coltivazioni tipiche in modo da sottolineare e valorizzare il legame nonché l’appartenenza a un territorio.
Un progetto di economia circolare
Ulteriore obiettivo è stato aumentare la sostenibilità del processo produttivo attraverso il recupero di materiali di scarto in un’ottica di economia circolare e ridotti trasferimenti di materia prima, oltre a individuare tecnologie semplici per l’ottenimento di un prodotto naturale.
«La ricerca non ha inteso ripetere processi antichi, ma i testi disponibili sono stati studiati e utilizzati per una valutazione dei processi in un’ottica moderna, soprattutto quando veniva fatto riferimento all’uso di risorse del territorio – prosegue – Infatti, molto spesso, i processi antichi sono oggi poco sostenibili in termini ambientali e per la salute dell’uomo».
Ma quali sono le piante e materie prime che trovano impiego e quali altre sono allo studio o potrebbero avere risvolti interessanti nella vostra attività di ricerca e sviluppo? «I rivestimenti colorati sono ottenuti da piante individuate sulla base dei criteri di facile reperibilità, basso impatto ambientale, basso costo, sostenibilità del processo, qualità del risultato». Per tutti questi motivi vengono prevalentemente impiegate sia piante spontanee facilmente reperibili e utilizzabili anche in interventi di ripristino ambientale sia residui di coltivazione reperiti sul territorio in un’ottica di economica circolare.
I riconoscimenti
Il team dello spin-off è così alla continua ricerca di nuove piante o scarti agricoli utili al proposito, anche perché nel tempo l’interesse verso queste soluzioni è concreto «ed è aumentato nel tempo in relazione all’incremento di interesse verso i prodotti naturali ed il basso impatto ambientale», segnala De Falco, pur ammettendo che non ha trovato ancora uno spazio molto riconosciuto a livello industriale. Intanto però la ricerca condotta è stata apprezzata e proprio nel 2017 ha ottenuto il premio di Campioni dell’economia circolare di Legambiente.
Di certo, la ricerca svolta da Naturalmente Colore potrebbe essere di aiuto per migliorare e rendere più ecosostenibile l’agricoltura e l’edilizia, sottolinea la docente: «l’attività può contribuire prima di tutto a creare un legame tra due settori che oggi comunicano molto poco; potrebbe aiutare concretamente a migliorare l’ecosostenibilità di edilizia e agricoltura e facilitare l’adozione di soluzioni semplici di bioedilizia nell’ambito delle aziende agricole».