Successo per la prima applicazione al mondo di nanoparticelle per conservare parti lignee di un relitto trovato in mare. Un’operazione green e durevole
Così piccole, eppure capaci di cose grandi, le nanotecnologie si fanno apprezzare anche per la conservazione delle opere d’arte. Lo racconta l’esempio di 4Ward360 Nanotechnology, azienda italiana che ha eseguito il primo intervento al mondo di restauro conservativo con nanoparticelle. Queste sono state applicate, mediante un particolare compressore, sulla superficie lignea di un relitto di epoca romana (III secolo dopo Cristo) ritrovato a Marausa, presso Trapani. Un ritrovamento di per sé eccezionale, dato che sia l’imbarcazione sia le anfore con i viveri erano pressoché intatte.
I primi riscontri sono decisamente positivi, ci anticipa in esclusiva Sabrina Zuccalà, amministratore delegato della società di San Vittore Olona (Milano), che si è occupata dell’operazione: «dopo essere stata eseguita una Tac e aver avuto i riscontri, il Soprintendente del mare della regione Sicilia, Sebastiano Tusa, ci ha confermato che l’esperimento del trattamento con le nanotecnologie è pienamente riuscito».
NANOTECNOLOGIE GREEN ALLEATE DELL’ARTE – Per raccontare l’intervento e mettere in luce le doti eccellenti delle nanotech per la conservazione sia dei materiali lignei sommersi sia delle superfici lapidee lo stesso manager 4Ward360 ci anticipa che a novembre si terrà a Firenze un convegno internazionale col patrocinio del MIl relittoinistero dei Beni Culturali, con rappresentanti di vari Paesi, dalla Cina agli Emirati Arabi Uniti. La scelta della città non è casuale: «l’architetto responsabile sicurezza della Cattedrale metropolitana di Santa Maria in Fiore ci chiamò per fare un controllo alle strutture portanti della chiesa», segnala Zuccalà. Da qui la decisione di organizzare l’evento in una delle città più importanti al mondo per l’arte.
Ma è stato il relitto romano e l’intervento per la tutela delle sue parti in legno ad attrarre l’interesse generale sul metodo 4Ward360: «una volta portato alla luce, dopo aver fatto riemergere elemento per elemento la struttura completa, sono state veicolate le nanoparticelle sulle doghe in legno. Per questo è stato utilizzato uno strumento airless con un ugello atomizzato in modo da depositare in modo omogeneo il prodotto sul legno, debitamente pulito, restaurato e consegnato alla nostra azienda per la conservazione». Le operazioni di trattamento sono state eseguite in collaborazione e con il coordinamento scientifico del GruppoArte16 di cui fa parte il soprintendente Tusa. Per la verifica è stato utilizzato uno speciale microscopio. «È stato appurato che l’applicazione delle nanotecnologie non ha creato una superficie e la risonanza magnetica. Ciò ha confermato il successo del test e la possibilità di proseguire e completare il trattamento sull’intero relitto», spiega Zuccalà.
Ma le nanotecnologie applicate oltre che durevoli sono anche ecosostenibili? «La particolare formulazione del prodotto, oltre a permettere la piena salvaguardia del relitto per i prossimi 25 anni, facilmente prolungabili nel caso di conservazione in una teca protetta, è ecologica al 100%, ed è una condizione decisiva perché la Soprintendenza non ci avrebbe altrimenti permesso di eseguire l’intervento».
ANCHE IL LOUVRE APRE ALLE NANOTECNOLOGIE – La conservazione è l’obiettivo principale dell’attività dell’azienda italiana ed è in qualità dei propri lavori sulle superfici che 4Ward360 ha proposto al museo parigino del Louvre i propri servizi di trattamento di tutela per le statue. Per ora vige il riserbo, ma è certo che per la società milanese sarebbe un ulteriore salto di qualità entrare in uno dei musei più importanti al mondo in qualità di conservatore dell’arte. Intanto le nanoparticelle si stanno facendo strada per la conservazione in ambito artistico e in particolare nelle operazioni di restauro. «L’evento fiorentino intende ribadire le peculiarità vincenti delle natecnologie per la tutela delle opere d’arte e ottenere l’avvallo internazionale per la loro adozione. Ci sono tutte le condizioni perché, in questo senso si apra una nuova era», conclude Zuccalà.