Wise Society : Carta di canapa: tornare alle origini per salvare l’ambiente

Carta di canapa: tornare alle origini per salvare l’ambiente

di Paola Greco
21 Febbraio 2023

L’impiego della canapa per fabbricare la carta ha radici antichissime, che si perdono nel tempo. Dopo decenni in cui è stata rimpiazzata dalla più conveniente cellulosa di legno, oggi sta tornando in auge: perché è una risorsa rinnovabile ed ecosostenibile, che può contribuire a salvaguardare l'ambiente, evitando il disboscamento.

La canapa è una delle piante più antiche al mondo e la sua storia è millenaria: usata per realizzare tessuti da Giapponesi, Mongoli e Tartari prima ancora della seta e del cotone, è stata per diversi secoli e per diversi popoli fonte di sostentamento in vari ambiti, dall’alimentazione, alle arti curative, o per la realizzazione di corde e reti da pesca. Ma uno degli impieghi più sorprendenti è sicuramente quello della carta!

carta di canapa

Foto Shutterstock

Carta di canapa: un po’ di storia

Furono i Cinesi i primi a fabbricare carta con la canapa, nel I secolo, 1.400 anni prima che arrivasse in Europa, e da allora e fino alla fine dell’‘800, praticamente tutti i libri prodotti e i documenti storici sono stati realizzati con questo particolare tipo di carta. Qualche esempio? Due su tutti: la gloriosa Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America e la Bibbia di Gutenberg (il primo libro stampato in Europa con la tecnica dei caratteri mobili).

Poi a un certo punto, quando la produzione della carta divenne di massa e divenne un bene di largo consumo, si scoprì che realizzare carta di cellulosa era più conveniente, in quanto poteva essere realizzata industrialmente in grandi quantità e a costi minori, grazie alla sua elevata malleabilità. La canapa, infatti, avendo una maggiore percentuale di fibra dura, risultava più resistente alla lavorazione e quindi necessitava di tempi più lunghi. Inoltre, mentre la carta di canapa aveva un aspetto più grezzo, con una superficie ruvida e porosa, quella di cellulosa di legno era bianca e perfettamente liscia, pertanto si prestava a vari usi.

Bicchiere realizzato in carta di canapa

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Il ritorno della carta di canapa

Ma di recente si sta tornando a valutare la canapa per la realizzazione della carta, sebbene il costo della sua cellulosa sia più elevato di quella arborea, ma la sua produzione è certamente più sostenibile. In primis perché un albero impiega decenni per crescere, mentre una pianta l’anno dopo è di nuovo lì, pronta per produrre nuova carta.  Inoltre, anche se la pianta di canapa ha dimensioni ridotte rispetto a quelle di un albero, è molto più produttiva: basti pensare che da un solo ettaro di canapa si può ottenere in pochi mesi la stessa quantità di cellulosa di 4 ettari di foresta in diversi anni.

I vantaggi della carta di canapa e i benefici per l’ambiente

La canapa è dunque uno di quei materiali virtuosi che può sicuramente contribuire alla lotta all’inquinamento e al consumo indiscriminato di risorse primarie. Oltre alla sua enorme produttività rispetto alla cellulosa di legno, infatti, il processo produttivo della carta di canapa è quasi del tutto privo di additivi e sostanze chimiche, in quanto la pianta ha una bassa percentuale di lignina (che è un po’ la colla che mantiene salde tra loro le fibre di cellulosa) rispetto agli alberi, e ciò consente di ridurre in maniera importante l’impiego di acidi necessari per sciogliere il legno.

Inoltre la fibra derivante dalla canapa è già di colore bianco, per cui la carta che si ottiene è già stampabile, mentre la fibra derivante dal legno è di colore scuro e deve essere trattata con sbiancanti chimici, nocivi per l’ambiente. Inoltre la carta di canapa offre un’elevata possibilità di riciclo (fino a 7 volte, contro le 3 della carta comune) sempre mantenendo una buona qualità, in quanto di base è molto più resistente (4 o 5 volte di più), duratura, meno soggetta a deperimento e del tutto compostabile. Infine, la canapa non necessita di pesticidi o fertilizzanti per crescere, assorbe 4 volte l’anidride carbonica che in media assorbono gli alberi e richiede poca acqua.

Canapa, la pianta

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Chi fa la carta di canapa? Da Fabriano a Canapa Cruda

Il perfezionamento della carta fu opera dei cartai di Fabriano nel XIII secolo, tanto che la cittadina marchigiana è stata insignita del titolo di “Città Creativa UNESCO per l’Artigianato e le Arti Popolari”. Qui nacque la prima cartiera italiana a cui seguirono tutte le altre, e qui è stata inventata la tecnica per realizzare la filigrana.

Ed è proprio qui, in quella che è cosciuta in tutto il mondo come la “Città della Carta” per la sua tradizione industriale e le innovazioni tecnologiche introdotte dagli maestri fabrianesi che hanno permesso di superare in bravura arabi e cinesi, che si stanno sviluppando alcune realtà importanti per la fabbricazione della carta di canapa.  Come “Canapa Cruda” di Melania Tozzi, fabrianese da generazioni e artista della carta, che ha cominciato a fare ricerche sulla carta di canapa nel 2013, quando non c’era nemmeno materiale dedicato in lingua italiana, e nel 2014 ha concretizzato l’idea di creare carta con questa fibra meravigliosa aprendo il primo laboratorio specializzato.

Oppure Manualis, una startup giovane e dinamica, che per i suoi fogli utilizza anche la canapa, seguendo le antiche tecniche tramandate nei secoli dai maestri cartai: prodotti finali di pregiata qualità, ecologicamente puri, senza imbiancanti o additivi chimici. Un’altra particolarità di questa cartiera è che qui si realizzano anche carte speciali, partendo da materiali di recupero forniti dal cliente, come scarti di carta o cartone o scampoli di stoffa di ogni qualità e tipo.

Paola Greco

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