265.700 le biciclette contro le 252.600 quattro ruote a motore ion città. Un risultato storico raggiunto grazie anche agli investimenti del comune della capitale danese
La notizia è di quelle clamorose e comunque destinate a entrare nella storia recente dei trasporti: a Copenaghen nel 2015 il numero delle biciclette sulle strade cittadine ha superato quello delle autovetture. Se nel 1970 le auto erano 351.133 e le biciclette 100.071, oggi sono 265.700 le due ruote a pedali presenti in città contro le 252.600 quattro ruote a motore. Un sorpasso storico – come è detto – ma non inatteso e frutto di un lavoro di decenni da parte degli amministratori locali della città che hanno sempre incentivato l’uso delle due ruote investendo ingenti somme di denaro. E comunque atteso dato che nel solo 2015 il traffico delle due ruote è cresciuto del 15% mentre quello delle auto è diminuito dell’1%.
Negli ultimi 10 anni il comune di Copenaghen ha investito un miliardo di corone danesi, circa 90 milioni di euro, in infrastrutture per favorire le biciclette: dalle piste ciclabili ai ponti riservati alle bici. Il risultato è che negli ultimi 20 anni il traffico delle due ruote in città è cresciuto del 68% e che oggi il 41% dei cittadini si sposta pedalando e l’obiettivo degli amministratori è elevare questa percentuale al 50% entro i prossimi dieci anni. Del resto Copenhagen è tra le città all’avanguardia nel mondo in fatto di cultura ciclabile come testimoniato dal Copenhagenize Index, l’indice elaborato da esperti danesi di vivibilità urbana che periodicamente verifica nelle città la qualità dell’ambiente e delle infrastrutture per i ciclisti: nella speciale classifica Copenaghen è prima seguita, manco a dirlo, da due città olandesi (Amsterdam e Utrecht) dove la cultura della bicicletta è diventata dominante sin dagli anni ’70.
«Non stupisce che questo sorpasso avvenga nella capitale danese, da anni impegnata a trasformare radicalmente la mobilità cittadina in chiave di sostenibilità», commenta Daniele Pernigotti esperto di riscaldamento climatico che si sposta in bici anche per percorrere distanze di migliaia di chilometri – È questa l’occasione per riflettere sul significato della centralità “di ritorno” della bicicletta. In passato ciò era simbolo di arretratezza economica, quando le strade cinesi invase da biciclette rappresentavano un segnale di sottosviluppo. Oggi è vero il contrario: la bici ha spazio nei paesi più sviluppati e sostenibili. Quelli che investono in parallelo sulle energie rinnovabili e sono determinati ad accelerare l’uscita dall’economia delle fonti fossili. Gli effetti collaterali sono la maggiore vivibilità delle strade e delle città e la maggiore salubrità dei cittadini che con l’uso della bici migliorano il loro stato di salute generale. Dobbiamo solo scegliere – conclude Pernigotti – tra le strade di Copenaghen e quelle di New Delhi…».