Wise Society : Ribes Tech, celle fotovoltaiche a inchiostro, sottili e flessibili

Ribes Tech, celle fotovoltaiche a inchiostro, sottili e flessibili

di Maria Enza Giannetto/Nabu
26 Gennaio 2018

La start up del Politecnico di Milano, realizza le pellicole in plastica con speciali inchiostri che vengono depositati da normali sistemi di stampa

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I moduli Ribes Tech sono stampati in grandi volumi su fogli di plastica a basso costo e permettono il recupereo energia anche in ambiente indoor visto che funzionano meglio con con luce artificiale che con la luce del sole, Foto: Ufficio stampa Ribes Tech

Ultraflessibili, ultrasottili e personalizzabili. Sono i moduli fotovoltaici in plastica, utilizzabili come sorgente di energia in ambito domotica, smart cities e Internet of Things  sviluppati negli ultimi due anni da Ribes Tech, start-up innovativa (costituita a marzo 2016), nata da una collaborazione tra OMET e il Center for Nano Science and Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Milano. È partito così un percorso comune volto a combinare le competenze tecnologiche di OMET (azienda di Lecco, leader nella produzione di macchine rotative per la stampa), con il mondo delle nanotecnologie per realizzare dispositivi elettronici proprio tramite la deposizione per stampa di inchiostri speciali. A portarlo avanti è oggi il il team di Ribes Tech, formato da Antonio Iacchetti, Ceo della start Up, Nicola Piva, Simona Ferrulli, Michele Garbugli.

«I pannelli fotovoltaici tradizionali – spiegano gli ideatori – , come ad esempio quelli in silicio, non sono in grado di soddisfare le esigenze di questo mercato. I nostri moduli fotovoltaici sono stampati in grandi volumi su fogli di plastica a basso costo, sono flessibili ed estremamente leggeri (poche centinaia di grammi al metro quadrato) e sono la migliore opzione per il recupero di energia in ambiente indoor visto che funzionano meglio con con luce artificiale che con la luce del sole».

Ribes Tech è partita dal mercato dell’Internet delle cose, puntando soprattutto ai vari dispositivi – principalmente sensori – connessi in rete e in grado di comunicare con una centralina o uno smartphone.

«In una seconda fase – spiegano i membri del team – la nostra tecnologia dovrebbe trovare applicazioni importanti anche nel mondo della moda, delle attrezzature da campeggio e dell’architettura. Pannelli fotovoltaici flessibili, infatti, possono essere integrati in capi d’abbigliamento per ricaricare smart phone, ad esempio. Oppure si potrebbero realizzare tende da campeggio fotovoltaiche in grado di generare l’energia necessaria ad illuminare la tenda di notte».

La tecnologia sviluppata dalla start up si basa su materiali semiconduttori organici: polimeri speciali in grado di condurre la carica elettrica e quindi di assumere un comportamento conduttivo o semiconduttivo.

«Sfruttando materiali polimerici – spiegano gli start upper – i nostri moduli non includono sostanze tossiche o materiali rari come altre tecnologie fotovoltaiche. Inoltre questi materiali sono compatibili con i metodi di smaltimento e riciclaggio tipici dei materiali plastici. Infine, l’aspetto fondamentale del nostro processo di produzione è il poter ricorrere a tecniche di stampa per poter depositare i materiali conduttori e semiconduttori che costituiscono la cella fotovoltaica. I materiali che utilizziamo hanno la proprietà di poter essere sciolti in opportuni solventi e quindi formare inchiostri speciali. Questi inchiostri possono essere compatibili quindi con metodi di stampa rotativa».

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