Brevettato dall'azienda Cavalli & Cavalli di Cagliari, il sistema permette di ridurre l’utilizzo di prodotti chimici nell’agricoltura utilizzando un riempitivo naturale ottenuto con eccedenze alimentari e l'effetto choc del riscaldamento
Un sistema di alta innovazione tecnologica finalizzata a ridurre l’utilizzo di prodotti chimici nell’agricoltura e di cura del verde pubblico. Si chiama Herbeeside l’innovativo strumento di eco diserbo che utilizza un riempitivo naturale ottenuto con scarti alimentari e, in particolar modo, agrumi, miele, cera e propolis per proteggere i terreni dalle erbe infestanti.
Il sistema, messo a punto e brevettato dall’azienda Cavalli & Cavalli srl di Cagliari, si basa sull’utilizzo di una macchina che ha sei funzioni: diserbo ecologico, idro-pulitrice, prevenzione antiparassitaria e anticrittogamica, abbassamento del Ph, ritardo della germinazione e generatore di corrente e che basa la sua efficacia sul diserbo a vapore. Si tratta di un mezzo moderno ed ecologico per il trattamento delle zone soggette alla crescita di erbe infestanti e il cui vantaggio principale è la mancanza assoluta di residui nocivi e tossici sul terreno, visto che è il calore emesso dall’apparecchio (sotto forma di vapore) a provocare un choc termico alla pianta distruggendone le cellule. Il sistema eco-diserbante coniuga la forza del vapore con un prodotto ottenuto con gli avanzi organici di altre lavorazioni: l’unione tra acqua e liquido formano, infatti, una soluzione che permette di amplificare gli effetti prodotti del diserbo, ritardando sia il raffreddamento del vapore, che crea un vero e proprio cappotto termico, sia la successiva germinazione.
«Lavoriamo in filiera ecosostenibile – dice il responsabile commerciale dell’azienda che ha brevettato il sistema, Eugenio Cavalli – abbiamo creato una miscela zuccherina, con eccedenze di lavorazioni alimentari, come l’aceto di agrumi e propoli, che, oltre a migliorare le prestazioni del diserbo a vapore, diventa nutrimento per il terreno e gli insetti impollinatori. A vista, otteniamo un effetto di cottura dell’erba che crea un substrato completamente naturale che rimane sul terreno».
A voler provare sul campo il sistema, sono stati, in Sicilia, i produttori dell’OP “Rossa di Sicilia” che hanno mostrato l’uso del macchinario all’interno di un’azienda agrumicola, appena riconvertita, dopo i danni provocati dal Virus tristeza. «Puntiamo all’agricoltura 4.0, crediamo nell’innovazione, nel rispetto dell’ambiente e nella tutela della salute per lavoratori e consumatori», ha detto Giuseppe Di Silvestro, il presidente del consorzio siciliano che ha messo a disposizione dei quasi 400 soci, un dispositivo innovativo, sostenibile ed economico.
Inoltre, proprio in Sicilia, l’università di Catania effettuerà una serie di valutazioni di efficienza agronomica del trattamento e sugli effetti non solo sugli agrumeti ma anche del suolo, per dare un contributo nella validazione dei risultati.